La Rete Rurale Nazionale ha partecipato alla Manifestazioni Apistiche 2024 - organizzate dall'Osservatorio Nazionale Miele - appuntamento che ogni anno chiama a raccolta i principali stakeholder della filiera delle api e del miele: gli attori istituzionali, in primis MASAF e Regioni, le principali associazioni degli apicoltori, i tecnici apistici, la ricerca.
L'appuntamento, tenutosi a Castel San Pietro Terme (BO) tra il 13 e il 15 settembre, è stato scandito da numerosi momenti di confronto e analisi sul settore, alla luce dei primi effetti degli interventi PAC per apicoltura e impollinatori e a fronte di una annata estremamente difficile, con risultati economici compromessi da crisi climatica e difficoltà di mercato.
Molti sono stati gli ambiti e i contesti di discussione, uno in particolare, dal titolo "Conoscere i parametri economici per azioni concrete a difesa dell'impresa apistica" ha previsto un serrato scambio tra apicoltori e ricercatori CREA impegnati nel percorso di affiancamento al MASAF e alle Regioni nell'implementazione degli interventi a sostegno dell'apicoltura e a salvaguardia degli impollinatori e nella definizione della metodologia per la determinazione dei costi di produzione del miele (Honey Cost). A un paio di anni dall'avvio della programmazione PAC che ha portato molte novità in termini di interventi e sostegni al settore (sia per la valenza produttiva che per quella ambientale), si rendeva opportuno un primo scambio sulla percezione del settore su diversi impianti di programmazione, in particolare l'introduzione dell'Eco-schema 5 "Misure specifiche per gli impollinatori", l'intervento SRA 18 "Impegni per l'apicoltura", la questione relativa al mancato sostegno all'alimentazione di soccorso nell'ambito degli Interventi strutturali (ex OCM). L'insieme di queste tematiche, insieme alla sperimentazione avviata per rilevare i costi di produzione che l'azienda sostiene per la produzione del miele, ha stimolato il gruppo di ricerca del CREA-PB alla realizzazione di un momento di riflessione, condiviso con l'Osservatorio Nazionale Miele, sotto forma di Focus Group con gli operatori del settore.
L'obiettivo dell'incontro, dunque, era cogliere impressioni e spunti di riflessione e raccogliere informazioni e prime considerazioni sugli impatti delle nuove strategie adottate a livello nazionale e regionale, a partire dalle modalità di comunicazione e recepimento degli interventi, ritenute cruciali per la corretta comprensione e applicazione degli stessi. In particolare, due importanti strumenti per il settore, Eco5 e SRA18, sono infatti novità assolute per la programmazione nazionale e regionale e, come tali, presentano qualche complicazione in termini di recepimento e implementazione, sia nel loro concetto ispiratore, sia nelle modalità attuative (e di controllo della spesa).
Le considerazioni emerse sull'Eco-schema 5, l'intervento inserito in un complesso di azioni racchiuse nell'architettura verde del Piano Strategico della PAC, hanno evidenziato una comunicazione non sempre semplice e lineare (a tratti "distorta") delle informazioni contenute e delle finalità perseguite tanto da distogliere, in alcuni casi, l'attenzione dalle opportunità offerte, scoraggiando l'adozione del provvedimento o diminuendone le potenzialità. Di fatto, una non corretta "interpretazione" dell'Ecoschema 5 e una trattazione basata sulla complessità dell'impianto, hanno fatto da deterrente alla partecipazione, e questo elemento è stato evidenziato da molti partecipanti al dibattito. La necessità manifestata con ricorrenza è quella di chiarire ancora meglio e con maggiore insistenza i nodi presenti e irrisolti, causa anche di una incompleta attuazione dell'intervento (come mostrato dai risultati ottenuti dopo il primo anno di attuazione). L'eco-schema 5 nel 2023, non ha infatti raggiunto i target previsti in fase di programmazione (sia in termini di superfici programmate sia, evidentemente, in termini di risorse da utilizzare) pur ricevendo un importante interesse, da parte degli agricoltori, quantificato in oltre 60 mila ettari di superficie richiesta, ripartiti per i due terzi come seminativi e, per la restante parte come superficie occupata da colture arboree. Segno evidente che ancora molto c'è da fare in termini di comunicazione e trasferimento dei benefici complessivi, trattandosi di impegni destinati alla biodiversità, quindi non produttivi, ma vantaggiosi per lo sviluppo e il mantenimento della biodiversità animale e vegetale.
In merito all'intervento di sviluppo rurale a favore delle aziende apistiche, SRA 18 "Impegni per l'apicoltura", il dibattito si è vivacizzato, e i partecipanti, per la totalità, hanno evidenziato il grande apprezzamento del sostegno, valutato con interesse dalla platea, nutrita anche dal contributo di alcune Regioni intervenute con i propri rappresentanti. Sono state evidenziate anche criticità, in particolare la non completa adesione da parte delle Regioni: l'adozione dell'intervento in soli 13 CSR su 21. Le principali associazioni rappresentative della filiera apistica evidenziano la non equità tra aziende che possono richiedere sostegni e altre non beneficiarie in quanto residenti in regioni che non hanno attuato l'intervento. Sarebbe auspicabile a loro avviso un'azione di sensibilizzazione verso le Regioni che si son mostrate restie o esitanti in merito all'applicazione di un intervento nuovo, sperimentato nella programmazione precedente solo dalla Regione Calabria che ne aveva avviato l'iter come pilota e che ora è diventata punto di riferimento per le altre. E anche alle Regioni che ne hanno previsto l'attuazione, il mondo apistico chiede a gran voce l'armonizzazione di diversi aspetti, così da soddisfare le esigenze di una platea di potenziali beneficiari, più vasta dell'attuale, che vanno dai massimali previsti alle condizioni di ammissibilità alla zonizzazione delle aree. Tra le evidenze emerse in maniera significativa è stata esposta dal mondo apistico una spiccata volontà e necessità di costruire/rafforzare maggiori sinergie con gli agricoltori e di sollecitare le imprese agricole a introdurre l'apicoltura all'interno della propria struttura produttiva, con l'intento di migliorarne sia la redditività che la biodiversità degli areali. Altro aspetto emerso in sede di dibattimento ha segnalato una necessità di rafforzare l'efficacia comunicativa su ragioni e obiettivi dell'intervento, interpretato come un sostegno al reddito piuttosto che come azione destinata all'incremento della biodiversità in aree dove va incoraggiata l'azione di impollinazione delle api. Il confronto ha capitalizzato anche le criticità espresse da una annata molto critica per il mondo delle api e dei suoi produttori, scandita da una condizione meteorologica che ha penalizzato le rese e ha registrato la perdita di nuclei non sempre capaci di resistere a condizioni climatiche estreme che hanno caratterizzato il 2024 in maniera diffusa su tutto il territorio.
Il dibattito, infine, si è orientato sul progetto volto alla determinazione dei costi di produzione che richiede, per affinare risultati e elaborazioni, di una base dati quanto più completa possibile rispetto al campione statistico individuato e che, essendo anche in questo caso un'azione pilota, ha incontrato resistenze e talvolta indisponibilità a fornire le informazioni richieste agli apicoltori. Una situazione che sta migliorando con le rilevazioni in corso che a breve saranno in grado di restituire uno spaccato più aderente alla realtà delle aziende produttrici.
L'incontro è stato molto partecipato, caratterizzato dalla presenza di stakeholder qualificati, elemento che ha garantito una vigorosa interazione tra i diversi soggetti, compreso un fattivo scambio con i ricercatori CREA PB. Facendo emergere la necessita di organizzare ulteriori momenti di scambio tra mondo produttivo, istituzioni e mondo della ricerca, e l'utilità di questi eventi di confronto che favoriscono l'apprendimento, la conoscenza reciproca e di meccanismi di funzionamento degli strumenti di policy e, infine, permettono di calibrare in maniera più efficace gli interventi a favore dell'apicoltura.
Teresa Lettieri, Antonio Papaleo, Milena Verrascina
PianetaPSR numero 138 ottobre 2024