L'agricoltura europea si presenta fortemente dipendente dalle azioni politiche e ne subisce le dirette decisioni e i conseguenti effetti. Negli anni, la Politica Agricola Comune ha cercato di modellarsi in base alle esigenze delle produzioni, dei mercati del benessere degli agricoltori e di tutta la popolazione, partendo dal concetto che un Paese non possa avere sviluppo economico se non si parte da uno sviluppo agricolo, ovvero da un'agricoltura conformata alle esigenze contestuali di un territorio e di un andamento storico.
La PAC presenta un'architettura basata su due pilastri, il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) e il Fondo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), i quali seguono un filone autonomo e indipendente l'uno dall'altro ma che mai come prima d'ora nel New Delivery Model sono strettamente interconnessi per raggiungere obiettivi e i risultati comuni.
Il FEAGA, che ha sempre avuto l'obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori e del loro paese, segue logiche proprie nell'ambito delle politiche comunitarie ed è un fondo completamente sovvenzionato da Bruxelles, ma gestito nella fase esecutiva dai singoli Stati membri. Il FEASR, che è un fondo con un tasso di cofinanziamento statale, ha l'obiettivo dello sviluppo del territorio mediante sostegni mirati a tutto il settore agricolo e tutto ciò che ad esso è fortemente connesso, segue norme europee che ne disciplinano il funzionamento e, in stati regionalizzati come l'Italia, è fortemente dipendete da decisioni territoriali regionali che ne modellano gli interventi e le dotazioni finanziarie a seconda delle esigenze.
Ad un anno e mezzo dall'inizio della programmazione PAC 23-27 e lungo il secondo anno di impegno degli agricoltori è interessante dare un'occhiata all'andamento degli interventi nazionali non regionalizzati sul territorio italiano, quindi, al primo anno di attuazione del FEAGA nel PSP 23-27, il quale, al netto dei tagli per ridistribuzione tra pilastri, presenta nel 2024 una dotazione complessiva di oltre 18 miliardi di euro.
Il Primo Pilastro della PAC, finanziato dal fondo FEAGA, interessa pagamenti diretti per il sostegno al reddito degli agricoltori in attività che rispettino la condizionalità rafforzata, cioè un insieme di regole di conformità ambientale di benessere animale e di sicurezza alimentare, e le OCM, cioè le organizzazioni comuni dei mercati che attuano misure volte a stabilizzare i mercati agricoli favorendo l'approvvigionamento di prodotti, fronteggiando la volatilità delle materie prime come fertilizzanti e carburanti, stimolando la domanda e incoraggiando la cooperazione tra produttori attraverso le organizzazioni di produttori, quindi aiutando i settori agricoli dell'UE ad adattarsi meglio alle variazioni del mercato e a periodi di crisi.
Il nuovo regime dei pagamenti diretti prevede in Italia cinque macro-interventi (Reg. UE 2021/2115 art.16) di cui quattro assumono forma di pagamenti diretti disaccoppiati: il sostegno di base al reddito per la sostenibilità (BISS), il sostegno ridistributivo complementare al reddito per la sostenibilità (CRISS), il sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori (CIS-YF), i regimi per il clima, l'ambiente e il benessere degli animali (Eco-schemi); ed un ultimo assume forma di pagamento diretto accoppiato al reddito (CIS). Come pagamento accoppiato il Reg UE 2021/20115 sancisce anche il pagamento specifico per il cotone, non adottato però dallo Stato italiano.
Poniamo a questo punto un iniziale sguardo di insieme al 2023, che è stato il primo anno di avanzamento della spesa FEAGA per i pagamenti diretti della PAC 2023-2027, cioè sul primo anno di domanda e di impegno degli agricoltori per la nuova programmazione, per il quale i termini per i saldi delle domande di aiuto sono fissati dall'articolo 44 del Regolamento UE 2021/2116 al 30 giugno dell'anno N+1 di domanda.
Prima di dare un'occhiata all'avanzamento del primo pilastro della PAC 23-27 nel primo anno di impegno riteniamo opportuno evidenziare la struttura degli organismi pagatori. In Italia i pagamenti diretti ai beneficiari ultimi vengono gestiti per sei Regioni e per le due Province autonome di Trento e Bolzano da propri organismi pagatori regionali/provinciali e per le restanti tredici regioni da Agea pagatore. Tutto l'assetto viene poi gestito da Agea coordinamento.
