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Condizionalità sociale

La condizionalità sociale che vorremmo... a tutela delle donne in agricoltura

Il tema al centro di un seminario organizzato dalla RRN. Gli elementi di novità della nuova programmazione e uno sguardo al futuro. 

Il 27 novembre si è tenuto a Roma presso la sede del CREA di via della Navicella il seminario organizzato dal Gruppo Parità di genere della Rete Rurale Nazionale 2014 -2022, realizzato grazie alla collaborazione del CREA Politiche e bioeconomia, l'Università di Bari e l'Università della Calabria.
 
Il seminario ha proposto una lettura in chiave di genere della sostenibilità sociale dell'agricoltura e una riflessione sui possibili strumenti giuridici che possono essere efficacemente considerati per migliorare la posizione delle donne nel settore primario e nelle aree rurali. Tra questi, particolare attenzione è stata dedicata alla condizionalità sociale introdotta nella programmazione della Politica agricola comune (PAC) 2023-2027 e alla direttiva cosiddetta Due diligence, sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità.

La condizionalità sociale nella PAC

La condizionalità sociale integra nella PAC le preoccupazioni relative agli aspetti sociali della sostenibilità, nel rispetto della natura nazionale del sistema di organizzazione del mercato del lavoro (considerando n. 48 del Regolamento UE) 2021/2115).  Seguendo un modello già consolidato in relazione ai i criteri di gestione obbligatori per gli aspetti ambientali, si chiede agli Stati membri di introdurre uno schema di riduzione dei pagamenti per i beneficiari che non rispettano le norme in materia di tutela e sicurezza dei lavoratori. 

Medico e politica norvegese, impegnata sul fronte ambientalista

Mentre la PAC è da sempre orientata alla sostenibilità economica (supporto ai redditi agricoli) e più di recente a quella ambientale (promozione di pratiche agricole sostenibili), l'introduzione della condizionalità sociale intende recuperare spazio al terzo dei tre pilastri statuiti, a partire dalla complessità degli elementi che compongono lo sviluppo sostenibile descritta, per la prima volta, nel rapporto "Our Common Future", pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED) presieduta da Gro Harlem Brundtland. 


L'ineludibile relazione tra le dimensioni ambientali, sociali ed economici messa in luce nel rapporto Brundtland viene fatta propria da tutto il dibattito successivo, ma l'efficace immagine dei tre pilastri risulta indebolita dalla difficoltà di trovare una definizione condivisa che inglobi anche l'aspetto sociale. 

 

Lo studio commissionato dal Parlamento UE e gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile

In mancanza di una definizione accettata, per misurare i progressi della sostenibilità sociale, lo studio commissionato dal Parlamento europeo "Social Sustainability. Concepts and benchmarks" propone un'estrapolazione dai 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs di Agenda 2030, il programma d'azione sottoscritto nel 2015 da 139 Paesi. 

Gli obiettivi della sostenibilità sociale secondo lo studio commissionato dal Parlamento europeo Social Sustainability. Concepts and benchmarks
Gli obiettivi della sostenibilità sociale secondo lo studio commissionato dal Parlamento europeo Social Sustainability. Concepts and benchmarks
  • Goal  1 lotta alla povertà
  • Goal  3 salute e benessere
  • Goal  4 Istruzione inclusiva e di qualità
  • Goal  5 parità di genere
  • Goal  8 crescita inclusiva, lavoro dignitoso
  • Goal 10 ridurre la disuguaglianza all'interno e tra i paesi
  • Goal 16 promuovere società pacifica e inclusiva


In relazione agli obiettivi individuati seguendo questo approccio pragmatico, sono molti gli indicatori - come le basse remunerazioni, la discontinuità lavorativa, le condizioni di sicurezza sul lavoro spesso inadeguate anche a causa della poca formazione, la scarsa professionalizzazione - che collocano il mercato del lavoro agricolo in grave ritardo rispetto alle condizioni medie dell'economia.

La condizione delle donne

All'interno della debolezza generale che interessa il settore, ancora più fragile risulta la condizione delle donne, sulle quali si sovrappongano diversi fattori di disuguaglianza che ne influenzano negativamente le opportunità e le condizioni di vita.

La marginalità delle donne diviene ancora più drammatica per la componente straniera, esposta a forme ancora più gravi di sfruttamento e violenza, fino al traffico di esseri umani e alla tratta, e le cui condizioni non sono facili da indagare anche perché variano con la condizione giuridica e gli aspetti culturali connessi con la provenienza.

La condizionalità sociale nella PAC, invece, non ha adottato un approccio intersezionale né, almeno, una specificazione di genere, pur avendo a disposizione diverse normative europee per la tutela delle lavoratrici cui avrebbe potuto riferirsi: come la direttiva UE 2019/1158, relativa alla conciliazione tra  attività professionale e vita familiare; la direttiva (Ue) 970/2023 volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne attraverso la trasparenza retributiva, la direttiva (UE) 2024/1385 sulla lotta alla violenza contro le donne. 

