Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese (per approfondimenti vedi i link ai documenti in coda al paragrafo).
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020.
Le elaborazioni grafiche ed altri materiali integrativi sono disponibili al seguente link CREA-AgroMeteorology (github.com), spazio di archiviazione dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia del CREA Agricoltura e Ambiente, nella cartella dedicata al monitoraggio (AgroMIND). Altre informazioni sono reperibili al sito dell'Osservatorio.
Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati in un articolo su Data in Brief, mentre la serie periodicamente aggiornata dei dati giornalieri pre-elaborati è direttamente accessibile sul repository di Zenodo.
Se le medie nazionali mostrano per il mese di giugno temperature superiori alla media climatica di circa 1 °C e condizioni di disponibilità idrica pressoché nella norma, il Nord si è distinto nettamente dal resto del Paese, con un andamento lievemente più fresco e molto più piovoso della media, che ha determinato un surplus idrico superiore alla norma di 63 mm, spingendo a livelli estremi le già severe condizioni di umidità (Tab.1). Al Mezzogiorno invece spiccano gli elevati valori di anomalia delle temperature (fino a +2,2 °C per le massime) e la scarsità delle precipitazioni (inferiori del 61% rispetto al riferimento climatico), sebbene il valore medio dell'indice di siccità sia rientrato nella norma (il quadro di dettaglio è comunque estremamente diversificato, come illustrato in seguito). Una situazione intermedia si nota al Centro, con anomalie termiche positive che superano +1 °C per le massime, apporti piovosi inferiori di circa il 20% rispetto alla media climatica, anomalie negative moderate nel bilancio idrico e l'indice di siccità pienamente nella norma.
Passando a un maggior dettaglio territoriale, la temperatura minima (fig. 1a) è risultata nella norma in quasi tutto il Nord (sotto media nel ferrarese), e, al Centro, in Toscana e Umbria. Il mese è stato invece più caldo della media climatica nelle Marche e in Lazio (eccetto la fascia costiera e il viterbese), nelle aree interne dell'Abruzzo e complessivamente in quasi tutto il Mezzogiorno, tranne alcune fasce costiere delle isole maggiori. A livello regionale, le anomalie positive in Basilicata (+2,6 °C) e Calabria (+2,4 °C) hanno largamente superato i +2 °C, mentre valori prossimi a questa soglia hanno interessato la Puglia (+1,9 °C) e il Molise (+1,8 °C). Come nel mese di maggio, l'andamento delle temperature massime è stato eterogeneo (fig. 1b): in media in gran parte del Nord, in Toscana e in Sardegna, sotto media in quasi tutto il Nord-Ovest e fortemente sopra media nel resto del Paese. Anomalie negative rilevanti hanno caratterizzato infatti il Piemonte (-1,2 °C), spingendosi a valori inferiori a -1,4°C su circa un terzo del territorio sia in Piemonte che in Liguria. Le anomalie positive più forti, con valori medi regionali ben al di sopra di +3 °C, hanno interessato anche in questo caso la Calabria (+3,4 °C) e la Basilicata (+3,3 °C), mentre in Sicilia si è raggiunto +2,9 °C. In queste tre regioni, le anomalie hanno superato i +4 °C su circa un decimo del territorio. Valori medi regionali molto elevati, ampiamente superiori a +2 °C si evidenziano anche in Campania (+2,4°C) e in Abruzzo e Molise (+2,3 °C).
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - giugno 2024
A livello nazionale la frequenza delle temperature minime estreme (fig. 2a) è stata pari al 18%, sfiorando il 29% al Mezzogiorno. I valori medi regionali più elevati sono stati raggiunti in Calabria (45%) e Basilicata (39%), seguiti da Molise e Sicilia (30%). In generale, il fenomeno al Nord è stato molto limitato, con i valori minimi al Nord-Ovest. Ancora meno rilevante al Nord è stata la frequenza delle temperature massime estreme (fig. 2b), che hanno interessato principalmente il Centro (18%) e il Mezzogiorno (30%).I valori medi regionali maggiori sono stati registrati in Calabria (45%), Sicilia (39%), Basilicata (35%) e Abruzzo (32%).
