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Agrometeo

L'andamento agrometeorologico del primo quadrimestre 2025

L'analisi del Progetto AgroMIND della ReteNazionale della PAC.

Dal 2025, la rubrica di PianetaPSR dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente assume una nuova veste, mantenendo comunque la stessa linea, con un testo più breve di commento ai materiali regolarmente aggiornati nella galleria AgroMIND, che espone le mappe degli indici degli ultimi 10 mesi, e un quadro di sintesi di maggiore dettaglio territoriale sugli indici più rappresentativi delle condizioni agro-meteorologiche. 

L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).

Il monitoraggio agrometeorologico viene svolto dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete PAC del Piano Strategico Nazionale, dal 2025 con il progetto esecutivo AgroMIND, in continuità con la precedente scheda "Agrometeore" della RRN. Gli indici presentati nei diversi report mensili possono variare durante la stagione agraria in funzione della loro capacità di rappresentare i fenomeni più significativi per le colture.

La citata galleria AgroMIND è accessibile della sezione Dati e analisi del sito dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia del CREA Agricoltura e Ambiente. Questa sezione contiene anche la pagina Previsioni agrometeo che permette di accedere alla galleria delle previsioni agrometeorologiche a 7 giorni, aggiornate quotidianamente (AgroFIND). La documentazione dei materiali presentati in AgroMIND e AgroFIND, comprensiva dei principali metadati, è disponibile al seguente link

Le analisi mensili si basano su dati giornalieri pubblicati con cadenza annuale al seguente link. Tale dataset, aggiornato quotidianamente per uso interno, deriva da dati di rianalisi preliminari (ERA5T) disponibili in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus, la cui successiva validazione, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti solitamente trascurabili. Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati nel seguente articolo.

 

Andamento agrometeorologico nel 1° quadrimestre 2025

Condizioni termiche

Tabella 1- Anomalie mensili da gennaio ad aprile (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) per diverse unità territoriali di Temperature minime e massime (ΔTN e ΔTX) ed Evapotraspirazione di riferimento Penman Monteith (ΔETo).

Il primo quadrimestre del 2025 è stato caratterizzato da un elevato e diffuso sopra-media termico (tab. 1), soprattutto durante i primi due mesi dell'anno. I valori medi su scala nazionale delle anomalie delle temperature minime (ΔTN) di gennaio (fig. 1) e febbraio sono stati rispettivamente +2.4 e +2.3 °C, con punte superiori ai 2 °C ovunque (valori regionali più elevati: +3.2 in Trentino e in Umbria a gennaio e +3.8 in Alto Adige a febbraio), ad esclusione del Nord-Ovest che a gennaio ha raggiunto "solo" +1.9 °C. Marzo e aprile hanno fatto registrare anomalie di temperature minime più moderate (rispettivamente +1.8 e +1.2 °C come media nazionale), con i valori maggiori concentrati al Centro e al Sud a marzo, e lungo l'arco alpino ad aprile.

Le anomalie delle temperature massime (ΔTX) sono state generalmente più contenute, con il valore medio italiano più alto raggiunto a gennaio (+1.5 °C), e registrate per la maggior parte del periodo al Centro e al Sud, ad eccezione di aprile che ha visto le anomalie maggiori verificarsi al Nord-Ovest e localmente lungo tutto l'arco alpino. Per quanto riguarda le gelate tardive, rispetto alla media climatica sull'arco alpino queste sono state molto più frequenti della media climatica durante il mese di marzo, ma molto meno ad aprile. Localmente e con valori più contenuti, anche nelle zone interne del Centro si è verificato lo stesso andamento.


Figura 1- Anomalie (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) di temperatura minima (ΔTN) di gennaio 2025

Figura 1- Anomalie (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) di temperatura minima (ΔTN) di gennaio 2025

Disponibilità idrica


Tabella 2- Anomalie mensili da gennaio ad aprile (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) per diverse unità territoriali di Precipitazione (ΔRR) e Bilancio idroclimatico (ΔCWB); classi di intensità relative agli indici di siccità SPEI3 e SPEI6.

Figura 1- Anomalie (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) di temperatura minima (ΔTN) di gennaio 2025


Nel complesso, le precipitazioni si sono concentrate a gennaio e a marzo (tab. 2), ma è quest'ultimo che ha fatto registrare le anomalie di precipitazioni (ΔRR) più alte. Le piogge di gennaio hanno insistito specialmente al Nord (valori di ΔRR più elevati: Friuli-Venezia Giulia +103%, Trentino +102%, Liguria +87% e Lombardia +85%), con annesse criticità al confine tra Liguria e Toscana, e limitatamente al Sud (ΔRR più elevati: Basilicata +86% e Calabria +62%).

A febbraio, le precipitazioni, sebbene scarse nel complesso e in particolare a Nord-Ovest (ΔRR di - 23%), lungo tutto l'arco alpino (specialmente Trentino e Alto-Adige) e a Sud (ΔRR di -13%), si sono concentrate tra Emilia-Romagna e Toscana (anomalie regionali rispettivamente di +33% e +49%) e in Sicilia (ΔRR di +39%). A marzo (fig. 2) i segnali di anomalie positive di precipitazioni sono stati evidenti ovunque e in particolare a Nord-Est (Friuli-Venezia Giulia +93%, Emilia-Romagna +86%, Veneto +80%), in Liguria (+ 91%), al Centro (Abruzzo +88%, Toscana +85%, Marche +74%) e in maniera più contenuta anche nelle due isole maggiori (Sardegna +50% e Sicilia + 43%), mentre sono risultate in media tra Campania e Calabria. Aprile ha portato deficit pluviometrici importanti in tutto il Sud (Calabria -42%, Puglia -34%, Campania -30%, Basilicata -29%, Sicilia -22%) e più contenuti sulle regioni centrali adriatiche (Marche -18% e Abruzzo -13%) e ha visto, invece, precipitazioni molto abbondanti confinate sulle regioni più occidentali della Penisola (Valle d'Aosta +90%, Piemonte +70%, Sardegna +65%).

Le anomalie del bilancio idroclimatico (ΔCWB) hanno rispecchiato l'andamento dei surplus pluviometrici di questi mesi, considerato che la componente evapotraspirativa è piuttosto contenuta e poco determinante nei mesi meno caldi. Si segnalano, però, le anomalie negative di evapotraspirazione di febbraio, dall'Emilia-Romagna lungo tutta la costa adriatica, probabilmente legate alla presenza prolungata di copertura nuvolosa, come supportato anche dall'assenza di anomalie termiche significative nelle temperature massime e da valori di umidità dell'aria elevati [21].


Figura 2- Anomalie (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) di precipitazione (ΔRR) di marzo 2025

Figura 2- Anomalie (rispetto alle medie climatiche 1991-2020) di precipitazione (ΔRR) di marzo 2025


Nel valutare l'Indice di Siccità a sei mesi (SPEI6) si sono osservate nel periodo invernale condizioni di umidità moderata centrate sull'Emilia-Romagna ed estese alle zone limitrofe, che sono poi rientrate verso la normalità nei mesi primaverili, contemporaneamente all'instaurarsi di condizioni di siccità lieve in Campania e Lazio e moderata in Alto Adige.

Infine, prendendo in esame l'Indice di Siccità a 3 mesi (SPEI3), più sensibile alle variazioni su scale temporali brevi, sono emerse condizioni di siccità lieve o moderata a inizio anno al Centro al Nord, successivamente compensate dalle abbondanti piogge tardo-invernali. Inoltre, nel mese di aprile, con l'avvio dello sviluppo delle colture primaverili-estive e dopo un inverno complessivamente mite, sono emersi i primi segnali di siccità lieve in Campania e Calabria.

