
Duemila miliardi di euro in sette anni per "proteggere i cittadini europei, rafforzare il nostro modello sociale e a far prosperare la nostra industria". Con queste parole la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha presentato, lo scorso 16 luglio, la proposta per il bilancio pluriennale dell'UE 2028-2034.
Il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) presentato è il bilancio più ampio nella storia dell'Unione europea e modifica profondamente alcuni degli elementi base e delle priorità politiche rispetto alle precedenti programmazioni, in particolare per il settore agricolo. All'orizzonte, infatti, si configura una riduzione delle risorse destinate alla Politica Agricola Comune (PAC), le cui due fonti di finanziamento (FEASR e FEAGA) confluirebbero in un Fondo unico con altre politiche, a partire da quelle di coesione.
La dotazione proposta dalla Commissione si sviluppa sulla base di quattro priorità:
Senza dubbio una novità della proposta è rappresentata dalla garanzia di una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse. Sarà più facile riorientare i fondi all'interno dei programmi finanziari e tra gli stessi per indirizzare le risorse laddove siano più necessarie. Una quota significativa del prossimo QFP - spiega una nota - non sarà preprogrammata o pianificata, in modo che le esigenze emergenti possano essere affrontate in modo rapido ed efficace. Lo strumento di flessibilità sopramenzionato apporterà al bilancio dell'UE capacità supplementari per far fronte a circostanze impreviste che richiedono risorse aggiuntive.
Nelle intenzioni della Commissione, il nuovo bilancio a lungo termine raggrupperà i fondi dell'UE attuati dagli Stati membri e dalle Regioni nell'ambito di un'unica strategia coerente. Questa strategia sarà messa in atto grazie a Piani di partenariato nazionali e regionali, più semplici e mirati: secondo la Commissione disporre di un unico piano per Stato membro che integri tutte le misure di sostegno pertinenti - per i lavoratori, gli agricoltori o i pescatori, nelle città o nelle zone rurali, a livello regionale o nazionale - garantirebbe effetti molto più marcati e un uso decisamente più efficiente dei finanziamenti europei. I piani avranno l'obiettivo di promuovere la convergenza e ridurre le disparità regionali, individuando gli investimenti e le riforme necessari ad affrontare al meglio le sfide del futuro per gli Stati membri e le Regioni. Saranno elaborati e attuati dalla Commissione, dagli Stati membri e dalle Regioni, in coordinamento con le comunità locali e tutti gli altri portatori di interessi, che lavoreranno in stretta collaborazione.
In una nota esplicativa, la Commissione specifica che "questo processo di programmazione integrata consentirà un migliore coordinamento tra i settori strategici nonché un approccio più mirato, che rispecchi le esigenze nazionali e regionali di ciascuno Stato membro, garantendo nel contempo un sostegno coerente a tutti gli obiettivi strategici dell'UE e mantenendo al centro la governance multilivello e il principio di partenariato. Il corpus di norme dei piani sarà integrato da norme settoriali al fine di tenere conto al meglio delle specificità di ciascuna politica e di ciascun settore. All'interno dei piani alcuni fondi sono inoltre separati, come i fondi destinati al sostegno al reddito per il settore agricolo dell'UE".
La proposta della Commissione prevede un rafforzamento del pacchetto di risorse proprie della UE, che attualmente derivano da:
Nel prossimo QFP queste risorse dovrebbero essere integrate da cinque nuove fonti di finanziamento proprie:
Queste cinque nuove fonti di finanziamento dell'Unione dovrebbero essere introdotte gradualmente a partire dal 1º gennaio 2028. Secondo le stime relative al nuovo QFP 2028-2034, le nuove risorse proprie, gli adeguamenti delle risorse proprie esistenti e altri elementi del pacchetto sulle risorse proprie dovrebbero generare in media entrate pari a circa 58,5 miliardi di EUR/anno (a prezzi 2025).
Uno degli aspetti più discussi di questa proposta è senza dubbio la riforma della PAC, che subirebbe un taglio di risorse direttamente dedicate al settore, da 386 mld a circa 300, definite dal Commissario al Bilancio Piotr Serafin un "minimo garantito" (ring fence) al sicuro da eventuali riassegnazioni. Queste risorse sarebbero destinate a finanziare pagamenti diretti e alcuni degli interventi di sostegno attualmente previsti, in particolare quelli relativi al "sostegno al reddito", tra il primo e il secondo pilastro, con alcune novità.
Ulteriori risorse, come detto, confluirebbero in un unico "contenitore", il Fondo per il partenariato nazionale e regionale, che accorperebbe diverse voci di spesa, tra le quali, oltre alle politiche di coesione ci sarebbero anche il Fondo Sociale europeo, la politica comune della pesca e la politica marittima.
L'obiettivo della Commissione è quello di concentrare sugli agricoltori attivi il pagamento, di natura degressiva, per superficie, favorendo i giovani agricoltori, per i quali è previsto un pacchetto iniziale di aiuti, le aziende agricole piccole e miste e coloro che operano in zone soggette a vincoli naturali. Previsto, in questo senso, un limite massimo di 100mila euro per il sostegno alle aziende agricole più grandi.
La bozza di regolamento PAC prevede, inoltre, alcuni strumenti di sostegno al reddito precedentemente collocati nell'ambito del secondo pilastro della PAC. In questo disegno il sostegno agli investimenti manterrebbe un ruolo importante, consentendo ai beneficiari di contribuire al conseguimento degli obiettivi economici, ambientali, in materia di benessere degli animali e sociali.