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - giugno 2024
Le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio fino a fine giugno sfiorano in media i 2700 gradi al Mezzogiorno, con i valori maggiori in Puglia e Sicilia (circa 2900 gradi giorno), seguiti da Calabria e Sardegna (fig. 3a). I valori regionali più bassi, tra 620 e 1169 gradi giorno, interessano le regioni alpine (Valle d'Aosta, Alto Adige e Trentino). Ad eccezione del settore occidentale dell'Alto Adige, il Paese si caratterizza ancora una volta per accumuli termici superiori alla media climatica (fig. 3b) con anomalie medie pari a +331 gradi giorno al Centro e +347 al Mezzogiorno; i valori medi regionali più elevati hanno investito Basilicata (+430 gradi giorno), Abruzzo e Molise (+411 gradi giorno) e Calabria (+401 gradi giorno).
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - giugno 2024
La figura 4a evidenzia come le aree dell'arco alpino e le porzioni centro settentrionali della dorsale appenninica siano caratterizzate da sommatorie termiche con soglia di 10 °C inferiori a 500 gradi giorno con i valori regionali minimi in Valle d'Aosta (37 gradi giorno) e Alto Adige (82 gradi giorno). Le medie regionali si approssimano ai 1000 gradi giorno in Calabria e Sardegna mentre sono state già superate in Puglia e in Sicilia, con rispettivamente 1114 e 1080 gradi giorno. Ad eccezione di Piemonte, Trentino-Alto Adige e delle aree prospicienti il Po, i valori superano ovunque la media climatica (fig. 4b), con le anomalie maggiori al Mezzogiorno (+217 gradi giorno), comprese tra i +225 gradi giorno in media della Puglia e i +287 della Calabria.
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - giugno 2024
Anche se con carattere meno intenso rispetto allo scorso mese, le piogge hanno continuato ad interessare prevalentemente il Nord (177 mm), dove si sono registrati valori medi regionali di precipitazioni mensili (fig. 5a) prossimi o superiori a 200 mm nella provincia autonoma di Trento (211 mm), in Lombardia (205 mm), in Piemonte (198 mm) e Friuli-Venezia Giulia (194 mm); valori medi superiori ai 120 mm hanno comunque interessato tutte le altre regioni del Nord. Apporti piovosi medi inferiori a 50 mm sono stati riscontrati invece in quasi tutte le regioni del Centro, ad eccezione di Marche, Abruzzo e Toscana. Decisamente scarse le precipitazioni al Mezzogiorno con valori inferiori o prossimi a 10 mm per Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna. La mappa degli scarti (fig. 5b), mostra un'Italia divisa a metà. Vaste aree di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Liguria si caratterizzano per intense anomalie positive con scarti superiori al 100%; meno rilevanti le anomalie medie regionali per il Piemonte (+45%). Una situazione opposta ha riguardato, al Centro, la regione Lazio (-54%) e in modo più generalizzato il Mezzogiorno (ad eccezione dell'Abruzzo), con le anomalie negative medie più rilevanti in Calabria (-87%) e Basilicata (-81%), seguite da Puglia (-68%), Sicilia (-64%), Campania (-61%) e Sardegna (-53%).
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - giugno 2024
Considerando l'indice rx1day, che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6a), i fenomeni più rilevanti si sono verificati ancora una volta al Nord, dove in media si sono raggiunti 41 mm in Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, e 36-37 mm in Emilia-Romagna e Piemonte, ben oltre la soglia giornaliera di danno in agricoltura riconosciuta a livello internazionale (20 mm). Notevole il dato locale del Piemonte di 79 mm nel torinese. L'indice rx5day, relativo ai valori massimi di precipitazione giornaliera cumulati nell'arco di 5 giorni consecutivi (fig. 6b), conferma la particolare criticità degli eventi verificatisi al Nord; in media 98 mm in Friuli-Venezia Giulia, 97 mm in Lombardia e valori superiori a 70 mm in Emilia-Romagna, Trentino, Veneto e Piemonte. Altre aree interessate da questi fenomeni sono state in particolare quelle più settentrionali della Toscana, dove in almeno un decimo del territorio sono stati superati i 73 mm.
