Negli ultimi anni, la sostenibilità sociale nel settore agroalimentare è diventata centrale nei dibattiti teorici, istituzionali e politici. L'Agenda 2030 delle Nazioni Unite l'ha riconosciuta come un pilastro fondamentale insieme alla sostenibilità ambientale, mentre la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027 dell'Unione Europea ha introdotto il pilastro sociale per promuovere il lavoro dignitoso e il rispetto delle norme europee sul diritto del lavoro. L'Italia ha svolto un ruolo chiave in questa transizione, contribuendo all'inclusione delle condizionalità sociali nella PAC.
Dal punto di vista scientifico, nonostante la crescente attenzione, la dimensione sociale dell'agricoltura rimane poco esplorata rispetto alle questioni ambientali ed economiche. Solo nell'ultimo decennio la dimensione sociale è stata integrata nel concetto più ampio di sostenibilità. Tuttavia, non esiste ancora una definizione coerente degli aspetti che essa dovrebbe includere, nonostante il crescente interesse nello sviluppo di indicatori di impatto sociale.
Quest analisi, sviluppata in uno specifico studio, mira a sviluppare indicatori per misurare la sostenibilità sociale nelle pratiche agricole, concentrandosi sul contesto italiano. Gli indicatori selezionati offriranno strumenti utili a professionisti e responsabili politici per migliorare le prestazioni delle aziende agricole, favorendo una transizione verso modelli più equi e responsabili. L'obiettivo principale dello studio è identificare e sviluppare indicatori chiave di prestazione (KPI) per misurare la sostenibilità sociale nelle pratiche agricole italiane, offrendo strumenti utili a professionisti e decisori politici.
La sostenibilità sociale, basata sulla definizione di sviluppo sostenibile della relazione Brundtland (1987), si concentra sull'equità intra e intergenerazionale, ma storicamente è stata spesso subordinata alla sostenibilità ambientale. Negli ultimi anni, la ricerca ha ampliato il concetto, includendo campi come lo sviluppo comunitario, la politica, la gestione aziendale e l'agricoltura. Il concetto di sostenibilità sociale in agricoltura è strettamente legato all'intera catena di approvvigionamento alimentare e considera l'impatto su agricoltori, lavoratori e consumatori. Autori come Janker e colleghi (2019) utilizzano i concetti di bisogni umani (Maslow) e diritti umani (Gasper) per valutare la sostenibilità sociale agricola mentre recenti ricerche identificano 34 strumenti per misurare la sostenibilità sociale attraverso fasi quali produzione, trasformazione, commercio all'ingrosso, vendita al dettaglio e consumo. Considerando il contesto agroalimentare, la sostenibilità sociale promuove equità, giustizia e un elevato tenore di vita attraverso relazioni sociali a livello personale, aziendale, comunitario e globale. Essa contribuisce a creare comunità agricole resilienti e prospere, migliorando le condizioni di vita e sostenendo il benessere sociale attraverso una maggiore connessione e collaborazione tra gli attori della filiera agroalimentare.
La sostenibilità sociale nel settore agroalimentare è fondamentale per promuovere giustizia sociale, sicurezza alimentare, benessere delle comunità rurali e sviluppo di un'economia sostenibile per le generazioni future. La Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027 ha introdotto il pilastro sociale per promuovere il lavoro dignitoso e il rispetto delle norme sui diritti dei lavoratori. Nonostante tale riconoscimento, la sostenibilità sociale delle aziende richiede un'attenta ricerca e l'analisi per definire gli indicatori per la sua misurazione. C'è una diffusione limitata di organizzazioni che hanno stabilito strumenti specifici per valutare la sostenibilità sociale delle aziende agricole. In particolare, Fairtrade International sviluppa certificazioni che garantiscono diritti dei lavoratori, pratiche agricole responsabili e divieto di lavoro minorile. Allo stesso tempo, SAI Platform promuove la salute e sicurezza dei lavoratori agricoli, il coinvolgimento comunitario e il benessere animale e Global Social Compliance Programme (GSCP) crea standard per la conformità sociale, tra cui salari equi e rispetto dei diritti umani. Molto noto anche il Global Reporting Initiative (GRI) che introduce dal 2024 lo standard GRI 13, con indicatori per misurare la sostenibilità sociale in agricoltura, pesca e acquacoltura. Inoltre, alcune certificazioni mirano a migliorare la sostenibilità sociale delle aziende agricole, sebbene il loro uso sia ancora limitato come Friend of the Earth che certifica aziende che rispettano linee guida per la conservazione degli ecosistemi e la responsabilità sociale. GLOBALG.A.P. invece stabilisce standard per la produzione agricola responsabile, inclusi sicurezza alimentare e salute dei lavoratori mentre ESG Ratings valuta le performance ambientali, sociali e di governance delle aziende agricole, in linea con gli standard ISO e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell'ONU.
