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Il futuro dell'agricoltura europea passa per sostenibilità, resilienza e competitività

Le indicazioni della relazione finale del Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura europea, che ha coinvolto 29 rappresentanti di tutte le componenti dell'agroalimentare UE, sono state consegnate al Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

La produzione agricola ed alimentare svolge un ruolo essenziale per la società e la sicurezza della UE e il suo futuro passa per la capacità dei suoi protagonisti di garantirne sostenibilità economica, ambientale e sociale, soprattutto grazie al sostegno di politiche coerenti.

Questi concetti sono alla base della relazione finale del Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura europea, frutto di un lungo lavoro di confronto tra 29 rappresentanti di tutte le "anime" dell'agroalimentare. Il titolo del documento, approvato all'unanimità e presentato a von der Leyen nelle scorse settimane dal presidente del gruppo, il professor Peter Strohschneider, è "Una prospettiva condivisa per l'agricoltura e l'alimentazione in Europa" e presenta una valutazione delle sfide e delle opportunità per il comparto, seguita da una serie di raccomandazioni.

Si tratta di idee che tracceranno il cammino per il lavoro della Commissione europea nella definizione di una Visione per l'agricoltura e l'alimentazione, che sarà presentata nei primi 100 giorni del secondo mandato alla presidenza di von der Leyen.

Il rapporto ritiene che la produzione alimentare e quella agricola siano una parte essenziale della società e della sicurezza europea e che la diversità dell'alimentazione e dell'agricoltura europea siano una risorsa importante e, per questo, presenta alcuni principi politici guida e raccomandazioni, strutturate, si legge in una nota, in cinque pilastri:

Il percorso del Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura

Avviato nel gennaio 2024, ha riunito 29 tra i principali portatori di interessi del settore agroalimentare europeo, della società civile, delle comunità rurali e del mondo accademico con l'obiettivo di definire una comprensione e una visione comuni per il futuro dei sistemi agricoli e alimentari dell'UE.

I componenti avevano il mandato di confrontarsi su quattro questioni fondamentali:
- Come possiamo offrire ai nostri agricoltori e alle comunità rurali in cui vivono una prospettiva migliore, compreso un tenore di vita equo?
- Come possiamo sostenere l'agricoltura entro i limiti del nostro pianeta e del suo ecosistema?
- Come possiamo sfruttare meglio le immense opportunità offerte dalle conoscenze e dall'innovazione tecnologica?
- Come possiamo promuovere un futuro luminoso e prospero per il sistema alimentare europeo in un mondo competitivo?

Sulla base di questa struttura, sono stati istituiti diversi gruppi di lavoro che hanno comunque continuato anche a riunirsi in maniera collegiale con sette incontri tra gennaio ad agosto 2024, tre dei quali con la partecipazione della Presidente von der Leyen. Inoltre, il presidente del gruppo, professor Strohschneider, ha chiesto il contributo di organizzazioni attive lungo tutta la catena di approvvigionamento alimentare dell'UE. Ha inoltre incontrato i ministri dell'Agricoltura degli Stati membri, il collegio completo dei commissari dell'UE, deputati del Parlamento europeo e rappresentanti del Comitato economico e sociale europeo e del Comitato delle Regioni.

Le premesse

Alla base dell'attività svolta dal gruppo di lavoro c'è la constatazione del rapido cambiamento che il comparto è costretto ad affrontare, dalle questioni climatico-ambientali alla la crisi geopolitica ucraina, passando per le drammatiche conseguenze della pandemia Covid-19.

Il concetto attorno al quale si è sviluppata la riflessione, come riporta il documento finale, è che: "Un sistema economicamente, socialmente ed ecologicamente equilibrato non consiste tanto nel massimizzare i singoli fattori di produzione, quanto piuttosto nell'ottimizzare i benefici in termini di sostenibilità, resilienza, redditività e maggiore responsabilità, non solo per gli operatori agricoli, ma anche per le comunità rurali, la società civile e gli attori politici".

