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Pietracupa, molise
Innovazione

Innovazione, conoscenza e comunità: il CREA promuove lo sviluppo rurale nei borghi molisani

Il tema al centro del living lab di open innovation Jazz'Inn.

Dal 29 settembre al 3 ottobre 2025 si è tenuto a Campobasso Jazz'Inn 2025, il living lab di open innovation promosso da Fondazione Ampioraggio, con l'obiettivo di attivare ecosistemi di innovazione e sviluppo sostenibile nei territori.

Il CREA ha patrocinato l'evento, partecipando attivamente con open talk e laboratori tematici dedicati allo sviluppo rurale, all'innovazione agricola e alla rigenerazione delle aree interne. L'iniziativa ha rappresentato un'occasione significativa per far dialogare il mondo della ricerca con le comunità locali, le istituzioni, i giovani e gli operatori economici, nel segno di un approccio partecipativo e concreto alla sostenibilità.

Durante l'open talk "Borghi e aree interne: zavorra o opportunità per il Paese?", si è discusso del ruolo delle aree rurali come motore di innovazione e presidio di identità culturale. Annalisa Angeloni, ricercatrice del CREA, ha portato come esempio l'esperienza della "Scuola dei Giovani Pastori", iniziativa che promuove reti cooperative e partecipative tra istituzioni, enti di ricerca e operatori del territorio.

Nata in Piemonte e Lombardia e replicata in Sicilia, la scuola sostiene il radicamento dei giovani nelle aree interne, valorizzando la pastorizia come attività strategica non solo economica ma anche ambientale e sociale. La figura del pastore viene così riconosciuta come custode del paesaggio, delle tradizioni e della biodiversità, contribuendo a mantenere vive comunità spesso esposte al rischio di spopolamento. Il progetto ha messo in luce le difficoltà legate alla mancanza di infrastrutture e connessioni, ma anche il forte desiderio di innovare "restando nei luoghi", dimostrando che la conoscenza condivisa può essere un motore di coesione.

Un secondo momento di confronto è stata la "Pillola di innovazione" dal titolo "Rafforzamento del sistema della conoscenza in agricoltura", a cura di Mara Lai (CREA PB). L'intervento ha sottolineato come l'innovazione passi anche attraverso la costruzione di un sistema capace di mettere in relazione ricerca, formazione, consulenza e imprese.
In questo quadro, l'AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System) rappresenta un modello di riferimento europeo per connettere gli attori della filiera della conoscenza: università, enti pubblici, organizzazioni professionali, consulenti, imprese e agricoltori.

In Italia il sistema è articolato in un AKIS nazionale e 21 AKIS regionali, che costituiscono una rete diffusa ma complessa, con difficoltà di coordinamento e di rilevazione dei fabbisogni. Da qui nasce la necessità di rafforzare il sistema attraverso il Piano Strategico della PAC (PSP), che prevede la creazione di organismi di coordinamento tra i diversi attori, la semplificazione dei processi di programmazione e il potenziamento delle competenze professionali.

Particolare rilievo è stato dato al ruolo della Rete PAC, che raccoglie esperienze, buone pratiche e strumenti condivisi con gli altri Stati membri, disponibili sul portale www.innovarurale.it, ormai punto di riferimento nazionale per l'innovazione in agricoltura.

L'AKIS è stato anche al centro del laboratorio "Piano Strategico della PAC: interventi a supporto del sistema della conoscenza e innovazione", curato da Filomena Izzi (CREA PB). L'incontro, che ha coinvolto amministratori locali, GAL, consulenti, imprese agricole e cittadini, ha approfondito come l'Unione Europea, attraverso i PSP nazionali, promuova la cooperazione tra i territori e la diffusione di conoscenze innovative. 

Il PSP italiano prevede nove interventi dedicati al rafforzamento del sistema AKIS, tre in ambito cooperazione (art. 77 Reg. UE 2115/2021) e sei in ambito scambio di conoscenze e diffusione delle informazioni (art. 78). La dotazione finanziaria complessiva è di 451 milioni di euro, destinata ai seguenti strumenti:

  • SRG01 - Gruppi Operativi PEI AGRI,
  • SRG08 - Azioni pilota e di collaudo,
  • SRG09 - Cooperazione per l'innovazione e i servizi,
  • SRH01 - Consulenza,
  • SRH02 - Formazione dei consulenti,
  • SRH03 - Formazione degli imprenditori e operatori,
  • SRH04 - Informazione,
  • SRH05 - Azioni dimostrative,
  • SRH06 - Servizi di back office per l'AKIS.

Il laboratorio ha costituito un momento concreto di condivisione delle opportunità messe in campo dalle Autorità di Gestione regionali, adattate alle specificità di ciascun territorio. 

Nel laboratorio "Piano Strategico della PAC: interventi a supporto degli Smart Villages", curato da Emilia Reda (CREA PB), si è discusso del concetto di Smart Village, uno dei temi centrali delle politiche europee per la rigenerazione dei territori rurali. Gli Smart Village sono comunità che adottano soluzioni intelligenti, basate su innovazione tecnologica e partecipazione civica, per superare criticità infrastrutturali, economiche e sociali.