Si riporta nella tabella sottostante il dettaglio delle dichiarazioni di spesa al 30 giugno 2024 sui cinque macro-interventi ("tipo di intervento") a livello aggregato nazionale legati ai pagamenti diretti:
Interessante è fare un piccolo focus su come si sono distribuiti sul territorio italiano i pagamenti sopraesposti per le cinque tipologie di aiuto dei pagamenti diretti del FEAGA:
Possiamo osservare che nel primo anno della PAC 23-27 oltre il 23% delle risorse relative al sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori (CRISS) sono state erogate nella sola Sardegna.
Gli eco-schemi per il primo anno di attuazione della PAC 23-27 hanno avuto un gran successo di adesione. La tabella di seguito evidenza gli importi erogati su tali interventi per i regimi per il clima, l'ambiente e il benessere degli animali al 30 giugno 2024.
Per quanto riguarda l'Eco schema 1, pagamenti per la riduzione della antimicrobico resistenza e il benessere animale, è evidente come il Nord Italia abbia usufruito maggiormente dei premi a capo, infatti la sola Lombardia si appresta a vedere circa il 27% di pagamenti dove l'attitudine zootecnica prevalente è senza dubbio per gli allevamenti bovini, ma con grande rilevanza a livello nazionale anche per l'allevamento di suini, la Sardegna riscontra invece i più elevanti premi di aiuto per gli allevamenti ovicaprini, circa il 54% a livello nazionale sul totale del comparto.
Interessante è mettere in evidenza l'emergere della Calabria come maggiore Regione che ha previsto premi per l'Eco schema 2, inerbimento delle colture arboree, la quale da sola ha previsto circa il 15% di erogazione a livello nazionale, e come medesimo trend positivo si sia mantenuto per l'Eco-schema 3, salvaguardia olivi di particolare valore paesaggistico, dove ha visto oltre il 22% dei pagamenti a livello nazionale.
Per l'Eco schema 4, sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento, come era immaginabile l'Emilia-Romagna presenta il più alto riscontro positivo, oltre il 14% a livello nazionale, avendo importanti estensioni interessate da culture foraggere.
Il tanto discusso Eco schema 5, misure specifiche per gli impollinatori, oggetto di attenzione e di attuale modifica da parte dell'Italia ha visto un'attuazione importante in Calabria.
Dai dati dei pagamenti sul CIS, cioè dei pagamenti accoppiati, emergono in maniera evidente le peculiarità storiche e lo sviluppo colturale della penisola italiana. La quasi totalità di premio accoppiato sul riso è stato richiesto al Nord Italia, riconfermando il Piemonte leader della produzione di riso italiano. L'Emila Romagna invece continua ad essere la più forte produttrice di barbabietola e di pomodoro da industria, anche se in particolare le province di Ravenna e Ferrara sono state duramente colpite dall'alluvione dello scorso maggio che ha portato anche alla perdita di diverse superfici trapiantate. Il Veneto invece, prevede quasi la metà dei pagamenti accoppiati sulle colture proteiche, in particolare prevede il contributo accoppiato maggiore per la produzione di Soia. Per quanto riguarda il settore zootecnico, in coerenza con quanto visto già negli eco-schemi, il Nord Italia, in particolare Lombardia e Veneto, ha previsto il maggior sostegno accoppiato per gli allevamenti bovini, mentre la Sardegna, come da tradizione, annovera il maggior sostegno accoppiato per l'allevamento ovi-caprino.
Con il nuovo Piano Strategico Nazionale, che detiene in un'unica visione strategica in linea con gli obiettivi comunitari e l'espressione delle tipicità e fabbisogni nazionali, si è ritenuto opportuno dare uno sguardo di insieme al primo anno di attuazione dei pagamenti diretti del FEAGA essendo il fondo che detiene oltre metà della dotazione finanziaria della PAC nazionale, e che cerca di dare continuità al sostentamento al reddito degli agricoltori, che scelgo di attuare un'agricoltura eco-sostenibile, proporzionalmente alla propria dimensione aziendale e alle caratteristiche territoriali in cui tali realtà aziendali sono allocate.
Mariagrazia Cuozzo e Luigi Ottaviani
PianetaPSR numero 137 settembre 2024