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irrigazione vigneto
Cambiamenti climatici

Viticoltura e cambiamento climatico: a Benevento un convegno su gestione sostenibile dell'acqua e innovazione.

L'evento sarà organizzato dal CREA il prossimo 3 luglio nell'ambito del convegno nazionale "Territori, cibo e società, tra sfide globali e complessità", promosso congiuntamente da SIDEA, SIEA e CESET.

Il prossimo 3 luglio, dalle ore 15:00 alle 18:00, si terrà a Benevento, presso il Salone Convegni della Camera di Commercio Irpinia Sannio, un convegno dedicato a uno dei temi più urgenti per l'agricoltura italiana: la gestione sostenibile delle risorse idriche nella viticoltura, in un contesto sempre più segnato dai cambiamenti climatici.

L'evento, dal titolo "Gestione delle risorse idriche per una viticoltura sostenibile", è organizzato dal CREA - Politiche e Bioeconomia (PB) come side event all'interno del convegno nazionale "Territori, cibo e società, tra sfide globali e complessità", promosso congiuntamente da SIDEA, SIEA e CESET e in programma dal 2 al 4 luglio a Benevento.

L'iniziativa vuole essere un momento di riflessione aperta e multidisciplinare, capace di mettere a confronto esperienze scientifiche, imprenditoriali e istituzionali su un tema strategico: come produrre vino di qualità riducendo l'utilizzo idrico e rafforzando la resilienza delle aziende agricole agli stress ambientali.

Il Contesto

L'Italia è uno dei maggiori produttori di vino al mondo, con una straordinaria varietà di vitigni autoctoni. La PAC ha avuto un ruolo decisivo nel sostenere e indirizzare questo settore, sia attraverso l'OCM Vino, con una misura specifica per il settore, con fondi destinati a promozione, ristrutturazione vigneti, investimenti aziendali, assicurazioni e gestione del rischio, sia con la programmazione di sviluppo rurale, attuata a livello regionale e fondamentale per finanziare interventi su innovazione, sostenibilità e valorizzazione del territorio. La politica agricola ha, quindi, consentito la valorizzazione dei vitigni autoctoni, la riqualificazione qualitativa, portando a una crescita dei vini DOC e IGT nel Sud, la ristrutturazione e la riconversione vigneti, modernizzando impianti e convertendoli a varietà più richieste dal mercato. La promozione internazionale, poi, ha aiutato le aziende a entrare nei mercati esteri, soprattutto USA e Asia, migliorando l'immagine dei vini prodotti in ambiente meridionale, mentre il turismo enogastronomico è stato incentivato con progetti integrati tra viticoltura, agriturismo e valorizzazione paesaggistica.

Il cambiamento climatico in atto sta trasformando profondamente la viticoltura. Se da un lato determina nuove sfide (stress idrico, ondate di calore, eventi estremi), dall'altro spinge all'innovazione e alla sperimentazione. Le aziende vitivinicole italiane - specialmente nel Sud - devono adattarsi con strategie sostenibili, selezione dei vitigni, scelta dei portinnesti e delle tecniche colturali avanzate per continuare a produrre vini di qualità anche in un clima che cambia. Per garantire la continuità produttiva e la qualità del vino, le aziende vitivinicole devono adottare strategie che consentano un uso razionale ed efficiente della risorsa idrica. Una viticoltura che guarda al futuro, quindi, è una storia di scelte consapevoli, di adattamento e di cura dell'ambiente, che affronta le sfide del clima con intelligenza e innovazione, lasciando le radici ancorate alla tradizione.

Il cambiamento climatico e la viticoltura di qualità: un focus sulla Campania.

L'irrigazione della vite sta assumendo un ruolo sempre più cruciale nel contesto dei cambiamenti climatici, soprattutto nel bacino mediterraneo. In Italia, la vite copre circa il 9,5% delle superfici irrigate, pari a circa 225.000 ettari su un totale di 2,5 milioni di ettari irrigati.
L'aumento della temperatura media e la maggiore irregolarità delle precipitazioni hanno reso l'irrigazione più necessaria anche in regioni tradizionalmente poco irrigue.

Tra le Regioni che risentono del cambiamento climatico vi è la Campania, terra particolarmente vocata all'agricoltura e soprattutto, alla viticoltura di pregio. Negli ultimi decenni, l'aumento delle temperature, la maggiore variabilità climatica e le nuove dinamiche pluviometriche hanno influito profondamente sulla viticoltura. Cambiano i tempi di vendemmia, le rese per ettaro si riducono rendendo necessaria, in alcuni casi, l'irrigazione di soccorso.

In Campania, questo si traduce in una crescente adozione di sistemi irrigui efficienti per mantenere la produttività e la qualità.

La superficie irrigata dedicata alla vite in tutta la Regione ammonta a poco più di 710 ettari, che rappresentano l'1,17% della superficie irrigata complessiva regionale. Questo dato conferma che la vite, in Campania, è una coltura che tradizionalmente si adatta a condizioni non irrigue, facendo ricorso all'acqua solo in casi specifici (ad es. impianti giovani, terreni poveri, periodi siccitosi). 
Con riferimento alla produzione di vini di qualità emerge una crescita significativa nel settore tra il 2010 e il 2020. Le aziende agricole irrigate specializzate in questa tipologia sono passate da 267 a 817, mostrando un aumento molto rilevante, segno di un interesse crescente verso produzioni più pregiate e orientate alla qualità.

