Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese.
Nella sezione Dati e analisi del nuovo sito dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia del CREA Agricoltura e Ambiente è possibile consultare la pagina Monitoraggio agrometeo per visualizzare la galleria delle mappe degli indici mensili stimati per l'anno corrente (AgroMIND). Questa sezione contiene anche la pagina Previsioni agrometeo che permette di accedere alla galleria delle previsioni agrometeorologiche a 7 giorni, aggiornate quotidianamente (AgroFIND). La documentazione dei materiali presentati in AgroMIND e AgroFIND, comprensiva dei principali metadati, è disponibile al seguente link.
Le analisi mensili si basano su dati giornalieri pubblicati con cadenza annuale al seguente link. Tale dataset, aggiornato quotidianamente per uso interno, deriva da dati di rianalisi preliminari (ERA5T) disponibili in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus, la cui successiva validazione, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti solitamente trascurabili. Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati nel seguente articolo.
Dopo le straordinarie ondate di calore dei mesi precedenti, le temperature si sono approssimate alla media mensile, benché permangano ancora moderate anomalie positive nei valori minimi, in particolare nel Centro (+0,7 °C) e nel Mezzogiorno (+0,8 °C), mentre per le massime si nota una lieve anomalia negativa (-0,7 °C) nel Nord. Molto più estremo è stato l'andamento delle precipitazioni, sopra media in tutta Italia, con gli scarti più elevati al Nord (+ 80%) e al Centro (+70%). Questa situazione, associata ad una domanda evapotraspirativa nella norma, si riflette nel bilancio idroclimatico, positivo e notevolmente sopra la norma al Nord e al Centro e con valori leggermente negativi (ma comunque nella norma) nel Mezzogiorno. Le ripercussioni sull'indice di siccità mostrano un'attenuazione sia delle condizioni di umidità al Nord, passate da severe a moderate, sia di quelle di del Mezzogiorno che da una precedente Siccità moderata sono tornate Nella norma.
Passando a un maggior dettaglio territoriale, i valori regionali di temperatura minima (fig. 1a) hanno superato la norma di 1,2 °C in Basilicata, Calabria e Molise e di 1 °C in Puglia e Marche, mentre quelli delle altre regioni sono risultati nella norma. La situazione è più diversificata per la temperatura massima (fig. 1b), con valori medi inferiori alla norma in varie regioni del Nord: Alto Adige (-2,4 °C), Valle d'Aosta (-1,9 °C), Piemonte (-1,3 °C), Trentino (-1,2 °C) e Sardegna (-0,8 °C). Le anomalie positive hanno riguardato prevalentemente la Calabria (+1,3 °C) e la Sicilia (+ 0,7 °C).
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - settembre 2024
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In tutto il Paese, la frequenza delle temperature minime estreme (fig. 2a) ha superato diffusamente il 10%. I valori maggiori si sono registrati in Calabria (33%), Puglia (31%), Molise e Basilicata (30%). Più moderata, in particolare nel Nord, è stata la frequenza delle temperature massime estreme (fig. 2b). I valori maggiori hanno interessato la Calabria (30%), la Sicilia e le Marche (24%).
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - settembre 2024
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Le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio fino a fine settembre, a livello nazionale superano i 4360 gradi giorno, con valori regionali maggiori di 5000 gradi giorno in Puglia, Sicilia e Calabria (fig. 3a). I valori regionali più bassi interessano le regioni alpine: Valle d'Aosta (1707) e Alto Adige (1900). Tali accumuli termici superano ancora una volta la media climatica (fig. 3b), con un quadro molto simile a quello dei mesi precedenti. Le anomalie medie nel Centro e nel Mezzogiorno hanno superato di poco i +500 gradi giorno; i valori medi regionali più elevati hanno investito la Basilicata (+642 gradi giorno), mentre in varie regioni le anomalie hanno superato i +550 gradi giorno (Calabria, Molise, Abruzzo, Campania, Lazio, Umbria e Marche). Le anomalie più moderate si notano in Alto Adige (+161) e in Piemonte (+217).