In Italia, tali progetti sono sostenuti dall'intervento SRG07 - Cooperazione per lo sviluppo rurale, locale e smart villages, che mira a rafforzare la resilienza dei territori e contrastare lo spopolamento. Il laboratorio ha illustrato come queste iniziative favoriscano la creazione di economie di scala e di filiere locali, lo sviluppo dell'economia circolare, la promozione del turismo sostenibile e l'inclusione sociale. 

Sono dieci le regioni italiane che hanno già attivato l'intervento, con una spesa pubblica complessiva di oltre 91 milioni di euro. Gli Smart Village trovano inoltre naturale integrazione con le Strategie di Sviluppo Locale LEADER (SRG06), basate su partenariati pubblico-privati e su approcci multisettoriali di rigenerazione. In questo contesto la Rete PAC ha presentato iniziative dedicate alla formazione e alla sperimentazione di metodologie, come lo Smart Rural Hub e i Cantieri di Comunità, che tra giugno e luglio 2025 hanno promosso webinar e seminari per accompagnare i processi di cooperazione territoriale.

Un altro laboratorio, dedicato agli investimenti in infrastrutture e diversificazione del PSP, curato da Assunta Amato e Martina Bolli (CREA PB), ha affrontato il tema della competitività e della crescita delle aree rurali. Il dibattito ha approfondito gli interventi SRD07 (infrastrutture per lo sviluppo socioeconomico), SRD08 (infrastrutture ambientali), SRD09 (investimenti non produttivi), SRD14 (investimenti produttivi non agricoli) e SRD03 (diversificazione in attività non agricole). 

È stato sottolineato come tali strumenti contribuiscano a migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, potenziando i servizi di base - viabilità, energia, connettività, strutture sociali e ricreative - e riducendo il divario infrastrutturale rispetto ai centri urbani. L'incontro ha evidenziato anche l'importanza di combinare diversi interventi in una logica sistemica, per massimizzare l'impatto delle risorse disponibili e favorire strategie integrate di sviluppo.

In questo quadro, l'approccio LEADER e la progettazione integrata territoriale assumono un ruolo chiave, insieme alla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), ai Distretti del Cibo e ad altre forme di cooperazione. Tali iniziative mirano a costruire risposte multisettoriali alle sfide della marginalità, della denatalità e dell'accesso ai servizi essenziali.

Il confronto ha messo in luce anche il valore degli interventi rivolti alla diversificazione economica e all'imprenditoria giovanile, come il "pacchetto giovani", che favoriscono la nascita di nuove imprese, l'occupazione e l'innovazione sostenibile. In particolare, l'intervento SRD03 è stato riconosciuto come leva strategica per aumentare i redditi familiari, contrastare lo spopolamento e rendere più attrattive le aree interne. Nel loro insieme, questi strumenti generano ricadute positive sia economiche che sociali, migliorando la dotazione di servizi di base - sanità, istruzione, mobilità, connettività - e riducendo il divario infrastrutturale e digitale tra aree rurali e urbane. 

Dal dibattito è emersa tuttavia una criticità trasversale: la limitata conoscenza, da parte dei soggetti locali, delle opportunità offerte dal Piano Strategico della PAC. Questa carenza informativa rischia di ridurre la partecipazione attiva delle comunità e l'efficacia delle politiche, se non accompagnata da azioni capillari di comunicazione, formazione e accompagnamento. Occorre quindi investire non solo in infrastrutture materiali, ma anche in infrastrutture di conoscenza, creando percorsi che consentano alle comunità rurali di orientarsi e di essere protagoniste dei processi di sviluppo.

Sono state inoltre evidenziate alcune criticità strutturali:

  • la asimmetria informativa tra centro e periferia;
  • la mancanza di una visione strategica condivisa e di lungo periodo;
  • la scarsa attrattività delle aree rurali per i giovani, dovuta a carenze infrastrutturali e limitate prospettive di crescita.

Il laboratorio del CREA, all'interno del programma di Jazz'Inn 2025, ha rappresentato così un momento di confronto operativo e di riflessione collettiva, contribuendo a rafforzare la consapevolezza che l'innovazione, se radicata nella conoscenza e nella cooperazione, può trasformarsi in una leva concreta per la crescita dei territori rurali.
Un impegno che il CREA porta avanti anche attraverso la valorizzazione delle esperienze virtuose di sviluppo rurale raccolte nel portale eccellenzerurali.crea.gov.it, punto di riferimento per raccontare come la ricerca, la formazione e la partecipazione possano insieme generare sviluppo sostenibile nei borghi italiani.

 

Link utili

 

Assunta Amato, Annalisa Angeloni, Martina Bolli, Filomena Izzi, Mara Lai, Emilia Reda

 
 

PianetaPSR numero 144 ottobre 2025