Andamento fenologico

Le temperature miti, anche se in generale meno pronunciate dell'anno precedente, e le abbondanti precipitazioni (in particolare nel mese di marzo) hanno favorito lo sviluppo fenologico, generalmente in linea con lo scorso anno, e assicurato una riserva idrica adeguata, al contrario del 2024, specialmente per le colture vernine (cereali e foraggere) nella delicata fase di riempimento, come riportato dai bollettini della Sardegna [1-2]. Il valore delle sommatorie termiche con soglia 0 °C (GDD0), infatti, alla fine di aprile a scala nazionale era pari a 1083 gradi giorno, con un'anomalia positiva (GDD0_a) di 152, mentre nel 2024 nello stesso periodo si erano raggiunti i 1161 gradi giorno (+230 rispetto al riferimento climatico 1991-2020). A livello regionale, tali sommatorie hanno superato i 1400 gradi giorno in Puglia, Sicilia e Sardegna, ma le anomalie medie più elevate sono state registrate in Campania e Lazio (+220 e +246, rispettivamente). Analogo è stato il comportamento delle sommatorie termiche a 10 °C (GDD10), il cui valore a livello nazionale a fine aprile era pari a 168 gradi giorno con un'anomalia (GDD10_a) di +48, mentre nel 2024 aveva raggiunto un valore di 201 con un'anomalia di +81.

La regione con l'accumulo medio maggiore è stata la Sicilia (317 gradi giorno), seguita dalla Sardegna (294); quest'ultima ha registrato, insieme alla Calabria, l'anomalia più elevata (circa +95). Ad aprile, il valore massimo a livello regionale dell'indice di Huglin (HI), che fornisce informazioni utili per valutare le esigenze termiche delle diverse varietà di vite, era pari a 196 gradi giorno in Puglia e superava i 180 in Sicilia, Sardegna e nel Lazio, dove è stata stimata anche l'anomalia (HI_a) positiva più alta (+50).

Le mappe derivanti dalle simulazioni modellistiche e dalle osservazioni in campo della rete IPHEN, pubblicate nel bollettino fenologico settimanale del 2 maggio 2025 [3] sul sito della Rete Rurale Nazionale, hanno mostrato che lo sviluppo fenologico della vite, nello specifico la varietà Chardonnay (precoce), si trovava ancora in germogliamento e non aveva raggiunto le fasi riproduttive in gran parte del Nord, così come riportato nei bollettini di Piemonte, Lombardia, Trentino e Friuli-Venezia Giulia[4-7] e nelle aree più interne (o in quota) della penisola e delle isole maggiori [1], mentre in buona parte della Pianura Padana e verso le coste si trovava tra l'inizio dell'emergenza delle infiorescenze [8-11] fino alla fioritura, a seconda della latitudine e della quota dei diversi areali di produzione.

L'olivo
durante il mese di aprile aveva completato la fase di mignolatura (BBCH 55) quasi ovunque [12-15] ed era in fase di fioritura lungo le coste della penisola, oltre che in Sicilia e Sardegna [1]. Le temperature in aumento durante la primavera e le precipitazioni consistenti, in particolare a marzo, hanno creato condizioni favorevoli per le infezioni fungine della vite e dell'olivo su tutta Italia. 


Contesto europeo/nazionale ed eventi estremi

In base alle analisi prodotte dal servizio C3S di Copernicus, a livello europeo, le temperature medie invernali (dicembre 2024-febbraio 2025) [16-17] sono risultate le seconde più alte dalle rilevazioni (dopo il 2020), soprattutto nell'Europa nord-orientale, sulle Alpi e nelle regioni adriatiche, con alcune eccezioni nelle aree settentrionali, mentre quella di marzo [18] è risultata la temperatura media più alta di sempre per questo mese. Un quadro simile, ma con anomalie più contenute, ha caratterizzato il mese di aprile [19]