Nonostante i progressi, però, sono ancora pochi gli strumenti diffusi per misurare la sostenibilità sociale nelle aziende agricole. Tuttavia, iniziative globali, certificazioni e progetti stanno contribuendo a creare indicatori utili per valutare e migliorare il benessere sociale nel settore agroalimentare.
Lo studio ha come obiettivo il miglioramento della comprensione della sostenibilità sociale nel settore agroalimentare, sviluppando indicatori chiave di prestazione (KPI) specifici per il contesto agricolo. Le fasi della ricerca hanno previsto l'individuazione di 5 macroaree prioritarie legate alla sostenibilità sociale:
Gli indicatori sono stati definiti mediante l'analisi della letteratura scientifica, gli standard internazionali (GRI 13, ISO 26000, SA 8000), le banche dati statistiche (Eurostat, ISTAT, OCSE) e le Linee guida nazionali e internazionali (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Nazioni Unite).
L'approccio metodologico scelto è stato quello soggettivo, basato sulla gestione responsabile delle relazioni con gli stakeholder e sui principi di rendicontazione sociale del GBS. Sono stati integrati i concetti di bisogni umani (Maslow, 1943) e di diritti umani (Gasper, 2007), definendo la sostenibilità come la misura in cui i bisogni e i diritti sono soddisfatti. Gli indicatori sono stati selezionati secondo i criteri proposti da Gallopin (1996), tra cui facilità di comprensione, significatività, inclusività, gestibilità, comparabilità, controllabilità e continuità. La metodologia si è basata su una standardizzazione flessibile degli indicatori, adattandoli alle specificità del settore agroalimentare. Lo scopo è stato quello di creare uno strumento operativo per misurare e migliorare la sostenibilità sociale delle aziende, promuovendo una gestione più responsabile delle risorse umane e del rapporto con le comunità locali.
Questa macroarea si focalizza sulla promozione di:
Cinque indicatori chiave sono stati selezionati per misurare i progressi in questa macroarea:
Oltre agli indicatori trasversali (ET1 ed ET2), lo studio identifica indicatori specifici che rispondono alle peculiarità del settore agroalimentare italiano:
L'insieme di questi indicatori nella macroarea ET mira a migliorare le condizioni lavorative, potenziando il capitale umano e rendendo le aziende agricole più funzionali ed efficienti. Questo approccio supporta non solo la sostenibilità sociale ma anche l'efficienza operativa e la competitività del settore agroalimentare italiano.
Questa macroarea si concentra sulla promozione e protezione della salute e sicurezza dei lavoratori, considerando sia gli obblighi legislativi sia le pratiche aziendali volontarie. L'approccio combina misurazioni qualitative e quantitative per garantire che la sicurezza sia un valore integrato nella vita lavorativa e privata.
Gli Indicatori Identificati sono:
L'obiettivo generale è quello di garantire che la sicurezza sul lavoro non sia solo una conformità legislativa ma una componente centrale della strategia aziendale. Gli indicatori HSW mirano a migliorare la protezione dei lavoratori e a creare un ambiente di lavoro sano e resiliente, contribuendo al benessere complessivo e alla sostenibilità sociale.
La macroarea dei Diritti Umani (HR) mira a promuovere equità, inclusione e uguaglianza attraverso l'applicazione di principi di due diligence aziendale. Si fonda sull'idea che le aziende debbano contribuire al benessere economico e sociale come requisito essenziale per mantenere relazioni positive con i propri stakeholder e il contesto di riferimento.
Gli Indicatori Identificati sono stati cinque:
Questa macroarea si concentra sul superamento della diversità, promuovendo la coesione sociale e una qualità della vita migliorata per tutte le parti interessate. Gli indicatori, sia qualitativi che quantitativi, servono a garantire che le aziende agricole rispettino e sostengano i diritti fondamentali, rafforzando la sostenibilità sociale e migliorando le relazioni con la comunità.
La macroarea Comunità Territoriale (TC) sottolinea l'importanza del contributo delle aziende agricole al benessere generale delle comunità locali e all'equilibrio ambientale delle aree circostanti. Il focus è sulla creazione di economie locali competitive e sostenibili, in cui il valore sociale e culturale del territorio si integra con lo sviluppo economico.
Gli Indicatori Identificati sono stati:
La macroarea TC mira a costruire comunità rurali resilienti e attrattive, in cui il valore sociale si unisce al valore economico, contribuendo a un benessere diffuso. Gli indicatori proposti aiutano a misurare e rafforzare il contributo delle aziende agricole al benessere delle loro comunità, garantendo uno sviluppo equilibrato e sostenibile.
La macroarea Salute e Sicurezza della Produzione (HSP) si concentra sull'integrazione della protezione della salute pubblica e dei consumatori lungo tutta la catena agroalimentare. L'obiettivo è garantire che la sicurezza alimentare sia un valore chiave, dalla produzione primaria alla distribuzione, contribuendo anche alla sostenibilità sociale ed economica.
Gli Indicatori Identificati sono quattro specifici e uno trasversale:
La macroarea HSP mira a proteggere la salute pubblica, promuovere la sicurezza alimentare e garantire trasparenza lungo l'intera filiera agroalimentare. Attraverso l'adozione di certificazioni etiche, tracciabilità digitale e sistemi produttivi sostenibili, le aziende possono rafforzare la fiducia dei consumatori e sostenere il benessere delle comunità. Questa prospettiva include la sovranità alimentare, proteggendo i piccoli produttori e rendendo il sistema agroalimentare resiliente ai cambiamenti climatici e alle speculazioni di mercato.
Negli ultimi vent'anni, la sostenibilità sociale è emersa come un elemento fondamentale per le politiche e le strategie aziendali. Lo studio si è proposto di affrontare questa sfida nel settore agroalimentare, identificando le peculiarità principali e proponendo un sistema di misurazione basato su indicatori chiave di prestazione (KPI).
Questi indicatori consentono il monitoraggio continuo delle pratiche aziendali, l'individuazione delle aree di miglioramento e lo sviluppo di strategie per migliorare condizioni lavorative, sostenibilità delle comunità e conformità alle normative.
L'adozione di questi KPI può aiutare le aziende agricole italiane ad allinearsi alle direttive europee e nazionali, creare valore economico e sociale e rafforzare la propria reputazione sul mercato. I KPI possono supportare i responsabili politici a definire politiche settoriali mirate alla sostenibilità sociale e ad allineare gli obiettivi aziendali con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
I limiti dello studio sono nella validazione empirica perché gli indicatori sono stati derivati dalla letteratura e dai regolamenti, ma non sono stati testati su un campione reale di aziende. Anche la focalizzazione sul contesto italiano implica che le conclusioni potrebbero non essere generalizzabili ad altri paesi con condizioni sociali e normative diverse.
Gli studi futuri dovrebbero validare empiricamente i KPI su un campione rappresentativo di aziende, considerare le differenze strutturali e settoriali per migliorare l'applicabilità degli indicatori e ad ampliare la portata geografica e culturale per verificare la trasferibilità dei risultati.
In sintesi, questo studio rappresenta un contributo significativo alla comprensione e misurazione della sostenibilità sociale nel settore agroalimentare, offrendo strumenti pratici per migliorare le pratiche aziendali e sostenere lo sviluppo sociale delle comunità.
Lucia Briamonte, Chiara Salerno, Raffaella Pergamo
CREA Politiche e Bioeconomia
Concetta Nazzaro
Università del Sannio
PianetaPSR numero 140 dicembre 2024