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - settembre 2024
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La figura 4a mostra i valori regionali più elevati delle sommatorie termiche con soglia di 10 °C in Puglia (2611 gradi giorno), Sicilia (2528) e Calabria (2355). Gli accumuli più bassi si concentrano nel Nord, in particolare in Valle d'Aosta (316), Alto Adige (423) e Piemonte (1291). A livello nazionale, i valori dell'indice superano la norma di 268 gradi giorno (fig. 4b), con le anomalie più basse al Nord (+133 gradi giorno), dove il valore regionale minimo si riscontra in Piemonte (+70), e più alte nel Mezzogiorno (+385), dove in Calabria e in Basilicata si sono raggiunti rispettivamente +511 e +452 gradi giorno.
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - settembre 2024
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Le piogge hanno interessato prevalentemente il Nord-Est, dove si sono registrati valori medi regionali di precipitazioni mensili (fig. 5a) pari a 343 mm in Friuli-Venezia Giulia. Apporti piovosi compresi tra circa 200 e 250 mm hanno investito Veneto, Trentino, Lombardia, Liguria e Alto Adige. Molto più moderate sono state le precipitazioni nel Mezzogiorno (76 mm), con i valori più bassi, tra 53 e 67 mm, relativi a Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. La figura 5b mostra come le precipitazioni siano state molto superiori alla norma nelle Marche (+ 122%) e nel Nord-Est, risultando più che raddoppiate in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Alto Adige. Estese anomalie positive, sebbene più attenuate si notano in tutto il Centro e in Campania e Sardegna. All'opposto, nel Mezzogiorno gli apporti piovosi sono risultati pressoché nella norma.
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - settembre 2024
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Considerando l'indice rx1day, che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6a), i fenomeni più rilevanti si sono verificati ancora una volta al Nord, dove in media si sono raggiunti 50 mm e in quasi tutte le regioni i valori hanno superato i 40 mm. I valori regionali più elevati si notano in Friuli-Venezia Giulia (77 mm) e Veneto (67 mm). Nelle regioni del Centro l'indice è compreso tra 30 e 40 mm (Marche). Nel Mezzogiorno, valori superiori a 20 mm hanno interessato Abruzzo (35 mm), Molise (31 mm), Campania (25 mm) e Sicilia (23 mm).
L'indice rx5day, relativo ai valori massimi di precipitazione giornaliera cumulati nell'arco di 5 giorni consecutivi (fig. 6b), conferma la particolare criticità degli eventi verificatisi al Nord (105 mm); il valore peggiore ha interessato il Friuli-Venezia Giulia (168 mm) e il Veneto (140 mm), mentre apporti prossimi o superiori a 90 mm hanno colpito Trentino, Lombardia, Emilia-Romagna, Alto Adige e Piemonte. Al Centro, in tutte le regioni si sono superati i 60 mm, ma spicca il valore delle Marche pari a 101 mm. Nel Mezzogiorno, valori intorno a 60-70 mm hanno riguardato l'Abruzzo e il Molise.
Figura 6 - Precipitazioni intense: valori massimi cumulati in un singolo giorno (a, sx) e nel corso di 5 giorni consecutivi (b, dx) - settembre 2024
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Anche dalla cronaca si evince che precipitazioni intense e grandinate hanno caratterizzato varie zone dell'Italia. In particolare, nella prima metà del mese, si sono verificati violenti temporali accompagnati da vento forte e grandinate, come in Romagna e nel bolognese (5 settembre), in Toscana, e in particolare nel lucchese (8 settembre), nel trevigiano e nel padovano (10-11 settembre), nel Lazio (10-12 settembre), colpendo maggiormente l'area romana e il viterbese. In Trentino la grandine del 28 settembre ha colpito i frutteti della Val di Non e della Val di Sole.