L'obiettivo del confronto è quello di tracciare un percorso condiviso che consenta una trasformazione del comparto in una visione che delinea i contorni dei sistemi agroalimentari europei tra 10-15. Con le sue raccomandazioni, si legge nella relazione finale, il Dialogo Strategico riconosce che la transizione dei sistemi agroalimentari implica inevitabilmente interessi confliggenti e scambi complessi che possono essere risolti solo attraverso il compromesso. Ciò richiede un punto di partenza stabile e basi e obiettivi condivisi per guidare la transizione del settore. che possono essere riassunti in dieci principi politici guida:

Le principali raccomandazioni

In questo contesto, il Dialogo strategico propone una serie di raccomandazioni, in particolare:

1) Rafforzare la posizione degli agricoltori nella catena del valore alimentare:
attraverso iniziative a livello europeo e nazionale che rafforzino la competitività degli agricoltori e della filiera, aumentando la trasparenza nella catena alimentare, sostenendo la cooperazione rafforzando le capacità e la preparazione degli imprenditori, affrontando meglio le pratiche commerciali sleali;

2) Mettere in campo un nuovo approccio per garantire la sostenibilità:
mantenendo e garantendo il rispetto della legislazione UE esistente lavorando per migliorarne l'attuazione.

Inoltre i membri chiedono il lancio di un sistema di benchmarking a livello europeo per l'agricoltura e i sistemi alimentari, con l'obiettivo di armonizzare le metodologie di valutazione della sostenibilità nelle aziende agricole. Il sistema dovrebbe avere obiettivi comuni e prevedere strumenti di monitoraggio e verifica con metriche e indicatori comuni.

3) Preparare una Politica Agricola Comune (PAC) adeguata allo scopo:
modificando aspetti non in grado di rispondere alle sfide attuali e future e per accelerare la transizione dei sistemi agroalimentari verso un futuro più sostenibile, competitivo, redditizio e diversificato.

In questa ottica la futura PAC dovrebbe concentrarsi su questi obiettivi centrali:
a) fornire un sostegno socio-economico mirato agli agricoltori che ne hanno maggiormente bisogno;
b) promuovere risultati positivi per la società in termini ambientali, sociali e di benessere degli animali;
c) rafforzare le condizioni favorevoli per le aree rurali. Sulla base della redditività economica degli agricoltori, la PAC dovrebbe fornire un sostegno al reddito di alcuni agricoltori attivi in modo molto più mirato.

Le azioni messe in campo dovrebbero essere in grado di fermare l'abbandono delle aziende agricole e, allo stesso tempo, contribuire a garantire agli agricoltori un reddito dignitoso, tutelando particolarmente le piccole aziende agricole e quelle miste, i giovani agricoltori, i nuovi operatori e le aree soggette a vincoli naturali.

Dal punto di vista ambientale sarà fondamentale ricompensare e incentivare gli agricoltori a creare e continuare a fornire servizi ecosistemici, rafforzando i pagamenti ambientali andando oltre quanto richiesto dalla legislazione dell'UE.

Il raggiungimento degli obiettivi dell'UE, evidenzia il documento, richiederà un bilancio dedicato e commisurato che corrisponda a tutte le ambizioni in modo equilibrato e di pari importanza. "Il sostegno finanziario alle azioni ambientali e climatiche - si legge - dovrà aumentare in modo sostanziale ogni anno nei due periodi successivi della PAC, a partire dall'attuale quota di bilancio destinata a ecosistemi e strumenti agroambientali e climatici.

4) Finanziamento della transizione:
mettendo in campo capitali pubblici e privati, istituendo un Fondo temporaneo per la transizione al di fuori della PAC. Il settore pubblico e quello privato - si legge nella relazione - dovrebbero collaborare meglio per mobilitare i capitali per i progetti che consentano ai piccoli e grandi agricoltori e agli attori del sistema alimentare di passare a pratiche e sistemi sostenibili.