Figura 6 - Precipitazioni intense: valori massimi cumulati in un singolo giorno (a, sx) e nel corso di 5 giorni consecutivi (b, dx) - giugno 2024
L'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), si conferma massima al mezzogiorno con i valori regionali maggiori ancora una volta in Puglia (183 mm), Basilicata (173 mm) e Sicilia (172 mm) e leggermente inferiori in Calabria (167 mm) e Sardegna (165 mm); valori prossimi a 150 mm hanno investito la Campania, e, per le regioni del Centro, il Lazio e l'Umbria. L'analisi delle anomalie (fig. 7b) evidenzia livelli evapotraspirativi inferiori alla media climatica pari all'11% in Piemonte, localmente nella porzione occidentale della Lombardia e centrale della Liguria. Richieste evapotraspirative superiori al riferimento climatico sono evidenti in Calabria e Basilicata con +14% in media, e Campania e Molise (+ 11%); ad essere interessate sono anche vaste aree del basso Lazio, la provincia di L'Aquila, parte della Puglia e solo localmente le aree più interne della Sicilia. Nel resto del Paese la situazione risulta nella norma.
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - giugno 2024
Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) si presenta positivo al Nord soprattutto nelle aree alpine, con i valori medi più elevati in Trentino (+109 mm), Piemonte (+91 mm) e Lombardia (+89 mm). Condizioni di deficit idrico connotano sia il Centro, dove il bilancio è compreso tra -79 mm (in Toscana) e -130 mm (in Lazio), sia tutte le regioni del Mezzogiorno, che mostrano valori inferiori a -120 mm ovunque tranne in Abruzzo (-82 mm), arrivando a -172 mm in Puglia, a -165 mm in Basilicata e Sicilia e -163 mm in Calabria.. La situazione è in linea con le medie climatiche in quasi tutto il Paese (fig. 8b), ma nel Nord prevalgono le anomalie positive, con i valori regionali più elevati in Lombardia (+91 mm), Piemonte (+74 mm) e in Emilia-Romagna (+64 mm). Anomalie negative si notano nelle province di Frosinone, Potenza e Cosenza.
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) e anomalie (b) - giugno 2024
La mappa dell'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), mostra come in quasi tutto il Nord si sia passati da Umidità severa (a maggio) a Umidità estrema, ad eccezione di vaste aree della Venezia Giulia, dell'Alto-Adige, della Liguria, dove prevale l'Umidità severa e della Romagna, parzialmente nella norma, così come molte regioni peninsulari. In Siccità moderata risultano invece Basilicata, Calabria e Puglia e localmente i settori orientali di Sicilia e Sardegna. La mappa dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, evidenzia una minore intensità delle condizioni di umidità al Nord e una maggiore diffusione delle condizioni di siccità nel Mezzogiorno, che si estendono a tutta la Sardegna e localmente in Campania e Molise.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b)- giugno 2024
L'analisi degli indici bioclimatici a partire da giugno si concentra sulle colture di vite e olivo, essendosi ormai conclusa la fioritura della robinia.
Riguardo alla vite, durante il periodo vegetativo è importante valutare il soddisfacimento delle esigenze termiche proprie delle diverse varietà e, a questo scopo, l'indice di Huglin fornisce informazioni utili (figure 10a-10b). Questo indice considera soltanto le sommatorie delle temperature durante il periodo diurno, quando si manifesta l'attività fotosintetica delle piante, pertanto è anche denominato indice eliotermico. Il valore dell'indice a livello nazionale è pari a 821 gradi giorno e supera di 72 gradi giorno la media climatica. I valori regionali più bassi riguardano il Nord, dove, se si escludono Alto Adige e Valle d'Aosta (ben al di sotto di 200), sono compresi tra 314 (Trentino) e 884 (Emilia-Romagna). Nel resto del Paese l'indice varia in media tra circa 790 (Abruzzo) e circa 1120 (Puglia). Nel Nord e nella Toscana settentrionale permangono valori sostanzialmente nella norma (fig. 11b), ad eccezione di circa il 30% del territorio piemontese in cui si osservano scarti negativi (-69). Anomalie positive si notano per il Centro (in media +92) e il Mezzogiorno (+151); a livello regionale si superano i +200 gradi giorno in Basilicata e Calabria e localmente nelle aree interne della Sicilia.
