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LEADER

LEADER, qualcosa è cambiato

Il programma, arrivato alla sesta "generazione", si evolve per affrontare le sfide legate allo sviluppo delle aree rurali. I primi risultati di un'analisi della RRN.

A oltre trent'anni dalla sua concezione, il programma LEADER è giunto alla sua sesta "generazione" e lo ha fatto mantenendo invariati i suoi principi metodologici fondamentali. LEADER continua a sostenere lo sviluppo delle aree rurali attraverso un approccio locale e bottom-up: utilizza le risorse territoriali e sviluppa strategie integrate, multisettoriali e innovative attraverso partenariati locali, organizzati nei GAL (Gruppi di Azione Locale), realizzando attività di cooperazione e networking e delegando competenze in un'ottica di decentramento amministrativo.

Nonostante questa continuità, LEADER ha saputo evolversi, adattandosi al contesto politico-strategico e rispondendo alle sfide emergenti in tema di sviluppo e mediazione delle competenze tra istituzioni e soggetti coinvolti.

In questa fase, l'introduzione del Piano Strategico della Politica Agricola Comune (PSP) ha arricchito il programma di nuovi strumenti per rispondere alle difficoltà passate e rafforzare una pianificazione più vicina alle esigenze locali, basata su processi partecipativi di co-progettazione e co-realizzazione con i beneficiari locali. L'obiettivo è dotare i GAL di strumenti per promuovere sinergie tra attori pubblici e privati, stimolare le comunità locali e favorire un'innovazione sociale ed economica più ampia nelle zone rurali.

Tra le novità più rilevanti troviamo:

  • la possibilità di pianificare azioni specifiche oltre quelle ordinarie del PSP;
  • l'introduzione delle "azioni di accompagnamento," che i GAL possono collegare ad altre attività della Strategia Locale;
  • l'avvio di progetti complessi che combinano azioni dirette e operazioni a bando.

Inoltre, LEADER assume un ruolo strategico in interventi ordinari come l'iniziativa SRG07 Smart Village.

L'indagine RRN

Una recente analisi della RRN-Rete LEADER, condotta su 1356 azioni pianificate in 162 Strategie Locali selezionate entro il 2023, mostra come le Autorità di Gestione regionali e i GAL abbiano saputo cogliere queste opportunità, orientando le strategie locali verso una maggiore capacità di intervento e ponendo i GAL come promotori di sviluppo.

Analizzando le azioni delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) rispetto agli obiettivi della Visione di lungo termine dell'UE, emerge un contributo all'ambizione di rendere le aree rurali più resilienti, connesse e prospere. Questo approccio evidenzia una crescente attenzione dei GAL verso il miglioramento della partecipazione civica, della governance, dell'accesso ai servizi, delle attività culturali, delle infrastrutture, del capitale umano e della connettività digitale, oltre che verso l'innovazione sociale e la cooperazione tra territori. (Fig.1)

Infatti, le attuali Strategie Locali si concentrano su alcune azioni chiave come la creazione di smart villages e smart communities, sull'incoraggiamento di nuove imprese extra-agricole e la diversificazione agricola, sulle infrastrutture rurali. (Fig.2)

 
Figura 2
 

Con particolare riferimento al supporto per la creazione di smart villages e smart community, nelle Strategie analizzate sono state pianificate: 721 azioni ordinarie SRG07 e 251 azioni specifiche che si riferiscono all'indicatore di risultato del FEASR R40 "transizione intelligente dell'economia rurale: numero di strategie di villaggi intelligenti finanziate"; un investimento complessivo di oltre 420 milioni di euro. Complessivamente queste azioni sosterranno oltre 2.500 progetti o strategie smart.

I GAL, quindi, hanno colto l'opportunità di mettere in campo progetti con una maggiore complessità, che li porta anche a rafforzare il proprio ruolo di capacity builder. Infatti, è evidente un incremento significativo di azioni (circa il 35%) a gestione diretta dei GAL, di cui l'8% combina attività a bando. Le azioni a gestione GAL mirano a rafforzare le capacità locali tramite operazioni di accompagnamento e supporto ai progetti di comunità, dimostrando la centralità dei Gruppi nel costruire capacità locali e promuovere uno sviluppo rurale sostenibile e partecipato. (Fig.3 e 4)

figura 4
 

In sintesi, l'approccio LEADER dimostra la sua capacità di evolversi in risposta ai bisogni emergenti delle aree rurali, mantenendo al contempo saldi i propri principi metodologici. La sesta fase di programmazione, arricchita dagli strumenti introdotti con il PSP, sembra  permettere un coinvolgimento attivo delle comunità locali nei processi decisionali, stimolando una governance inclusiva e un maggiore senso di appartenenza ai progetti di sviluppo.

Con questa nuova generazione, LEADER si pone non solo come strumento di sostegno, ma come catalizzatore di cambiamento, orientando le aree rurali italiane verso un futuro più sostenibile, innovativo e partecipato.

 

Raffaella Di Napoli
CREA - PB

 
 

PianetaPSR numero 138 ottobre 2024