Allo stesso tempo, è necessario un quadro di riferimento efficace per i prestiti bancari, nonché adeguamenti del quadro prudenziale e coerenza tra i vari schemi di finanziamento. La Banca Europea per gli Investimenti dovrebbe implementare un pacchetto di prestiti di gruppo specifico per il settore.

5) Promuovere la sostenibilità e la competitività nella politica commerciale:
garantendo, da parte della Commissione, una maggiore coerenza tra la sua politica commerciale e quella di sostenibilità e rivendendo l'attuale approccio alla conduzione dei negoziati sull'agricoltura e sull'agroalimentare. La Commissione europea deve riconoscere meglio la rilevanza strategica dei prodotti agricoli e alimentari nei negoziati commerciali, intraprendere una revisione completa delle sue strategie negoziali e rivedere il suo metodo di condurre valutazioni d'impatto prima dei negoziati commerciali.

6) Rendere facile la scelta sana e sostenibile:
adottando, a livello UE e nazionale, politiche dal lato della domanda che affrontino i sistemi agroalimentari nel loro complesso, per creare ambienti alimentari favorevoli in cui diete equilibrate, meno dispendiose in termini di risorse e sane, siano disponibili, accessibili, convenienti e attraenti. La Commissione europea, sostiene la relazione, dovrebbe condurre una revisione completa della legislazione europea in materia di etichettatura degli alimenti e pubblicare una relazione che valuti le attuali misure relative alla commercializzazione ai bambini.

7) Migliorare le pratiche agricole sostenibili:
attraverso un'azione "urgente, ambiziosa e fattibile a tutti i livelli" per garantire che il settore contribuisca alla protezione e al ripristino del clima, degli ecosistemi e delle risorse naturali, compresi acqua, suolo, aria, biodiversità e paesaggi. Per avanzare in questa direzione, il Dialogo Strategico prevede raccomandazioni specifiche per promuovere l'agrobiodiversità, ridurre gli input esterni come fertilizzanti minerali e pesticidi, migliorare la gestione dei nutrienti, progredire nella decarbonizzazione dei fertilizzanti minerali, nonché sviluppare un sistema di gestione delle risorse naturali. Allo stesso tempo, la Commissione europea e gli Stati membri devono continuare a sostenere la produzione biologica e le pratiche agricole agroecologiche. Il Dialogo Strategico chiede l'istituzione di un Fondo per il ripristino della natura dotato di risorse adeguate (al di fuori della PAC) per sostenere gli agricoltori e altri gestori del territorio a ripristinare e gestire gli habitat naturali a livello di paesaggio.

8) Riduzione delle emissioni di gas serra in agricoltura:
lavorando a livello UE e nazionale per un insieme coerente di politiche, che combinino incentivi e misure normative e che includano:
a) la definizione di una metodologia completa per stabilire un sistema di contabilizzazione delle emissioni di gas serra e obiettivi specifici per i diversi tipi di agricoltura e le sue condizioni strutturali;
b) un percorso generale per incentivare l'attuazione di misure appropriate e promuovere l'accesso agli investimenti in tutta l'agricoltura e nei territori al fine di progredire verso gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Poiché gli approcci tecnologici non saranno sufficienti per raggiungere gli obiettivi climatici, si definiranno azioni più ambiziose per le aree più problematiche, con l'attuazione di strategie territoriali sostenute dal Fondo per la giusta transizione agroalimentare.

9) Creare percorsi per un allevamento sostenibile nell'UE:
istituire un processo per sviluppare una strategia sul ruolo dell'allevamento animale che includa percorsi d'azione concreti, che prevedano sostegno finanziario per gli investimenti, la consulenza e l'istruzione, il sostegno a soluzioni tecnologiche pratiche e avanzate per la riduzione delle emissioni e la promozione di approcci innovativi di economia circolare.