Figura 10- Indice di Huglin (a, sx) e anomalie (b, sx) - giugno 2024
Nelle figure 11 e 12 sono rappresentate le fasi fenologiche raggiunte a fine giugno dalla vite e dall'olivo, come risulta dall'analisi combinata dei dati provenienti da simulazioni modellistiche e da osservazioni in campo (si veda anche https://www.reterurale.it/bollettinofeno).
La varietà precoce di vite Chardonnay (Fig 11a) durante il mese ha raggiunto quasi ovunque le fasi finali di chiusura del grappolo (BBCH 77-79), come riportato nei bollettini di Abruzzo, Liguria, Puglia, Trentino e Veneto [1-5]. Secondo l'Arpa Veneto, l'accrescimento settimanale delle bacche sta procedendo in linea con le medie climatiche e con l'andamento dello scorso anno per quasi tutte le varietà, tranne che per lo Chardonnay il cui sviluppo sembra essere più rapido [5]. La mappa relativa al Cabernet sauvignon (fig. 11b) evidenzia un grado di sviluppo meno avanzato (BBCH 73-77), proprio di una varietà più tardiva, come riporta il bollettino della regione Abruzzo, in cui questa varietà risulta in pre-chiusura (BBCH 73-75) [1]. Infezioni di peronospora vengono segnalate in Liguria, Puglia e Veneto, mentre, modeste al momento sembrano essere le catture di tignoletta.
Figura 11- Fasi fenologiche della vite: Chardonnay (a, sx) e Cabernet sauvignon cvv. (b, sx) - 27 giugno 2024
In figura 12 si mostra la situazione fenologica dell'olivo, che a fine giugno ha raggiunto le prime fasi di ingrossamento del frutto (BBCH 71-73) in gran parte del territorio, risulta ancora in allegagione nelle zone di collina come nel Trentino [4], mentre in alcune aree di Abruzzo e Puglia è prossimo all'indurimento del nocciolo [1, 3]. In Liguria, negli oliveti più avanzati, si è raggiunto il 60-70% delle dimensioni finali, nonostante lo sviluppo sia relativamente più lento, sia a causa delle temperature sotto la media durante la settimana precedente, che per l'elevata carica produttiva [6]. Le catture della mosca sono al momento ridotte in gran parte del territorio nazionale, ma le drupe sono già recettive a causa dei composti volatili e attrattivi che emettono in questa fase, e si sono già notate punture di assaggio, soprattutto nelle varietà da tavola [5].
Figura 12 - Fasi fenologiche olivo - 27 giugno 2024
Come riportato nelle analisi mensili del servizio C3S di Copernicus [7], per la tredicesima volta consecutiva la temperatura media globale mensile è stata la più alta rispetto al corrispondente mese dell'anno, a partire dal 1950 (dati ERA5), raggiungendo i 16,7 °C, con anomalie positive di 0,7 °C e di 1,5 °C in relazione al valore climatico 1991-2020 e al periodo preindustriale 1850-1900 rispettivamente. Le temperature sono state diffusamente sopra la media, con i valori maggiori in Canada orientale, Stati Uniti occidentali, Messico, Brasile, Siberia settentrionale, Medio Oriente, Africa settentrionale e Antartide. Sotto la media sono state invece le temperature mensili in Canada Centrale, Russia orientale, nelle zone costiere dell'Africa nord-occidentale, Patagonia Argentina, Australia nord-orientale e Antartide orientale. In Europa le anomalie positive maggiori si sono registrate soprattutto in Italia meridionale e in tutte le zone centro e sud-orientali, specialmente in Grecia e Turchia, e in maniera minore, sulla penisola scandinava. Al contrario, vaste aree dell'Europa occidentale hanno mostrato temperature leggermente sotto la media.
