Home > Pianeta Rurale > Europa > La Legge UE sul Ripristino della Natura in relazione allo stato ambientale dei corpi idrici superficiali in Italia
ambiente
Ambiente

La Legge UE sul Ripristino della Natura in relazione allo stato ambientale dei corpi idrici superficiali in Italia

Una panoramica della situazione italiana.

Il ripristino della biodiversità e la resilienza ai cambiamenti climatici sono elementi chiave della transizione verde prevista dal Green Deal Europeo, volta a garantire un' Europa a impatto climatico zero. Tra questi aspetti, anche la conservazione dello stato delle risorse idriche svolge un ruolo cruciale. La nuova Legge sul Ripristino della Natura (LRN), entrata in vigore ad agosto 2024 con il Reg (UE) 2024/1991, sembra essere la normativa europea più promettente per il pieno recupero e la protezione degli habitat naturali europei e, non da ultimo, la salvaguardia delle risorse idriche in sinergia con la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE (DQA). Pertanto, alla luce degli obiettivi fissati dalla LRN per il ripristino delle acque interne, si propone una breve rassegna dello stato ambientale dei corpi idrici superficiali in Italia (nello specifico, fiumi e laghi) e delle barriere attualmente individuate.

Obiettivi della LRN per le risorse idriche

Concepita in seno alla Strategia per la Biodiversità 2030 del Green Deal europeo, la LRN è stata progettata per fissare obiettivi vincolanti per il recupero delle aree ed ecosistemi terrestri, di acque dolci e marini dell'UE. Questo regolamento stabilisce obiettivi specifici da implementare progressivamente per il pieno ripristino degli ecosistemi in tutta l'UE. In particolare, l'art. 4 di questa legge richiede che entro il 2030, almeno il 30% della superficie totale di tutti i tipi di habitat in cattive condizioni venga ripristinato, e che entro lo stesso anno gli Stati membri diano priorità al ripristino delle aree incluse nella rete Natura 2000. Queste misure devono essere estese ad almeno il 60% degli stessi tipi di habitat entro il 2040 e ad almeno il 90% entro il 2050, con alcune possibili deroghe.

L'articolo 9 "Ripristino della connettività naturale dei fiumi e delle funzioni naturali delle piane alluvionali" è l'unica disposizione della LRN che stabilisce obiettivi di ripristino per i corpi idrici superficiali tout court. Si richiede agli Stati Membri di compilare un elenco di barriere artificiali che influenzano la connettività dei corpi idrici superficiali, tenendo conto anche del loro ruolo socioeconomico. Essi devono identificare quali di queste barriere devono essere rimosse per raggiungere gli obiettivi previsti dall'art. 4 e ripristinare almeno 25.000 km di fiumi in condizioni di flusso libero entro il 2030. In fase di rimozione di queste barriere, ciascun Stato membro deve dare priorità alla rimozione delle barriere obsolete, cioè quelle non più necessarie per la produzione di energia rinnovabile, la navigazione interna, l'approvvigionamento idrico, la protezione dalle alluvioni o altri usi. Un recente sondaggio in Italia ci sono poco meno di 66.000 barriere distribuite lungo 135.000 chilometri di corsi d'acqua, pari a una ogni due chilometri, un dato leggermente inferiore alla media europea (AMBER, 2020). Si auspica che l'attenzione iniziale venga posta sulla rimozione delle barriere obsolete e inutilizzate. In Italia, ad esempio, il 31% delle barriere rilevate sono briglie, utilizzate in passato per prelevare acqua destinata a mulini, segherie e fonderie. Un altro componente importante delle barriere fluviali esistenti in Italia sono le rampe o soglie, che costituiscono circa il 12% delle barriere censite. Infine, solo il 2% delle barriere fluviali in Italia sono dighe, strutture che regolano il flusso d'acqua e ne aumentano il livello, formando un bacino artificiale. Tra tutte le barriere menzionate, le dighe sono indubbiamente quelle che causano un cambiamento significativo nel flusso del fiume e interrompono il trasporto di sedimenti. Tuttavia, la loro scarsa presenza in Italia dovrebbe garantire una maggiore continuità della rete idrografica e una migliore protezione della biodiversità, evitando danni alla fauna ittica e riducendo le conseguenze in termini di rischi ecologici e idrogeologici. Nonostante non siano molto numerose, le dighe in Italia offrono un contributo significativo in termini di risparmio idrico e riserva d'acqua.

Per quanto riguarda l'implementazione operativa della LRN, gli Stati membri sono tenuti a presentare i Piani Nazionali di Ripristino (PNR) alla Commissione entro due anni dall'entrata in vigore del Regolamento (giugno 2026), indicando come raggiungeranno gli obiettivi fissati. Saranno inoltre tenuti a monitorare e riferire sui progressi. L'Agenzia Europea dell'Ambiente elaborerà rapporti tecnici regolari sui progressi verso gli obiettivi. La Commissione, a sua volta, riferirà al Parlamento Europeo e al Consiglio sull'attuazione della LRN. A tal proposito, l'art. 14, comma 14 della LRN specifica gli elementi che ciascun Stato membro dovrebbe considerare nella stesura del proprio PNR, ossia le misure per raggiungere uno stato quantitativo, ecologico e chimico buono dei corpi idrici inclusi nei programmi di misure dei Piani di Gestione dei Bacini Idrografici previsti dalla DQA (lettera c) e nei Piani Strategici della PAC (PSP) in osservanza del Reg. (UE) 2021/2115 (lettera h).