L'evento più rilevante riguarda l'alluvione che ha investito nuovamente l'Emilia-Romagna estendendosi alla fascia costiera delle Marche in conseguenza delle piogge eccezionali cadute a partire dal giorno 17, portando alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri.
L'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), si conferma massima nel Mezzogiorno con valori regionali maggiori di 100 mm in Puglia, Sardegna, Sicilia, Basilicata e Calabria. I valori più bassi, intorno a 50 mm, riguardano le aree più settentrionali, in particolare il Trentino-Alto Adige e la Valle d'Aosta. L'analisi delle anomalie (fig. 7b) evidenzia livelli evapotraspirativi nella norma, ad eccezione dell'Alto Adige (-11%).
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - settembre 2024
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La mappa del bilancio idroclimatico (fig. 8a) mostra condizioni di surplus su quasi tutto il Nord, con i valori medi regionali più elevati in Friuli-Venezia Giulia (+274 mm), Veneto (+183 mm), Trentino (+180 mm), Alto Adige (+148 mm) e Lombardia (+141 mm). Al centro, il bilancio idrico è positivo nelle Marche (+84 mm) e in Toscana (+77 mm), dove il surplus si concentra nelle province di Massa e Lucca. Nel Mezzogiorno prevalgono invece condizioni di deficit; i valori regionali sono prossimi o inferiori a -50 mm in Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. La situazione è in linea con le medie climatiche nel Mezzogiorno e in gran parte del Centro, ad eccezione delle Marche dove il bilancio ha superato la norma di 94 mm (fig. 8b), mentre nel Nord si evidenziano estese ed intense anomalie positive, superiori a + 100 mm in Trentino, Alto Adige ed Emilia-Romagna, che arrivano a +133 mm in Veneto e addirittura a +169 mm in Friuli-Venezia Giulia. Fanno eccezione Piemonte e Valle d'Aosta, nella norma.
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) e anomalie (b) - settembre 2024
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La mappa dell'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), mostra un'attenuazione generale delle condizioni di umidità al Nord, sebbene condizioni di Umidità severa continuino ad interessare gran parte del territorio e ampie aree di Lombardia, Alto Adige, Trentino ed Emilia Romagna permangano ancora in Umidità estrema. A livello regionale, se si esclude la Valle d'Aosta, tutte le regioni del Nord sono in eccesso di umidità, che risulta di grado severo in Veneto, Trentino, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. In Siccità moderata ricadono invece Basilicata, Calabria e Puglia e localmente i settori orientali della Sicilia e il sud della Sardegna. La mappa dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, mostra condizioni Nella norma in quasi tutto il Nord, ad eccezione di un'estesa area del Nord-Est, tra Alto Adige, Trentino e Veneto, di una fascia dell'Appennino Tosco-Emiliano che si estende fino alle Marche, oltre a situazioni più localizzate, dove permane uno stato di umidità moderata, mentre per il resto del territorio le condizioni di siccità del mese precedente sono rientrate nella norma.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b)- settembre 2024
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L'analisi degli indici bioclimatici si concentra sulle colture di vite e olivo.