Valori al di sotto della media per precipitazioni [8], umidità del suolo e umidità dell'aria hanno caratterizzato Irlanda, Regno Unito, Scandinavia, Italia meridionale e gran parte dell'Europa orientale. Condizioni più umide della media, invece, sono state riscontrate in Islanda, Italia settentrionale, Francia e Svizzera. Nel sud della Spagna le precipitazioni hanno solo parzialmente alleviato la siccità estrema che durava da mesi.
Rispetto all'andamento delle principali colture in campo a livello europeo, in base all'ultimo report pubblicato dal JRC [9], a giugno il territorio europeo si è caratterizzato per un eccesso idrico nelle aree occidentali e per condizioni calde e secche in quelle orientali. Per molte colture, le stime sulle rese sono state riviste al ribasso, seppur vicine alle medie degli ultimi 5 anni a livello europeo. I maggiori problemi in termini di resa sono stati previsti per il girasole, il mais da granella e i piselli, da associare alle condizioni aride e calde dell'Europa sud-orientale, in particolare in Ungheria, Romania orientale e Grecia. In leggero rialzo, invece, sono state stimate le rese di orzo primaverile (in Spagna e in Nord Europa) e di grano duro; in generale, i cereali invernali e primaverili sono risultati meno colpiti, essendo già alla fine del ciclo di sviluppo. Condizioni di eccesso di umidità, invece, si sono evidenziate in Olanda, Germania occidentale e meridionale, Francia centrale e Italia settentrionale. Qui le colture invernali così come quelle primaverili-estive hanno risentito dell'eccesso di umidità che ha causato fitopatie e difficoltà di accesso nei campi, dovute ad allagamenti.
Secondo l'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ANBI a cavallo tra l'ultima decade di giugno e la prima decade di luglio [10, 11] la situazione idrica italiana è rimasta pressoché invariata rispetto a quella dello scorso mese, con enormi quantità di acqua in eccesso al Nord e condizioni di estrema scarsità idrica al sud, in estensione anche al Centro. In Sicilia, tra maggio e giugno, l'acqua negli invasi, nonostante le numerose limitazioni all'uso (anche nel potabile) e le interruzioni delle erogazioni, si è ridotta di ulteriori 288 milioni di metri cubi, stante la capacità totale degli invasi di poco meno di un miliardo di metri cubi e considerato che quella realmente utilizzabile è inferiore ai 150 milioni di metri cubi. Rappresentativa era la situazione dell'invaso di Pozzillo in provincia di Enna già a fine maggio, quando restavano solo 5,7 milioni di metri cubi, di cui solo 690'000 utilizzabili, rispetto ai 6 milioni di metri cubi di acqua invasati alla fine del siccitosissimo luglio 2021. Anche la situazione delle acque sotterranee siciliane ha destato preoccupazione, soprattutto nelle province orientali: tra Messina e Catania l'abbassamento delle falde oscilla tra i 15 e i 20 m.