I corpi idrici superficiali interni in Italia

Secondo gli ultimi dati pubblicati nel terzo ciclo del Piano di Gestione dei Bacini Idrografici per il periodo 2021-2027, il 43% dei corpi idrici interni (fiumi e laghi) è in stato ecologico elevato e buono, mentre lo stato ecologico del 10% di questi corpi idrici è sconosciuto (WISE/EEA 2024; SNPA 2023). A parte il numero di laghi in buono stato ecologico, aumentato dal 17% al 35% (SNPA 2023), lo stato ecologico dei SWB mostra un lieve miglioramento rispetto al 2°ciclo del Piano di Gestione (PdG) (2015-2021), dove circa il 42% dei fiumi e dei laghi era in stato ecologico elevato e buono (WISE 2018).

In termini di stato chimico, il 77% dei corpi idrici superficiali (fiumi e laghi) si trova in uno stato chimico buono. Nello specifico, il 78% dei fiumi italiani è in buono stato chimico, il 13% non è in buono stato e il 9% non è stato classificato. Per i laghi, il 69% è in buone condizioni, l'11% non è in buono stato e il 20% non è classificato (SNPA 2023). Complessivamente, si è registrato un aumento generale nel numero di corpi idrici superficiali classificati come buoni e non classificati rispetto al 2° PdG, quando il 75,2% dei fiumi era in buono stato chimico, il 6,8% non era in buono stato e il 17,9% era in stato sconosciuto (WISE/EEA 2018). Per i laghi, nel 2018, il 48,1% era in buono stato chimico, il 10,1% non era in buono stato chimico e il 41,8% era in stato chimico sconosciuto (WISE/EEA 2018). Si nota anche che il numero di corpi idrici è cambiato tra il 2° e il 3° PdG, soprattutto per i fiumi: i corpi idrici erano 7.493 nel 2° PdG rispetto ai 6.878 del 3° PdG. Per i laghi, il numero è aumentato di uno (348) nel 3° PdG (SNPA 2023).

Conclusioni

Quale sarà la sfida a breve termine per l'Italia nel settore idrico? Sebbene lo stato ecologico e chimico dei corpi idrici superficiali italiani non sembri destare particolari preoccupazioni in termini di ripristino, particolare attenzione va data agli obiettivi sopra citati stabiliti dall'Art. 9 della LRN.
La redazione del PNR implica la compilazione di un inventario delle dighe fluviali esistenti per ripristinare il libero flusso dei fiumi e la valutazione degli interventi nelle infrastrutture idriche sostenuti dalla Politica di Sviluppo Rurale e dalla Politica di Coesione, con interventi su oltre 1.600 km di rete, di cui oltre 1.200 km coinvolgono misure di adattamento e conversione mirate alla riduzione delle perdite e al miglioramento dell'efficienza della rete idrica. A pieno regime, queste misure porteranno a un risparmio idrico potenziale stimato di circa 307 milioni di metri cubi per stagione irrigua, di cui il 67% (circa 205 milioni di metri cubi) sarà ottenuto riducendo le perdite nelle reti irrigue. Gran parte di questa acqua sarà lasciata nei corsi d'acqua per garantire una migliore fornitura alle aree già irrigate (soprattutto nei periodi di scarsità idrica). Inoltre, nel caso di prelievi ecologicamente critici, si garantirà una riduzione effettiva dei prelievi di circa 59 milioni di metri cubi, contribuendo agli obiettivi di protezione della DQA e agli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. È quindi anacronistico pensare di intervenire sui corsi d'acqua interessati da questi lavori di ammodernamento, ed è importante che l'Italia adotti una strategia per dare priorità alla rimozione degli ostacoli esistenti, una volta effettuato uno studio, poiché se alcuni di essi sono considerati inutili e dannosi, per altri, come i corsi d'acqua a servizio delle aree agricole come la Pianura Padana, la loro rimozione potrebbe risultare onerosa, non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello ambientale e sociale.

In conclusione, la nuova LRN dell'UE rappresenta un significativo passo avanti nella protezione e nel ripristino degli ecosistemi, sottolineando l'importanza della gestione sostenibile delle risorse idriche. In Italia, nonostante gli avanzamenti nello stato chimico ed ecologico dei corpi idrici superficiali, persistono sfide legate alla frammentazione fluviale e alla necessità di una maggiore connettività ecologica. L'adozione di obiettivi vincolanti per la rimozione delle barriere obsolete e il ripristino di fiumi a flusso libero entro il 2030 costituisce un'opportunità per migliorare la resilienza ecologica e la biodiversità degli habitat acquatici. Tuttavia, la piena attuazione della legge richiederà un coordinamento efficace tra le misure previste dalla DQA, i Piani Strategici della PAC e i PNR. Il monitoraggio continuo e un approccio basato su dati scientifici saranno essenziali per garantire il successo di queste iniziative, rendendo il ripristino della natura un pilastro fondamentale nella transizione verde italiana ed europea.

 
 

Bibliografia

 

Antonio Manzoni, Raffaella Pergamo
CREA PB

 
 

PianetaPSR numero 139 novembre 2024