Nel gennaio 2024, il Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura dell'UE che ha riunito 29 principali portatori di interessi dei settori agroalimentari europei, della società civile, delle comunità rurali e il mondo accademico per raggiungere una comprensione e una visione comuni per il futuro dei sistemi agricoli e alimentari dell'UE ha, di fatto, avviato il percorso che definirà la prossima programmazione. Pertanto, la riflessione sui contenuti e l'efficacia della condizionalità sociale così come l'esperienza realizzata in Italia - tra i primi Stati membri ad applicarla, insieme a Francia, Austria e Lussemburgo - può essere particolarmente importante per stimolare una nuova e più ambiziosa formulazione nella prossima PAC.

 

La Corporate sustainibility due diligence directive

Accanto alla condizionalità sociale, un altro strumento normativo che si può prestare a un miglioramento della condizione femminile è la direttiva Corporate sustainibility due diligence directive. Tale direttiva è stata introdotta nel 2024 nell'ambito di un pacchetto di strumenti rivolto a orientare gli investimenti privati verso obiettivi di sostenibilità, e discende da una riflessione sull'interesse sociale nei confronti dell'impresa privata e in particolare del ruolo delle multinazionali. Il concetto di "dovere di diligenza" nasce nel diritto pubblico internazionale come dovere degli Stati di non arrecare danno al di fuori del loro territorio e si sposta poi sulle imprese private e le società multinazionali, diventando un mezzo per veicolare valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani e dell'ambiente. 

La direttiva fissa dei limiti all'attività di impresa, che deve monitorare che sia garantito il rispetto dei diritti fondamentali umani e dell'ambiente, non solo al suo interno ma anche lungo la filiera e quindi presso i suoi fornitori. La direttiva è stata criticata per la scarsa attenzione agli aspetti di genere e perché, a valle del processo di approvazione, è risultata meno incisiva rispetto alle attese, anche per il limitato ambito di applicazione, interesserà infatti solo le aziende molto grandi.

Le esperienze

Tra gli aspetti positivi, però, il fatto che la direttiva incentiva l'adozione di accordi per regolare la filiera, di particolare efficacia quando si tratta di processi partecipativi dal basso.

Un esempio è l'accordo firmato nell'aprile 2022 dal sindacato indiano TTCU (Tamil Nadu Textile and Common Labour Union) e dal produttore di abbigliamento e tessile Eastman Exports per porre fine alla violenza e alle molestie di genere nelle fabbriche Eastman di Dindigul, una città nello stato indiano del Tamil Nadu.

 
 


Il seminario è stato anche l'occasione per presentare alcune esperienze associative che vedono le donne protagoniste.

Nel caso di Donne dell'Ortofrutta si tratta di una reinterpretazione secondo la sensibilità femminile del modello associativo delle organizzazioni di produttori, per promuovere così il ruolo delle donne nell'agroalimentare italiano. 

 
 
Cassetta di cottura di Filo & Fibra
Cassetta di cottura di Filo & Fibra

Si propone invece un modello partecipativo territoriale nel caso della cooperativa di comunità femminile Filo&Fibra, che aggrega professionalità molto diverse per contrastare lo spopolamento e contribuire alla valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità con una forte vocazione alla tutela dell'ambiente adottando un approccio creativo per la riedizione in chiave moderna della tradizione.

 

Conclusioni

In conclusione, il seminario ha evidenziato come la previsione della condizionalità sociale nella PAC 2023-2027 ha indubbiamente segnato un punto di svolta e di non ritorno per l'Unione Europea. Sebbene la condizionalità introdotta dalla PAC sia ancora limitata nei contenuti, in particolare non comprenda una speciale attenzione alle questioni della parità di genere, è importante però che la condizionalità sociale sia diventata un punto di attenzione, un cardine delle politiche agricole, proprio perché opera sul piano dei parametri minimi di legalità che le imprese destinatarie di fondi europei devono rispettare.
 
Integrare le politiche agricole con profili che riguardano specificamente gli obiettivi sociali dei lavoratori e delle lavoratici in agricoltura (non solo quelli insiti nell'idea del supporto a un settore produttivo economicamente più debole, e ai tradizionali profili sociali a tutela del tessuto rurale) è comunque un traguardo significativo se si pensa alle tante contraddizioni che interessano il settore -  in particolare la forte presenza di lavoro informale e l'evidente esistenza di fenomeni di segregazione occupazionale in mansioni lavorative faticose e poco remunerate di categorie a basso potere contrattuale -  e alla sua debolezza sotto il profilo delle tutele del lavoro dipendente.

 

Maria Carmela Macrì, Grazia Valentino 
CREA - PB

 
 

PianetaPSR numero 140 dicembre 2024