Al Nord i grandi laghi sono tutti vicini al 100% del riempimento con il Lago di Garda e il Lago di Iseo prossimi o superiori al massimo storico. In Valle d'Aosta, dove è ancora critica la situazione a causa del fango riversatosi durante l'alluvione del 29 giugno, la Dora Baltea ha fatto registrare una portata del 185% superiore alla media e il torrente Lys ha presentato un flusso di 12,5 metri cubi al secondo contro i 2 dello scorso anno in questo periodo. In Piemonte, dopo i nubifragi di fine giungo nel Novarese e l'abbondante riserva nivale in fase di scioglimento, hanno destato forte preoccupazione tutti i fiumi che trattenevano già quantità d'acqua prossime ai limiti; anche le acque sotterranee hanno fatto registrare livelli diffusamente sopra la media. Analoga situazione per le risorse idriche in Lombardia. In Veneto le portate hanno cominciato a diminuire pur rimanendo su valori doppi rispetto alla media del periodo. In Emilia-Romagna la situazione è risultata più diversificata, con i bacini centro occidentali in sofferenza e quelli emiliani più in salute. In Liguria i livelli dei corsi d'acqua sono diminuiti mantenendo però altezze idrometriche maggiori del normale. Al Centro la situazione idrica è in graduale peggioramento, soprattutto nelle Marche dove tutti i fiumi hanno mostrato portate scarse ma compensate, per ora, dalle abbondanti riserve invasate. In Toscana sono fortemente diminuiti tutti i livelli dei fiumi, specialmente quello dell'Ombrone che è sceso sotto il deflusso minimo vitale di 2 metri cubi al secondo. Analoga situazione in Umbria, dove l'invaso di Maroggia riesce a trattenere solo la metà del volume invasabile e il Lago Trasimeno ha raggiunto il minimo degli ultimi 20 anni. Nel Lazio la situazione di tutti i laghi vulcanici è critica e in peggioramento, e la portata del fiume Tevere, pur rimanendo invariata, si è attestata a - 44% rispetto alla media del periodo, così come quelle di Aniene e Velino che hanno fatto registrare rispettivamente -33% e -27% rispetto alla media. Situazione estremamente grave in Abruzzo, con deficit pluviometrici marcati ovunque e dove la diga di Penne è riuscita a contenere solo 1,3 milioni di metri cubi a fronte dei 7 stoccabili; il quadro è ulteriormente aggravato dallo scarso volume invasato nel bacino molisano del Chiauci (46% dell'acqua potenzialmente invasabile), che rifornisce l'Abruzzo; situazione difficile ma ancora gestibile nel Fucino, dove le erogazioni irrigue sono state interrotte nei fine settimana per consentire la ricarica dei canali irrigui. In Molise si sono fortemente ridotte le portate del fiume Volturno, al minimo degli ultimi 5 anni. In Campania, al contrario, non si sono riscontrate particolari criticità legate allo stato dei fiumi. Le risorse idriche stoccate raggiungono solo il 35% della capacità complessiva degli invasi lucani, mentre in Puglia risultano pari al 48% del totale, con un deficit di oltre 170 milioni di metri cubi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In Calabria è stata segnalata una ulteriore diminuzione della portata del fiume Coscile. Infine, in Sardegna quasi tutti i bacini della regione risultano in condizioni di allerta siccità [12], ad eccezione dell'Alto Cixerri, già precedentemente dichiarato in emergenza.
Anche nel mese di giugno si sono verificati diversi episodi precipitativi intensi e grandinate che hanno colpito le colture arboree e le colture in campo, in particolare al Nord. La violenta grandinata nel Foggiano del 2 giugno ha danneggiato vigneti, grano e campi di pomodoro, mentre violenti temporali associati a grandine si sono abbattuti il 12 giugno nel Saronnese, nel Cesenate e nell'Anconetano il 13 giugno, nel Bresciano e in Veneto orientale il 15 giugno e nel Vicentino il 16. Segnalazioni di danni in agricoltura, con possibile richiesta di riconoscimento di calamità naturale, si sono avute nell'agro di Vieste in Puglia, per la grandinata del 13 giugno. Il 21 giugno, tra le Langhe, il Cuneese, l'Astigiano e il Torinese, un nubifragio e grandinate hanno colpito le aree agricole, in particolare i vigneti, con primi danni registrati nelle Langhe sui grappoli di moscato, a pochi mesi dalla raccolta. Nello stesso giorno, il maltempo ha colpito la provincia di Monza e Brianza e la Lomellina, con danni a strutture e allagamenti. Il 25 giugno una tromba d'aria ha investito la zona di Rovigo, in Veneto, soprattutto tra Adria e Cavarzere, con eventi grandinigeni e pioggia molto intensa. Nello stesso giorno, la grandine ha colpito nuovamente al confine tra le province di Forlì-Cesena e Ravenna. Le valli del Torinese sono state duramente colpite dal maltempo del 29 giugno, provocando disagi e danni. Le forti piogge e le grandinate hanno causato allagamenti, frane e smottamenti in diverse aree.
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Giulia Maria Bellucci, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 136 luglio/agosto 2024