Riguardo alla vite, durante il periodo vegetativo è importante valutare il soddisfacimento delle esigenze termiche proprie delle diverse varietà e, a questo scopo, l'indice di Huglin fornisce informazioni utili (figure 10a-10b). Questo indice considera soltanto le sommatorie delle temperature durante il periodo diurno, quando si manifesta l'attività fotosintetica delle piante, pertanto è anche denominato indice eliotermico. A livello nazionale l'indice ha raggiunto un valore pari a 2241 gradi giorno, circa 230 oltre la media climatica. I valori regionali più bassi hanno riguardato il Nord (in media 1844 gradi giorno), dove il minimo si è registrato in Valle d'Aosta (521) e il massimo in Emilia-Romagna, il cui valore medio ha raggiunto i 2390 gradi giorno. Le regioni del Centro hanno presentato valori compresi tra i 2348 della Toscana e i 2521 del Lazio, localmente maggiori lungo le coste. Nel Mezzogiorno i valori più elevati hanno interessato Basilicata (2620), Sicilia (2709) e Puglia (2832). Ad eccezione di una vasta area del Piemonte e della foce del Po, nella norma, il resto della Penisola ha presentato anomalie positive dell'indice di Huglin, particolarmente accentuate sulle regioni del versante tirrenico medio-basso e nelle aree interne della Sicilia (Fig.10b). A livello regionale spiccano i valori della Basilicata e della Calabria, che hanno superato il riferimento climatico di oltre 400 gradi giorno. Queste anomalie hanno portato ad anticipi generalizzati delle vendemmie, avviate già a luglio in Sicilia e per le varietà precoci completate ad agosto in Puglia e Abruzzo. Dalla metà di agosto, con circa una settimana di anticipo, sono iniziate anche le raccolte delle basi da spumante in Francia Corta e Oltre Po e delle uve di Romagna e Toscana. Durante il mese di settembre gli anticipi si sono ridotti e sono cominciate le vendemmie delle varietà più tardive, ancora in corso [1].
Figura 10- Indice di Huglin (a, sx) e anomalie (b, sx) - settembre 2024
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Nella figura 11 sono rappresentate le fasi fenologiche raggiunte alla fine di settembre dall'olivo, come risulta dall'analisi combinata dei dati provenienti da simulazioni modellistiche e da osservazioni in campo (si veda anche https://www.reterurale.it/bollettinofeno).
La mappa mostra come durante il mese l'olivo abbia iniziato in gran parte del territorio il mesostadio di maturazione (BBCH 81-83), in particolare in Pianura Padana e lungo le coste della Penisola, mentre risulti al termine dell'ingrossamento delle drupe (BBCH 79) nelle aree più interne e a quote maggiori. Il bollettino dell'Arpa Veneto riporta che l'invaiatura è in atto in tutti gli areali veneti, dove gli abbassamenti delle temperature e le piogge del mese hanno limitato il volo della mosca delle olive, anche se le infestazioni, sebbene non significative, sono comunque in aumento [2]. In Trentino nelle zone più precoci e negli impianti meno carichi di produzione si ha l'inizio del viraggio del colore dei frutti e le varietà a maturazione più precoce, come Leccino e Pendolino, hanno iniziato l'invaiatura, mentre nelle aree più fredde gli olivi sono ancora nella fase fenologica di accrescimento delle drupe [3]. Anche nei bollettini di Liguria e Puglia si riporta che le drupe hanno iniziato a virare di colore e per le olive da tavola pugliesi è iniziata la maturazione [4, 5]. In Abruzzo, infine, è già iniziata la raccolta delle varietà più precoci, come il Leccino [6].
Figura 11 - Fasi fenologiche olivo - 26 settembre 2024
Come riportato nelle analisi mensili del servizio C3S di Copernicus [7], settembre 2024 è stato a livello globale il secondo settembre più caldo di sempre dopo quello del 2023, raggiungendo i 16,2 °C, con anomalie positive di 0,7 °C e di 1,5 °C in relazione rispettivamente al valore climatico 1991-2020 e al periodo preindustriale 1850-1900. La temperatura superficiale dell'aria è stata quasi ovunque sopra la media, con le anomalie positive maggiori verificatesi in Canada, soprattutto nella parte orientale, Stati Uniti centrali e occidentali e Antartide orientale. Anomalie positive diffuse ma più contenute sono state registrate in America meridionale (accompagnate da numerosi incendi e da condizioni di estrema scarsità idrica), Africa nord-orientale, Cina e India settentrionali, Giappone e Australia nord-occidentale. Temperature al di sotto della media si sono verificate nelle regioni del Sahel, in Africa meridionale, lungo la costa orientale degli Stati Uniti, in Asia Centrale e in Antartide occidentale. L'Europa è risultata termicamente divisa in due, con la parte orientale in anomalia termica positiva, specialmente su Finlandia, Repubbliche Baltiche, Polonia, Bielorussia, Ucraina e Russia Orientale; al di sotto della media, invece, tutte le zone dell'Europa occidentale specialmente Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Irlanda e Islanda.
