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Agrometeo

L'andamento agrometeorologico di novembre 2024

L'analisi del Progetto Agrometeore della Rete Rurale Nazionale.

Introduzione

Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).

Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese.

Nella sezione Dati e analisi del nuovo sito dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia del CREA Agricoltura e Ambiente è possibile consultare la pagina Monitoraggio agrometeo per visualizzare la galleria delle mappe degli indici mensili stimati per l'anno corrente (AgroMIND). Questa sezione contiene anche la pagina Previsioni agrometeo che permette di accedere alla galleria delle previsioni agrometeorologiche a 7 giorni, aggiornate quotidianamente (AgroFIND). La documentazione dei materiali presentati in AgroMIND e AgroFIND, comprensiva dei principali metadati, è disponibile al seguente link.

Le analisi mensili si basano su dati giornalieri pubblicati con cadenza annuale al seguente link. Tale dataset, aggiornato quotidianamente per uso interno, deriva da dati di rianalisi preliminari (ERA5T) disponibili in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus, la cui successiva validazione, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti solitamente trascurabili. Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati nel seguente articolo.

 

Agrometeo in cifre

Nel mese di novembre si è assistito ad un generale ridimensionamento delle anomalie delle temperature minime, risultate ovunque contenute e comprese, tra +0,5 °C del Mezzogiorno e -0,5 °C del Nord rispetto alla media climatica. Risulta diversa la situazione delle anomalie delle massime, che sono state ovunque positive, con il valore più intenso di +1,26 °C al Nord.  La richiesta evapotraspirativa si è mantenuta nella norma del periodo, con lievi anomalie positive al Centro (+14%). Il mese è stato però fortemente caratterizzato dalle scarse precipitazioni, che hanno fatto registrare un'anomalia media negativa per l'Italia di circa il 65% (più marcata al Nord) e che hanno determinato un bilancio idroclimatico negativo ovunque, con i minimi al Nord (-117 mm) e al Centro (-99 mm). Le ripercussioni sull'indice di siccità mostrano dunque un'attenuazione delle condizioni di umidità al Nord, passate da severe a lievi, e al Centro (da lievi a valori nella norma), mentre rimane un debole segnale di siccità nel Mezzogiorno.

Andamento agrometeorologico nel mese di novembre 2024

Passando a un maggior dettaglio territoriale, i valori regionali di temperatura minima (fig. 1a) quasi ovunque sono risultati nella media o leggermente inferiori. Anomalie al di sotto di -1°C hanno interessato solo in Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Emilia-Romagna). Fanno eccezione le due isole maggiori (+1,3 °C) e diverse isole minori tirreniche (probabilmente a causa del forte riscaldamento del Mar Mediterraneo [1]), limitate zone costiere della Liguria, alcune aree di confine del Piemonte, porzioni delle province di Trento e Bolzano e in maniera sostanziale la Valle d'Aosta (+2,2 °C).

Per la temperatura massima (fig. 1b), sono stati riscontrati valori regionali in media o in anomalia positiva, soprattutto per quanto riguarda l'arco alpino, con i valori più elevati in Liguria e Piemonte (+1,8 °C), Trentino (+2,1 °C), Alto Adige (+2,6 °C), Valle d'Aosta (+3,6 °C), e la Sardegna (+1,8 °C). 


Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - novembre 2024

Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) - ottobre 2024
Figura 1 - Anomalie di temperature massime (b, dx) - ottobre 2024


In tutto il Paese, la frequenza delle temperature minime estreme (fig. 2a) è stata sostanzialmente bassa (8%). Le frequenze più elevate, sebbene contenute, sono state raggiunte in Valle d'Aosta (circa il 30%), in Sardegna e in Sicilia (27%). Più marcata è stata la frequenza delle temperature massime estreme (fig. 2b). I valori regionali maggiori sono stati registrati in Valle d'Aosta (41%), seguita a debita distanza da Liguria (31%), Alto Adige (28%) e Lazio (25%).


Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - novembre 2024

Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) - ottobre 2024
Figura 2 - Temperature massime estreme (b, dx) - ottobre 2024


Le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio a fine novembre, a livello nazionale hanno superato i 5160 gradi giorno, con valori regionali maggiori di 6333 gradi giorno in Puglia (massimo), Sicilia, Sardegna e Calabria (fig. 3a). I valori regionali più bassi hanno interessato due regioni alpine: Valle d'Aosta (1945) e Alto Adige (2200). Tali accumuli termici hanno superato ancora una volta la media climatica (fig. 3b), con un quadro molto simile a quello dei mesi precedenti. Le anomalie medie nel Centro e nel Mezzogiorno sono salite sopra i 588 gradi giorno; i valori medi regionali maggiori hanno investito la Basilicata (+714 gradi giorno) seguita dalla Calabria (+709 gradi giorno), mentre valori tra +650 e +700 hanno interessato Molise, Abruzzo, Campania, Lazio, Umbria e Marche. Le anomalie più moderate si sono osservate in Alto Adige (+261).



Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - novembre 2024

Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) - ottobre 2024
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C anomalie (b, dx) - ottobre 2024


La figura 4a mostra i valori regionali più elevati delle sommatorie termiche con soglia di 10 °C in Puglia (3025 gradi giorno), Sicilia (3006) e Calabria (2755). Gli accumuli più bassi si sono concentrati nel Nord, in particolare in Valle d'Aosta (320), Alto Adige (453), Trentino (790). A livello nazionale, i valori dell'indice hanno superato la norma di 315 gradi giorno (fig. 4b), con le anomalie più basse al Nord (+158 gradi giorno), dove il valore regionale minimo si è osservato in Piemonte (+100), e più alte nel Mezzogiorno (+452), dove in Calabria e in Basilicata si sono raggiunti rispettivamente +585 e +513 gradi giorno.


Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - novembre 2024

Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) - ottobre 2024
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C anomalie (b, dx) - ottobre 2024


Le piogge sono risultate estremamente scarse (inferiori anche alle medie di luglio-agosto), specialmente al Nord (in media solo 25 mm) dove si sono registrati valori medi regionali di precipitazioni mensili (fig. 5a) ovunque al di sotto dei 37 mm, ad eccezione della sola Valle d'Aosta che ha raggiunto 88 mm. Il minimo è stato toccato dalla provincia di Trento con soli 13 mm. Per il Centro, gli apporti piovosi sono stati di circa 36 mm, con tutte le regioni prossime a questo valore. Di poco superiori sono state le precipitazioni al Mezzogiorno, con una media di circa 52 mm e valori compresi tra i 72 mm della Campania e i circa 35 mm di Sardegna, Puglia e Basilicata.

La figura 5b conferma che le precipitazioni sono state quasi ovunque marcatamente inferiori alla media. In termini di valori medi regionali, gli scarti più negativi si sono osservati in Trentino (-91%), Friuli-Venezia Giulia (-89%), Lombardia (-88%) e Veneto (-87%). L'andamento è lo stesso anche nel resto d'Italia ma con scarti negativi più contenuti: i valori sono compresi tra -77% in Toscana, seguita da Lazio e Umbria a breve distanza, e il -24% della Sicilia. Gli unici scarti positivi si sono verificati nelle isole minori siciliane (escluse le Eolie), mentre sono risultate nella norma la Capitanata e le fasce costiere settentrionali e orientali della Sicilia.


Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - novembre 2024

Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) - ottobre 2024
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm anomalie in % (b, dx) - ottobre 2024


Considerando l'indice rx1day, che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6a), i fenomeni più rilevanti a livello regionale si sono verificati al Nord e in particolare in Valle d'Aosta, anche se valori superiori a 40 mm hanno interessato specialmente la provincia di Lucca, Ustica e il Siracusano. L'unica regione con un valore medio superiore ai 20 mm è stata l'Abruzzo.

La mappa dell'indice rx5day, relativo ai valori massimi di precipitazione giornaliera cumulati nell'arco di 5 giorni consecutivi (fig. 6b), mostra un andamento analogo rivelando che in genere il giorno più piovoso è ricaduto nella sequenza dei 5 giorni più piovosi del mese. A conferma della situazione mostrata in fig. 6b, il Catanese (288 mm nella stazione di Riposto il 13 novembre) [2] e il Nord della Toscana (in Versilia, nel comune di Stazzema, 149 mm il 21novembre) [3] sono stati colpiti da piogge estreme associate ad allagamenti, smottamenti ed esondazioni. 


Figura 6 - Precipitazioni intense: valori massimi cumulati in un singolo giorno (a, sx) e nel corso di 5 giorni consecutivi (b, dx) - novembre 2024

Figura 6 - Precipitazioni intense: valori massimi cumulati in un singolo giorno (a, sx) - ottobre 2024
Figura 6 - Precipitazioni intense: nel corso di 5 giorni consecutivi (b, dx) - ottobre 2024


L'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a) ha assunto valori regionali compresi tra un minimo di 14 mm nell'Alto Adige e un massimo di 46 mm in Puglia. L'analisi delle anomalie (fig. 7b) evidenzia livelli evapotraspirativi nella norma in gran parte del Paese; tuttavia, estese anomalie positive di carattere moderato (tra 10 e 20%) sono evidenti lungo l'arco alpino, in Umbria, nel Salento e nelle regioni del versante tirrenico; in particolare, in Liguria e Toscana le anomalie hanno superato il +25% in un decimo del territorio.


Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - novembre 2024

Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) - ottobre 2024
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm anomalia (b, dx) - ottobre 2024


La mappa del bilancio idroclimatico (fig. 8a) conferma l'apporto esiguo di precipitazioni del mese, mostrando condizioni di surplus in Valle d'Aosta (+73 mm a livello regionale) e nel 10% dei territori della Campania (+60mm) e della Calabria (+55 mm). Mentre Sicilia, Sardegna orientale, Calabria tirrenica e le regioni del medio-basso versante adriatico risultano nella norma, si osservano estese anomalie negative su tutto il Nord, con valori medi che raggiungono i -173 mm in Friuli-Venezia Giulia e -150 mm in Liguria (fig. 8b). Deficit idrico si segnala anche in Lazio (-118 mm), Toscana (-108 mm) e Campania (-86 mm). 


Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) e anomalie (b) - ottobre 2024

Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) - ottobre 2024
Figura 8 - Bilancio idroclimatico anomalia (b) - ottobre 2024


La mappa dell'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), mostra come le condizioni di umidità al Nord si siano ridotte sia in estensione che in intensità rispetto al mese scorso. Infatti, le classi di umidità estrema e severa sono evidenziabili solo in piccole aree rispettivamente dell'Emilia e della Lombardia.  Nel Mezzogiorno si notano invece vaste aree in siccità di grado lieve o moderato, che raggiungono nel Salento e nel Potentino un livello severo.

La mappa dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, risulta ancora condizionata dalle abbondanti precipitazioni di ottobre e quindi si caratterizza per un eccesso di umidità che si concentra al Centro-Nord, dove l'Emilia-Romagna risulta in Umidità severa, mentre Lombardia, Veneto, Toscana e Marche si trovano in Umidità moderata. Nel resto del Paese prevalgono condizioni Nella norma, tranne in Salento, in Siccità moderata, e sulle coste sud-occidentali della Sardegna, nel Potentino e nelle province più meridionali della Sicilia, che risultano in Siccità lieve. 


Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b)- novembre 2024

Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) - ottobre 2024
Figura 9 - SPEI a 3 mesi (b) - ottobre 2024
 

Il quadro meteo-climatico internazionale

Come riportato nelle analisi mensili del servizio C3S di Copernicus [1], quello del 2024 è stato a livello globale il secondo novembre più caldo di sempre (dopo il 2023), raggiungendo i 14,1 °C, con anomalie positive di 0,7 °C e di 1,6 °C in relazione rispettivamente al valore climatico 1991-2020 e al periodo preindustriale 1850-1900. L'anomalia di temperatura media globale del periodo gennaio-novembre 2024 ha raggiunto +0,72 °C rispetto al valore climatico 1991-2020 corrispondente, superando quella del 2023 di +0,14 °C e guadagnandosi il record assoluto. Si può a questo punto essere certi che il 2024 sarà l'anno più caldo di sempre, scalzando il primato del 2023. 

La temperatura superficiale dell'aria ha fatto registrare le anomalie positive maggiori su vaste zone di Siberia, Canada nord-orientale e Stati Uniti centrali e orientali. Temperature sopra la media ma più contenute si sono verificate in Messico, Africa nord-occidentale, Cina, Pakistan e Australia. In Europa le zone sud-orientali, dall'Italia alla Turchia, hanno registrato temperature al di sotto della media, così come aree della Gran Bretagna e dell'Islanda, ma con anomalie più contenute. Per il resto del territorio europeo le anomalie sono state positive, specialmente in Russia, Penisola Scandinava, Spagna e Francia.

Scarse precipitazioni si sono verificate in Europa centro-meridionale e occidentale [4], specialmente in Italia e lungo la costa adriatica orientale. Precipitazioni sopra la media, invece, si sono abbattute su Islanda occidentale, Regno Unito meridionale, Scandinavia settentrionale, regioni costiere sud-orientali della Spagna, Balcani e Grecia. Al contrario, la gran parte dell'Europa orientale ha registrato precipitazioni in media o leggermente al di sopra della norma. L'umidità dello strato superficiale del suolo ha in generale evidenziato le stesse anomalie descritte per la precipitazione, sebbene sulla Penisola Iberica il suolo abbia mostrato un eccesso di umidità diffusa dovuto alle abbondanti precipitazioni dello scorso mese di ottobre, nonostante le scarse precipitazioni di novembre. Un'altra discordanza si è riscontrata in Grecia e nelle zone a sud del Mar Nero, dove le precipitazioni sopra media non hanno modificato il deficit di umidità del suolo già presente lo scorso mese.