In relazione al regime delle precipitazioni, l'anno si è avviato [20] con condizioni generalmente più umide della media nell'Europa occidentale e centrale, anche con fenomeni alluvionali, dovuti alle perturbazioni Eowyn, Herminia e Ivo, e più secche, invece, nelle isole settentrionali, in Spagna e sul Mar Nero. Da febbraio [21], l'Europa ha visto predominare condizioni di deficit idrico, in particolare in Spagna e Turchia, con rare eccezioni nelle aree settentrionali e casi di alluvioni come quella occorsa in Toscana. Il mese di marzo [22] è stato caratterizzato da piogge intense nella Penisola iberica, nel sud della Francia, in Italia e nei Balcani, con alluvioni in Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Italia, mentre le precipitazioni sono state scarse in Gran Bretagna, in una larga fascia estesa dall'Europa centrale fino al Mar Nero e in Grecia. Un quadro simile si è presentato anche ad aprile [23], con peggioramento della siccità in Gran Bretagna, ma con episodi alluvionali sulle regioni alpine (Piemonte e Valle d'Aosta), in Bulgaria e Grecia, e nevicate eccezionali in Francia e Svizzera, Turchia e Balcani.

Rispetto all'andamento delle principali colture in campo a livello europeo, in base alle elaborazioni del JRC [24]   pubblicate tra gennaio e aprile, nel corso dell'inverno [25] e all'inizio della primavera [26], le colture in campo hanno sofferto per il deficit idrico in Romania, Bulgaria e Turchia e soprattutto nel Maghreb, per la poca copertura nevosa in Ucraina e, al contrario, per le condizioni troppo umide in Francia, nella Penisola iberica e nell' Italia centrale. In Nord-Italia, le precipitazioni anomale della metà di aprile hanno fatto esondare diversi fiumi e torrenti piemontesi, compromettendo zone già seminate o pronte alla semina del riso, e si stima abbiano prodotto danni su circa 500 ha [27]. Criticità sono state segnalate tra marzo e aprile [28] per due ondate di freddo che hanno ritardato le semine in Europa orientale e per le persistenti condizioni secche e calde in Europa centrale e settentrionale, così come tra Bulgaria, Ucraina e Turchia, oltre che nel Maghreb.

Infine, per quanto riguarda le disponibilità idriche in Italia e i fenomeni estremi, monitorati da ANBI, all'inizio dell'anno si sono verificati diversi fenomeni temporaleschi, intensi e diffusi che hanno coinvolto il reticolo idrografico per eccesso di precipitazioni in alcuni bacini (a fine gennaio fiumi Magra [29], Arno e Serchio in Toscana, Lamone in Emilia-Romagna, Vara ed Entella in Liguria [30]). Nubifragi hanno creato criticità idrauliche, frane e straripamenti in Sicilia Nord-Orientale e nella Calabria ionica tra fine gennaio e inizio febbraio [31], in provincia di Grosseto a metà febbraio [32] e fra le province di Lucca e Massa Carrara a marzo [33]. Le disponibilità idriche sono risultate in aumento in tutta la Penisola, anche se preoccupazioni hanno destato le scarse riserve nivali [34], ad eccezione dei bacini di Puglia, Basilicata e Lazio, in crisi idrica.

All'avvio della stagione irrigua, tra marzo e aprile, criticità legate alle scarse disponibilità idriche sono rimaste nella Nurra [35] in Sardegna (a fine aprile i bacini contenevano solo il 17% delle capacità [36]), in Puglia [37], in particolare in Capitanata (34% dei volumi autorizzati) e su alcuni bacini siciliani [38] tra le province di Agrigento, Trapani e Palermo (diga Arancio -61%, Trinità -63% e Furore -46% rispetto allo scorso anno).

 
 

Note

 
 
 
 

Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Giulia Maria Bellucci, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente

 
 

PianetaPSR numero 141 giugno 2025