In particolare, le province di Benevento e Avellino hanno registrato gli incrementi più marcati: Benevento è passata da 111 a 344 aziende di vini di qualità, mentre Avellino è cresciuta da 57 a 257. Anche Napoli ha visto un aumento, passando da 40 a 120. Caserta e Salerno, pur avendo numeri più contenuti, mostrano anch'esse una tendenza positiva.

La Campania ha visto un'importante crescita delle aziende orientate alla produzione di vini di qualità, con una progressiva riduzione o stabilità delle altre tipologie, segno di un settore vitivinicolo che punta sempre più all'eccellenza e alla valorizzazione dei propri prodotti. 

Soluzioni tecniche per un uso efficiente dell'acqua in viticoltura

Negli ultimi anni i cambiamenti climatici, in particolare le ondate di calore estivo, stanno evidenziando la necessità di adottare soluzioni tecniche che permettano il mantenimento di standard qualitativi che rendano il prodotto commercialmente apprezzabile. Per contro i disciplinari di produzione non prevedono irrigazione o se la prevedono è solo di soccorso. Infatti, la L. 238/2016 all'art. 35 comma 1 lettera f) punto 2), sancisce: "il divieto delle pratiche di forzatura, tra le quali non è considerata l'irrigazione di soccorso", considerando quindi l'irrigazione di soccorso una pratica agronomica che può essere sempre utilizzata. Tali concetti sono sostanzialmente ricompresi nei disciplinari di produzione, nei quali non è riportato il divieto di utilizzo dell'irrigazione di soccorso.

Chiaramente questo vincolo, che evidentemente deve essere aggiornato al contesto climatico, riduce le soluzioni tecnologiche applicabili al contesto vitivinicolo. Tra le soluzioni tecnologiche adottabili per l'irrigazione di soccorso, ci sono due macrocategorie: irrigazione soprachioma (irrigazione a pioggia tramite sprinkler) e l'irrigazione sottochioma (ala gocciolante su filo e subirrigazione). In un'ottica di agricoltura sostenibile, il secondo gruppo garantisce un risparmio di risorsa idrica, ma anche di input agronomici. Questo perché l'irrigazione di soccorso viene attuata in un periodo di forte stress idrico conseguente ad una contemporanea carenza di apporti idrici naturali (precipitazioni) e alte temperature, quindi la bagnatura fogliare con i sistemi soprachioma può avere conseguenze patologiche sulla coltura. I sistemi sottochioma sono quindi preferibili, ma al tempo stesso più costosi in termini economici. Se da un lato l'ala gocciolante su filo può avere dei costi di investimento e gestione minori rispetto ad un impianto di sub-irrigazione, dall'altro va gestita in maniera oculata per evitare un effetto inerbimento che richiederebbe ulteriori lavorazioni.

Stabilito quindi come sopperire alla carenza idrica del vigneto, bisogna capire quando e quanto intervenire con gli adacquamenti. La ricerca in questo senso deve ancora fare passi in avanti, è noto che va garantito uno stress idrico controllato, ma non è ancora ben chiaro quali siano le "soglie" di intervento irriguo. 

Deficit idrico controllato in viticoltura: una sfida futura

Il deficit idrico controllato in viticoltura è una strategia agronomica sempre più studiata e applicata per gestire in modo efficiente le risorse idriche e migliorare la qualità delle uve. Nonostante la vite sia una pianta ben adattata ai climi caldi e secchi tipici del Mediterraneo, la carenza d'acqua rappresenta una delle principali limitazioni alla fotosintesi, alla crescita e alla produttività. Gli effetti dello stress idrico non si manifestano subito, ma incidono gradualmente sullo sviluppo della pianta, variando in base al momento fenologico in cui si verificano. Ad esempio, una carenza d'acqua precoce può ridurre la crescita dei germogli o causare aborti fiorali, mentre un'irrigazione eccessiva nelle fasi finali di maturazione può abbassare la qualità delle uve, compromettendone il contenuto zuccherino.

Proprio per questo, il ricorso a tecniche di deficit idrico controllato (RDI) si basa su interventi irrigui mirati, limitati a specifiche fasi del ciclo vitale della vite, con l'obiettivo di indurre uno stress moderato che favorisca la qualità anziché penalizzarla. Per farlo in modo efficace, è essenziale monitorare con precisione lo stato idrico della pianta: se gli indicatori basati sul suolo possono risultare imprecisi, quelli fisiologici, come il potenziale idrico del fusto e la conduttanza stomatica, offrono informazioni più dirette e affidabili.

La viticoltura moderna, soprattutto in contesti caldo-aridi e in un clima che cambia, è sempre più orientata verso un uso strategico dell'acqua. Le tecniche di irrigazione deficitaria non solo aiutano a risparmiare risorse, ma permettono anche di valorizzare il potenziale qualitativo dell'uva, aumentando la concentrazione di composti fenolici e migliorando le caratteristiche organolettiche del vino. In questo contesto, ogni scelta irrigua - dal momento dell'intervento alla quantità d'acqua fornita - deve essere calibrata in base alle specificità del vigneto e alle condizioni climatiche, con l'obiettivo di aumentare l'efficienza d'uso dell'acqua e rendere la viticoltura più sostenibile e resiliente.

 
 

Veronica Manganiello (1), Silvia Chiappini (1), Luigi Tarricone (2), Alessandra Vinci (3), Raffaella Pergamo (1)
1 CREAPB,
2 CREAVE, 
3 UNIPG

 
 

PianetaPSR numero 141 giugno 2025