Il patrimonio forestale italiano ha oggi superato gli 11,5 milioni di ettari, coprendo più di un terzo del territorio nazionale. L'Italia è quindi un paese forestale, ma non ne è ancora consapevole.
Nel corso dei secoli i boschi d'Italia, dalle Alpi ai Nebrodi, sono stati vissuti, raccontati, sacralizzati, utilizzati, distrutti, creati, modificati e trasformati, ma sono rimasti nel tempo una sicura fonte di risorse insostituibili per la sopravvivenza di piccole comunità e per lo sviluppo si intere società. Sul bosco poggiano le fondamenta della nostra civiltà e della nostra cultura.
Il risultato del rapporto millenario uomo-bosco si è così concretizzato nel tempo, al fine di soddisfare le esigenze quotidiane del tempo, definendo i paesaggi che oggi conosciamo e tuteliamo. Da sempre il bosco ha garantito materie prime rinnovabili e prodotti legnosi e non legnosi, per cucinare e scaldarsi, per costruire case, palazzi, ponti e navi, per nutrirsi, per ottenere nuove superfici da cui ricavare terre da coltivare e pascolare, nuovi spazi per costruire città, strade e infrastrutture.
Solamente negli ultimi due secoli questo millenario rapporto è progressivamente cambiato. Oggi il bosco viene ancora percepito come un simbolo di mistero e di paesaggio aspro e selvaggio, ma la sua storica funzione produttiva nel fornire beni utili all'uomo si è fortemente ridimensionata, e il suo ruolo si è arricchito di una nuova sensibilità e di nuove esigenze e necessità. Oggi al bosco viene riconosciuta la possibilità di assolvere a una molteplicità di funzioni sociali ed ecosistemiche, e ci si rivolge a lui troppo spesso come panacea a tutti i nostri mali. Viene richiesto al bosco di garantire contemporaneamente: la conservazione della biodiversità, del suolo e delle risorse idriche; la purificazione dell'aria e dell'acqua; la mitigazione dei cambiamenti climatici; la protezione dell'identità paesaggistica e culturale dei territori; l'utilità didattica, turistica, ricreativa, nonché l'approvvigionamento di materie prime legnose. Interessi ed esigenze che spesso entrano in conflitto, ma a prescindere da quali siano e di quale momento storico, il rapporto uomo-bosco si è sempre basato, su un equilibrio delicato che, ora più che mai, deve costruirsi su conoscenze scientifiche e competenze operative, in grado di garantirne, la salvaguardia, l'estensione, la distribuzione, la ripartizione geografica, la diversità ecologica e bio-culturale.
Il bosco può apparire come una semplice superficie su cui si sviluppa un'associazione vegetale formata da alberi, arbusti e cespugli. In realtà, le foreste e il bosco sono molto di più. Sono fondamentali per l'equilibrio della vita sulla Terra, indispensabili nel fornire benefici multipli, tangibili e intangibili, al genere umano oggi riconosciuti come "Servizi Ecosistemici".
Le attività umane, di ogni tipo e genere, in ogni luogo e tempo, impattano sulle relazioni trofiche degli ecosistemi forestali, modificando creando nuovi equilibri ecologici, incidendo positivamente o negativamente, sulla capacità degli ecosistemi di fornire questi servizi.
L'uomo ha, quindi, la responsabilità, attraverso la Gestione Sostenibile di garantire le funzioni ambientali, economiche e socio-culturali che il bosco è in grado di fornire, per la società di oggi e per le generazioni future. Una responsabilità che si deve consolidare su moderne conoscenze tecniche e scientifiche, costruire sulle radici storico culturali e che ci permetterà di proporre una nuova "cultura del bosco", in grado di affrontare le sfide globali del nuovo millennio.
Raoul Romano
CREA - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia