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Impollinatori 

Biodiversità, un confronto sugli interventi della PAC a sostegno degli impollinatori

Il tema al centro di un incontro organizzato dal CREA PB che ha visto la partecipazione di tutti i principali attori e stakeholder. 

"La collaborazione è più importante della competizione" (Bertrand Russell). Questo il mantra, un impegno chiaro che emerge dall'appuntamento di lavoro organizzato dal CREA - Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia nell'ambito del progetto 24.2 "Azioni di approfondimento sugli impollinatori e sulla filiera delle api e del Miele" del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2022. Protagonisti del workshop "Eco-schema 5 e SRA 18: la biodiversità in agricoltura e apicoltura", realizzato lo scorso 28 novembre presso il Centro congressi Forma Spazi a Roma, i principali rappresentanti del mondo agricolo e apistico, insieme alle istituzioni (Regioni e Masaf), alle associazioni di categoria, alle associazioni ambientaliste (WWF) e all'Ispra, nonché ai centri CREA (CREA Politiche e Bioeconomia e CREA Agricoltura e Ambiente) interessati ai temi proposti. I principali strumenti della PAC a sostegno della tutela degli impollinatori e della biodiversità, Ecoschema 5 e SRA 18, al centro dell'incontro, due nuovi strumenti del PSP 2023-2027, per i quali il CREA PB ha presentato i dati di attuazione del primo anno, evidenziando i vantaggi e le opportunità emerse. 
L'iniziativa puntava, infatti, ad avviare una riflessione comune sui principali interventi del PSP a favore della biodiversità attraverso gli impollinatori, così da facilitare lo scambio tra i portatori di interesse (agricoltori, apicoltori, OO.PP., organismi di controllo, istituzioni, ricerca) rilevando le esigenze e i punti di debolezza. La necessità di sollecitare e motivare il dibattito tra le parti in merito all'efficacia delle azioni presenti nella PAC è maturata anche in prospettiva della futura riforma: mettere a fuoco i punti di criticità di questi nuovi strumenti, infatti, porrebbe le condizioni per impostare misure più adeguate anche in una prospettiva futura. 

La partecipazione è stata animata e ha contato sul coinvolgimento attivo di diversi attori, che hanno contribuito a definire i contorni del percorso della programmazione 2022-2027 al fine di inquadrare le evenienze più significative in funzione dei risultati di Eco5 e ACA 18 (seppure parziali e riferiti a un arco temporale riferito a un anno). Per disporre di un punto di partenza comune a tutti, sono stati posti alla platea sei quesiti, sia su questioni più generali che specifiche in merito a entrambi gli interventi, frutto di considerazioni già emerse in altri contesti, come il Focus tenuto a Castel San Pietro [1] lo scorso settembre in occasione delle Manifestazioni Apistiche 2024 e l'incontro on line con le principali organizzazioni agricole. Il dialogo tra agricoltura e apicoltura, infatti, ha rappresentato già in quei contesti uno dei punti nodali sui quali ragionare per dare concretezza al concetto di biodiversità, tanto più se affidata a ruolo degli impollinatori per i sistemi agro-forestali. Concetto, in realtà, non unitariamente condiviso per Eco5 in particolare, nonchè ancorato a logiche strettamente connesse alla tipologia di stakeholder. I quesiti proposti sono stati somministrati con l'App Mentimeter richiedendo da parte degli ospiti la manifestazione di posizioni di accordo/disaccordo, oppure di riordino degli elementi rispetto alla propria scala di valori o, ancora l'attribuzione di un punteggio per grado di importanza sulle diverse questioni sollecitate. 

I risultati del "sondaggio", sottoposti al dibattito successivo, hanno evidenziato alcuni punti particolarmente significativi. 

 

Ecoschema 5

Il percorso partecipato verso la redazione del PSP 2023-2027 ha, secondo i partecipanti, mancato dell'adeguato coinvolgimento dei portatori d'interesse che avrebbe necessitato di maggiori riflessioni e metodi di confronto più approfonditi. Ad esempio, tutti hanno rilevato la necessità di costituzione di gruppi di lavoro su temi specifici e, nel caso di Eco5, di un tavolo specifico con gli apicoltori e agricoltori. Inoltre, diverse proposte avanzate in sede di discussione/redazione degli interventi non hanno ricevuto una opportuna attenzione e di conseguenza non hanno contribuito alla crescita del dialogo tra le parti. Superata la fase di rodaggio, lo strumento Eco5, pur nella sua novità, è stato riconosciuto come poco sinergico, pur confidando in una successiva integrazione orizzontale e verticale con i diversi strumenti PAC. La più stretta collaborazione tra i due mondi produttivi, apistico e agricolo, è emersa dirimente per la migliore applicazione dell'Eco-schema 5 che si propone di tutelare tutti gli impollinatori, senza distinguo tra domestici (Apis mellifera, ad esempio) e selvatici e migliorare il pascolo per tutte le specie piuttosto che limitare la collocazione di quelle allevate. A gran voce, comunque, è stata dichiarata l'innovazione introdotta con l'Ecoschema 5 che, allo stato attuale, richiederebbe linee guida utili a sensibilizzare sulla perdita di biodiversità. Non sono mancate le osservazioni in merito alle modalità di divulgazione dell'intervento, oggetto di distorsioni comunicative che hanno disorientato, e a tratti deviato, la possibile adesione mentre la visione di fondo dovrebbe svilupparsi sulle motivazioni alla base dell'Ecoschema. 

La nuova strategia post 2027 deve necessariamente insistere sul riportare la natura all'interno delle aree agricole: attualmente tale fabbisogno risulta chiaramente identificarsi con l'assenza di una sinergia verticale. Tra gli strumenti a disposizione, l'agricoltura biologica ha dimostrato di favorire numericamente e qualitativamente gli impollinatori rispetto all'agricoltura tradizionale, tuttavia, l'Ecoschema 5 in regioni particolarmente caratterizzate da una agricoltura fortemente competitiva, come l'Emilia Romagna o la Lombardia, mostra dati poco rilevanti, ponendo una serie di quesiti sulla conoscenza dello strumento e sull'assenza di un raccordo tra le parti coinvolte (in termini di comunicazione e formazione). La formazione degli agricoltori, a tal proposito, è stata rilanciata strategicamente per colmare le diverse lacune registrate e la profonda disinformazione, nonché consentire, tra le diverse finalità, di contribuire agli obiettivi previsti dal regolamento europeo sul "Ripristino della Natura", auspicando in futuro sul supporto dell'Akis per accompagnare azioni e scelte responsabili all'atto della domanda PAC. 

La novità introdotta dall'Ecoschema 5 (ma non solo) ha sofferto della sovrapposizione tra "vecchio" e nuovo: gli intenti del New Delivery Model non sono stati opportunamente sostenuti sottraendo quel bisogno di integrazione tra gli interventi PAC. Attualmente, l'introduzione del 1° livello a parità di dotazione finanziaria potrebbe portare ad un crollo di adesioni, così come il tema del controllo da parte dell'ente pagatore favorito dalle nuove regole poste per il 2025 (semente certificata) e che lascia ampi margini di dubbio sui vantaggi per gli agricoltori, è avvertito come problematico rispetto ai risultati attesi. Allo stesso tempo, i suggerimenti avanzati sullo sfalcio e trinciatura, sul rischio incendi in attesa della conclusione del periodo di applicazione dell'Ecoschema, sul limite temporale più ristretto per compiere le azioni previste ha sollevato diversi contraddittori tra i partecipanti, divisi tra gli obiettivi posti, ancora non ben compresi da tutti, e i bisogni dei diversi portatori di interesse.

SRA 18

Il confronto l'intervento SRA 18 ha restituito, in maniera piuttosto unitaria, criticità diffuse e diversamente distribuite sui territori, infatti, a livello regionale si è osservata una concertazione diversificata, con interessi molto variabili a seconda delle aree territoriali. Anche per tale intervento, i partecipanti hanno auspicato la redazione di Linee Guida omogenee, trattandosi dell'unico strumento a disposizione degli apicoltori e per il quale le regioni probabilmente necessitano di orientamento e accompagnamento nell'applicazione. Di pari importanza è emersa la necessità di armonizzare l'intervento a livello nazionale, auspicando ad una riduzione delle disparità in termini di ammontare del premio e all'agevolazione dell'attuazione dello stesso su tutto il territorio italiano. 

I temi di salvaguardia, tutela e protezione della biodiversità, in termini di ruolo svolto dall'agricoltore necessitano di maggiore diffusione e di crescita di consapevolezza e maturità, per mettere a fuoco gli impegni "ecologici" a sostegno degli impollinatori e della loro biodiversità. Anche in questo caso il capitolo formazione e comunicazione è indicato come strategico per dirimere i nodi strategici in termini di adesione e di obiettivi, oltre alla necessità di valutare gli aspetti motivazionali sottesi all'intervento. I nuovi temi posti, le sfide del domani, infatti, passano dal superamento dell'approccio biologico, ponendo il tema dell'agro-ecologia al centro di un cambiamento che veda favorita l'integrazione tra interventi PAC finalizzati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. 

 
 

Note

 

Teresa Lettieri, Danilo Marandola, Antonio Papaleo, Milena Verrascina.
CREA-PB - Rete Rurale Nazionale

 
 

PianetaPSR numero 140 dicembre 2024