Nelle aree ad alta concentrazione di bestiame, le soluzioni a lungo termine devono essere sviluppate localmente e finanziate con il Fondo per l'equa transizione agroalimentare. Inoltre, è necessaria una revisione della legislazione sul benessere animale e un nuovo quadro normativo per un sistema di etichettatura del benessere animale a livello europeo.

10) Ulteriori azioni per preservare e gestire meglio i terreni agricoli, promuovere un'agricoltura resistente all'acqua e sviluppare approcci innovativi per la selezione delle piante:
stabilire un obiettivo giuridicamente vincolante di "nessun consumo netto di terra entro il 2050".

Inoltre, la Commissione europea dovrebbe lanciare un nuovo Osservatorio europeo dei terreni agricoli e intervenire per facilitare l'adattamento dell'agricoltura alle mutevoli condizioni climatiche e ambientali e promuovere gli investimenti e le pratiche per progredire verso un'agricoltura resistente all'acqua e a minore intensità di risorse.

11) Promuovere una solida gestione dei rischi e delle crisi:
la relazione ritiene necessario un approccio più coerente ed efficace alla gestione del rischio. Ciò include una maggiore integrazione tra gli strumenti di gestione del rischio e gli investimenti associati, una migliore complementarità con altri strumenti e un migliore accesso degli agricoltori alle assicurazioni agricole. È inoltre necessaria una riforma dell'attuale riserva agricola per meglio indirizzare i rischi eccezionali e catastrofici.

12) Costruire un settore attraente e diversificato:
incentivando il ricambio generazionale e creando uno slancio per la transizione.

Per favorire questo processo sarebbe importante agevolare la mobilità fondiaria, garantendo un adeguato sostegno finanziario e una migliore istruzione per attirare i giovani agricoltori nel settore. Inoltre risultano necessarie ulteriori azioni per garantire condizioni di lavoro socialmente giuste nel settore agroalimentare Le disuguaglianze di genere e la mancanza di diversità nel settore devono essere affrontate meglio. La vitalità e l'attrattiva delle aree rurali devono essere aumentate in modo significativo attuando la visione a lungo termine per le aree rurali e istituendo un "contratto rurale europeo".

13) Migliore accesso e migliore utilizzo della conoscenza e dell'innovazione:
facilitando la generazione, l'accesso e una migliore condivisione delle conoscenze e delle competenze. I servizi di consulenza indipendenti saranno fondamentali in questo processo. Sono fondamentali maggiori partenariati pubblico-privato e maggiori investimenti in ricerca e innovazione. Per garantire che l'innovazione possa andare a beneficio degli attori del sistema alimentare, è necessario snellire le procedure normative e promuovere le opportunità digitali. Il ruolo dell'innovazione sociale deve essere riconosciuto e sostenuto.

14) Cambiamento della governance e nuova cultura della cooperazione:
Tutte le misure e gli obiettivi proposti, sottolinea il documento, fanno parte di un più ampio cambiamento di governance che deve essere favorito con una nuova cultura della cooperazione, della fiducia e della partecipazione di più soggetti tra gli attori e all'interno delle istituzioni. Questa cultura deve garantire la praticabilità e la coerenza tra le diverse aree politiche e superare il pensiero a blocchi. Per consolidare questa nuova cultura definita dal Dialogo strategico, la Commissione europea dovrebbe istituire un Consiglio europeo per l'agroalimentare (EBAF). Questa nuova piattaforma, formata dagli attori della catena del valore agroalimentare, dalle organizzazioni della società civile e dagli scienziati, dovrebbe individuare le strategie necessarie all'attuazione e all'ulteriore sviluppo del consenso concettuale del Dialogo strategico, al fine di rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili e resilienti.

 
 

Matteo Tagliapietra

 
 

PianetaPSR numero 137 settembre 2024