In Europa le piogge sono state diffusamente al di sopra della media [8], soprattutto sulle zone occidentali e centrali (ad esclusione di Irlanda, Scozia e Penisola Iberica meridionale), a causa del passaggio della tempesta Boris che è stata accompagnata da piogge torrenziali e alluvioni. Al contrario, precipitazioni al di sotto della media sono state osservate in tutta l'Europa orientale, sulle stesse zone che hanno registrato le forti anomalie termiche positive. L'umidità del suolo rispecchia parzialmente l'andamento delle precipitazioni poiché influenzata particolarmente dalla prolungata e diffusa assenza di pioggia di inizio mese. Così, ad esempio, le aree centro-orientali europee, pur con anomalie positive di precipitazione, hanno mantenuto per tutto il mese valori di umidità del suolo al di sotto della media.
Secondo il bollettino del JRC "MARS Bulletin - Crop monitoring in Europe - September 2024" [9], durante il mese, condizioni più umide e fredde si sono verificate in vaste aree dell'Europa, in particolare in Germania meridionale e orientale, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Slovenia. Queste aree sono state colpite anche da tempeste forti e persistenti (la tempesta Boris tra l'11 e il 16 settembre), con alluvioni estese che hanno danneggiato le colture in campo.
Nonostante le piogge settembrine, i territori italiani afflitti dalla siccità non hanno mostrato miglioramenti, come osservato dall'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ANBI [10]. Sicilia orientale e centrale sono rimaste in forte crisi idrica (al contrario della parte occidentale dove localmente si sono registrati surplus pluviometrici) e secondo le autorità di bacino tra novembre e gennaio, salvo piogge straordinarie, le riserve idriche potrebbero esaurirsi. Tutti gli invasi dell'Italia meridionale si sono avvicinati al completo svuotamento, specialmente quelli lucani e pugliesi. In Campania, dopo un primo periodo di abbondanti precipitazioni con conseguenti aumenti dei livelli fluviali, le portate sono risultate in diminuzione. Nonostante le copiose precipitazioni del mese, nel Lazio, tutti i bacini della provincia romana hanno mostrato livelli in progressivo declino, così come il lago Trasimeno in Umbria e in generale tutti i livelli dei fiumi di entrambe le regioni, ad esclusione solo del Tevere che è risultato in leggera crescita. In Abruzzo le riserve idriche destinate all'irrigazione si sono esaurite da mesi e si è aggravata la situazione anche per quelle potabili nelle zone più meridionali. Anche nel resto del centro Italia i flussi negli alvei hanno continuato a decrescere, ad eccezione di quelli stazionari di Nera e Tronto nelle Marche e di quelli in aumento di Sieve e Serchio in Toscana. In Liguria i livelli dei fiumi sono invece cresciuti, ad eccezione dell'Entella. Anche in Emilia-Romagna i livelli idrici sono aumentati ovunque, tranne quello del Savio, e le riserve idriche Romagnole sono risultate superiori alla norma. I livelli dei grandi laghi del Nord, tutti in aumento contenuto, hanno raggiunto percentuali di riempimento superiori al 70%, ad eccezione del Lago di Garda che si è attestato sul 45,9%. In Veneto si è registrata una crescita generalizzata delle portate fluviali. Le riserve idriche lombarde sono scese, pur rimanendo sopra la norma del periodo (+9.6%). Le portate dei fiumi piemontesi sono diminuite ovunque, tranne quelle di Toce e Stura di Lanzo, ma sono rimaste sopra alla media del periodo. La Dora Baltea in Valle d'Aosta è risultata in aumento. Il fiume Po, infine, ha fatto registrare un calo di livello nel tratto piemontese, ma un aumento sia in Lombardia che in Emilia-Romagna.
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Giulia Maria Bellucci, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 137 settembre 2024