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Agricoltura conservativa

Ambiente e clima, le sfide dell'agricoltura Conservativa: il progetto CO-Nservare

L'obiettivo è quello di divulgare le pratiche di agricoltura conservativa, anche nell'ottica del sequestro del carbonio.

L'Unione Europea si è data l'obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e ogni ambito dell'attività umana deve dare il proprio contributo, compresa l'agricoltura che concorre con l'11% delle emissioni di gas a effetto serra. Un traguardo raggiungibile sia attraverso la riduzione delle emissioni che con lo stoccaggio di carbonio, ovvero in ambito agricolo immagazzinarlo nel suolo sotto forma di sostanza organica. L'UE, prima attraverso la direttiva Land use, land-use change and forestry - LULUCF (2018) e successivamente con la direttiva Carbon Removals Certification Framework - CRCF (2024), si è posta anche l'obiettivo di quantificare sia le emissioni che gli stoccaggi, nonché di regolamentare il mercato dei crediti di carbonio. 

Il nuovo regolamento sulla certificazione dell'assorbimento di carbonio

In questo contesto, lo scorso novembre, è stato adottato da Consiglio e Europarlamento il regolamento 2024/3012 che segue i regolamenti (COM(2022)0672 - C9-0399/2022 - 2022/0394(COD)) e che istituisce un quadro di certificazione dell'Unione per l'assorbimento del carbonio particolarmente atteso dagli operatori del settore. Si tratta del primo quadro di riferimento a livello europeo che ha lo scopo di definire requisiti minimi, una metodologia e standard per la misura e lo scambio degli assorbimenti di carbonio. Questo regolamento, quando entrerà in vigore, permetterà di disciplinare indirettamente un mercato spesso soggetto a fenomeni speculativi e di greenwashing. Il regolamento ha il chiaro obiettivo di promuovere le attività per la rimozione della CO2 atmosferica, questa volta includendo anche i settori agricolo e forestale, contribuendo a conseguire l'obiettivo di 310 Mt di assorbimenti di carbonio entro il 2030 nel settore LULUCF e andando a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.

Sulla base dei criteri QU.A.L.ITY previsti dal nuovo regolamento, la Commissione europea svilupperà metodologie di certificazione specifiche per i diversi tipi di attività di rimozione del carbonio. 
Il modo in cui verranno sviluppate queste metodologie è molto importante, poiché influirà su come gli standard privati saranno riconosciuti nell'ambito dell'iniziativa. A quel punto, gli schemi di certificazione che saranno accreditati a livello nazionale dagli Stati Membri e verificati da un ente di parte terza potranno essere utilizzati per certificare le attività di assorbimento del carbonio. I certificati saranno pubblicati in registri in grado di rispettare i criteri di trasparenza e tracciabilità.

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Il progetto CO-Nservare

In questo contesto si inserisce il progetto CO-Nservare, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la misura 1.02.1 del PSR 2014-2020, che si è posto l'obiettivo di divulgare le pratiche di agricoltura conservativa anche nell'ottica del sequestro del carbonio nei suoli, i suoi punti di forza e di debolezza, nonché i rischi e le opportunità, attraverso diverse iniziative. l'agricoltura conservativa svolge infatti un ruolo chiave tra le pratiche di carbon farming, ma ancora è poco diffusa Sono state organizzate giornate dimostrative presso aziende agricole che la praticano da diversi anni, webinar con esperti nonché la pubblicazione di materiale divulgativo e informativo. I materiali prodotti durante le iniziative sono reperibili sul sito del progetto). 

Il confronto con gli stakeholder

Sempre all'interno del progetto CO-Nservare, il 26 novembre 2024 s'è svolto un workshop presso il Tecnopolo di Reggio Emilia. L'obiettivo principale è stato quello di dare voce a tutti gli stakeholder che sono coinvolti nelle pratiche di carbon farming e dei relativi crediti di carbonio, ossia consulenti, istituzioni pubbliche, enti di ricerca e di certificazione, agricoltori e contoterzisti. 

Bruno Agazzani, agronomo e direttore della Fondazione Negrino e Agricola Dante, ha evidenziato che spesso le pratiche di agricoltura conservativa non sono bene applicate per un cattivo utilizzo delle attrezzature più moderne (es. difficoltà di gestione dei dati satellitari e delle mappe) e che probabilmente la causa è da addebitare alla scarsa o mancata formazione degli operatori e anche di chi fa assistenza tecnica. Nel suo intervento, Agazzani ha fatto una panoramica delle metodologie e delle problematiche che si possono incontrare nell'applicazione dell'agricoltura conservativa ma anche di come affrontarle, nonché i vantaggi sia produttivi che economici che una buona pianificazione aziendale può ottenere. 

Giampaolo Sarno e Laura Biolchini della Regione Emilia-Romagna hanno evidenziato quanto la Regione sia sensibile verso la salvaguardia e la tutela del suolo e di come promuova l'agricoltura conservativa già dal 2016 con alcune misure del PSR 2014-2020. Sono inoltre state ricordate le risorse messe a disposizione nel 2023 attraverso la misura SRA03 "Adozione di tecniche di semina su sodo" (circa 750.000 €) e quali saranno disponibili dal 2025 grazie all'accesso al fondo di solidarietà sia per la misura SRA03 (circa 8.000.000 €) che per la misura SRA04 "Apporto di sostanza organica nei suoli" (circa 8.000.000 €). 

Sempre durante l'incontro, Stefano Amaducci e Andrea Ferrarini dell'Università del Sacro Cuore di Piacenza hanno spiegato gli approcci che si stanno studiando e valutando a livello europeo, come l'utilizzo di modelli previsionali e di rilevamento tramite satellite, per poter monitorare gli assorbimenti del carbonio nel suolo a seguito dell'utilizzo di pratiche di carbon farming (MRV - Monitoring Reporting Validation). 

Alessandro Pulga di BioAgriCert, che rappresenta uno dei principali enti di certificazione in Italia, ha fatto una panoramica su come l'Europa ha definito il meccanismo di certificazione per permettere agli agricoltori di ottenere un riconoscimento formale delle pratiche agricole che contribuiscono a sequestrare carbonio nel suolo. Tale riconoscimento avverrà attraverso la certificazione di crediti di carbonio che rappresentano un'unità di misura che quantifica la riduzione o l'assorbimento di una tonnellata di CO2 equivalente. Una tonnellata di CO2 assorbita equivale a 1 credito di carbonio. Attualmente esiste già un commercio di crediti di carbonio ma è su base volontaria e basato su standard internazionali focalizzati principalmente sulla forestazione e non è normato dall'Unione Europea.

L'agricoltura conservativa rappresenta già un'opportunità per gli agricoltori perché consente di ridurre i costi diretti, legati soprattutto ad un minore consumo di carburante e a un minore utilizzo dei mezzi, e contestualmente favorisce l'incremento della sostanza organica nel terreno, con benefici di tipo agronomico (maggiore biodiversità, portanza e ritenzione idrica del suolo). Con l'emissione di crediti di carbonio essa potrà anche fornire una valida integrazione al reddito

 
 
 

Alessandro Zatta - CRPA scpa, Reggio Emilia
Maria Valentina Lasorella 

 
 

PianetaPSR numero 140 dicembre 2025