Nella proposta viene introdotto il concetto di "gestione agricola" (Farm stewardship) per i beneficiari. Sostituisce l'attuale sistema di condizionalità "fornendo un approccio più equilibrato e flessibile - si legge in una nota - con misure meno prescrittive e 'uniformi per tutti'. Queste pratiche possono essere adattate alle condizioni locali e ai sistemi di produzione. Il livello di ambizione rimane elevato con obiettivi fissati a livello dell'UE, quali la conservazione del potenziale del suolo, la protezione dei corsi fluviali dall'inquinamento o la protezione delle zone umide e delle torbiere, e gli Stati membri definiranno le migliori pratiche per conseguire tali obiettivi. Ciò riflette l'approccio territoriale annunciato nella visione per l'agricoltura e l'alimentazione".
Un elemento positivo della proposta per il settore emerge dal programma Horizon Europe, che prevede che 10 miliardi di euro, dei 175 complessivamente stanziati, siano specificamente destinati a progetti relativi all'alimentazione, all'agricoltura, allo sviluppo rurale e alla bioeconomia. Tra le priorità ci sono il sostegno alla digitalizzazione e all'agricoltura di precisione, il supporto alla transizione sostenibile e una quota di investimenti in ricerca per mantenere la leadership tecnologica europea.
In stretta connessione con Horizon Europe, si muoverà, secondo la proposta presentata nelle scorse settimane, un nuovo Fondo europeo per la competitività, dedicato agli investimenti in tecnologie strategiche. Le risorse saranno concentrate in quattro aree:
Il percorso di approvazione della proposta, al centro di un acceso dibattito politico, passa ora dalla discussione in Consiglio, che prevede l'adozione del QFP solo all'unanimità, previa autorizzazione del Parlamento.

"La Commissione europea ha presentato, nelle scorse settimane, una proposta di bilancio che stiamo ancora approfondendo per una valutazione complessiva. Per mesi l'Italia ha sostenuto la necessità di garantire il mondo agricolo e della pesca, settori economici, ma soprattutto pilastri dell'economia europea così come sancito dai Trattati fondativi. Siamo stati promotori di documenti sottoscritti dalla stragrande maggioranza dei ministri competenti di tutta Europa e abbiamo sostenuto le istanze delle associazioni di rappresentanza italiane ed europee. In un momento difficile come quello che il mondo sta attraversando, l'approvvigionamento alimentare e la custodia da parte del settore primario dell'ambiente sono quantomai indispensabili. Abbiamo lavorato, e lo ringrazio anche in questa occasione, con il vicepresidente Fitto per arginare modelli di programmazione finanziaria in evidente contrasto con gli interessi dell'economia europea e dei suoi produttori, artefici principali della ricchezza della quale tutti beneficiamo. Purtroppo, la proposta della Commissione non è all'altezza di questi obiettivi". Lo dichiara il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. "Seppure una parte importante delle risorse per l'agricoltura, anche grazie al nostro impegno, è stata salvaguardata nel Fondo indistinto assegnato alle singole nazioni, il rischio di lasciare alla determinazione dei singoli governi il 20% delle risorse potenziali non garantisce il mondo produttivo minando l'obiettivo della sicurezza e della Sovranità Alimentare Europea.
Avevamo apprezzato un cambio di rotta annunciato dalla Commissione rispetto alle follie di Timmermans ma questi propositi si sono realizzati solo in parte. Una parte troppo piccola per garantire capacità di resilienza al nostro settore e alla sua competitività. L'Italia, in modo spesso trasversale alle forze politiche, ha denunciato da mesi la sua contrarietà a ipotesi che indebolissero ulteriormente il sistema. Alcuni risultati sono stati raggiunti sulla condivisione di investimenti strategici per il sistema di approvvigionamento idrico con fondi aggiuntivi rispetto a quelli per la PAC, una semplificazione necessaria e non più rinviabile, una diversa visione sulla gestione della fauna selvatica nel rispetto della produzione, la cancellazione di alcune follie ideologiche previste dal Green Deal e soprattutto una valutazione differente dell'agricoltura come primo difensore dell'ambiente", sottolinea il ministro.
"Purtroppo, non si è raggiunto ancora l'obiettivo che come Governo Meloni ci siamo posti, riuscendovi in Italia, di rimettere al centro delle politiche di sviluppo e coesione territoriale l'agricoltura e la pesca. La proposta, così come è stata presentata dalla Commissione, al netto dei risultati ottenuti dalle battaglie al suo interno del Vicepresidente Fitto, è lontana dal poter soddisfare noi tutti a partire da agricoltori e pescatori fino alle Regioni a cui viene di fatto viene sottratta la possibilità di usufruire di uno strumento di pianificazione che dia certezza delle risorse. L'Italia, auspico in modo compatto, nel Parlamento europeo e in ogni consesso lavorerà a modifiche sostanziali del piano presentato per renderlo idoneo agli obiettivi che l'Unione europea deve raggiungere per garantire prosperità ai Popoli che ne fanno parte. Al contrario di quanto avvenuto in questi anni a Bruxelles, il Governo Meloni ha stanziato più risorse per agricoltura e pesca di qualsiasi precedente governo proteggendo il settore e migliorando i risultati rispetto alla situazione nella quale lo abbiamo ereditato. Continueremo a farlo - conclude Lollobrigida -e a batterci per garantire sempre maggiore centralità alle nostre imprese a fianco delle rappresentanze del modo agricolo e della pesca".
Matteo Tagliapietra
Pietro Manzoni
PianetaPSR numero 142 luglio/agosto 2025