Lo stato delle colture in Europa

Secondo il bollettino del JRC "MARS Bulletin - Crop monitoring in Europe - November 2024" [5], in generale le condizioni termiche e di umidità del suolo sono state favorevoli per lo svolgimento delle attività di semina e per lo sviluppo iniziale delle colture appena seminate. Tuttavia, in ampie zone di Spagna, Italia, Romania, Bulgaria, Maghreb, Turchia Ucraina e Russia, le condizioni sono risultate più sfavorevoli. In Particolare, la Spagna orientale è stata investita da intense piogge e conseguenti inondazioni che hanno ostacolato gli impianti diretti sulle terre arabili e ritardato le semine autunnali; in nord Italia, le frequenti e abbondanti precipitazioni cadute ad ottobre hanno ritardato il completamento del raccolto delle colture estive e ritardato le semine delle colture invernali, che sono iniziate solo a novembre. Condizioni di suolo estremamente secco hanno caratterizzato ancora la Sicilia, con il rischio di compromettere la semina del grano duro, che dovrebbe essere completata entro dicembre. Anche nel sud-ovest della Romania e diffusamente in Bulgaria sono state riscontrate condizioni di siccità del suolo, con impatti negativi sull'emergenza e lo sviluppo iniziale della colza e dei cereali invernali. Analogamente, i terreni secchi hanno ostacolato le semine e lo sviluppo iniziale delle colture invernali in Ucraina e nel sud della Russia europea, portando ad una semina inferiore alle previsioni iniziali e ad una debole crescita delle colture già emerse e le semine delle colture invernali in Turchia oltre che in alcune parti del Maghreb (specie in Algeria).

Lo stato delle risorse idriche in Italia

A conclusione di quella che dovrebbe essere la stagione piovosa autunnale, l'estrema scarsità idrica, che si protrae da circa un anno, ha continuato ad attanagliare il Mezzogiorno italiano senza soluzione di continuità, come riportato dall'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ANBI [6].

I valori idrici invasati hanno fatto registrare i seguenti deficit: -153 milioni di metri cubi in Sicilia, -210 in Sardegna, -153 in Basilicata e -95 in Puglia. Se la situazione non cambierà, nel giro di soli 3 mesi, 27 dei 30 invasi siciliani saranno vuoti o prossimi allo svuotamento totale. In Basilicata le dighe di Camastra e Basentello sono state ormai praticamente svuotate mentre l'invaso di Monte Cotugno ha trattenuto appena il 13% dell'acqua invasabile. Tra Puglia e Molise la diga di Occhito è riuscita a mantenere solo l'11% dell'acqua invasabile e in Capitanata sono rimasti invasati solo 33,9 milioni di metri cubi a fronte dei 129 dello scorso anno nello stesso periodo.

Altre criticità sono state riscontrate in Molise, dove sono state introdotte turnazioni ed interruzioni nelle erogazioni idriche, analogamente a quanto verificatosi in Abruzzo. Situazione difficile anche in Calabria, specialmente nelle province di Reggio e Crotone, dove i bacini sono riusciti a trattenere solo tra il 10% e il 20% delle risorse invasabili. In Campania sono diminuiti i livelli dei fiumi e in Irpinia l'invaso di Conza ha contenuto circa il 25% dell'acqua invasabile. Nel Lazio i flussi del fiume Tevere sono risultati deficitari di circa il 60% mentre sono cresciuti quelli di Aniene e Fiora. In Umbria la situazione è rimasta sostanzialmente invariata così come nelle Marche, sebbene in un contesto di deficit idrico rispetto alla media. La Toscana è risultata essere lo "spartiacque", con le zone meridionali ed interne caratterizzate da piogge irrisorie e portate fluviali molto scarse, e le zone settentrionali investite da abbondanti precipitazioni che hanno notevolmente incrementato i flussi idrici fluviali. In Liguria sono aumentati i livelli di Magra, Argentina e Vara e diminuiti quelli dell'Entella. In Emilia-Romagna sono calati i livelli di Trebbia ad est e del Savio ad Ovest, e sono aumentati quelli di Secchia, Enza e Taro. In Veneto sono diminuiti diffusamente tutti i livelli fluviali. I livelli del Lago di Garda e del Lago Maggiore sono rimasti sopra la media, mentre sono diminuiti quelli del Lago di Iseo e del Lago di Como. In Lombardia le riserve idriche complessive sono risultate al di sopra della media del 4,7% ma, rispetto al valore dello scorso anno in questo periodo, hanno segnato un -13%. Sono diminuite le portate fluviali in Valle d'Aosta e in Piemonte, ad eccezione di quelle della Stura di Demonte, e così anche i livelli idrometrici lungo tutta l'asta fluviale del Po (-48% nell'Alessandrino e -30% a Pontelagoscuro).

 
 

Note

 
 
 
 

Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Giulia Maria Bellucci, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente

 
 

PianetaPSR numero 140 dicembre 2024