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Riforma PAC

Bruxelles premia l'agricoltura biologica

Nel 2° pilastro è promossa da azione a misura con un suo budget, mentre nel 1° non ha alcun vincolo greening - Ma non mancano i punti critici, da chiarire già nel regolamento.

Introduzione
L'espansione dei consumi bio, confermata anche nei primi mesi del 2011, evidenzia come il biologico sia uno dei pochi settori dell'agroalimentare in controtendenza rispetto alla situazione di generale crisi. Appare inoltre chiaro come il successo del biologico sia riconducibile non solo al mercato ma anche alla strategia ad hoc che l'Unione Europea ha avviato a partire dagli anni novanta dello scorso secolo (si pensi ai regg. 2092/91 e al 2078/92). (vedi BOX)
E' dunque chiaro che l'espansione degli ettari e delle aziende bio a livello europeo e nazionale è attribuibile in buona misura ai premi previsti dalle misure agroambientali confluite nei Programmi di sviluppo rurale (Psr), a partire dal 2000. (vedi figura 1).
Tuttavia, in Italia, diversamente dagli altri Paesi europei, questo slancio sembra essersi esaurito in quanto in alcune regioni l'azione a favore dell'agricoltura biologica (misura 214) ha mostrato una minore carica attrattiva.

BOX - L'identikit dell'agricoltura biologica
La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell'azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull'interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l'applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall'altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell'ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.
 

Fra i problemi principali riscontrati figurano lo scarso livello incentivante dei premi e la disomogeneità tra i livelli di pagamento per mantenimento o introduzione nelle varie Regioni. Si sono anche determinati fenomeni di "retrocessione" dal biologico al convenzionale, determinati dalle impennate dei prezzi di talune commodities negli scorsi anni. Un effetto "spiazzamento" può essere stato determinato, in alcune regioni, anche dalla concorrenza e maggiore appetibilità di altri schemi di incentivo sostenuti dalla misura 214, come l'agricoltura integrata.
La revisione dei Psr in seguito all'Health Check ha costituito un'importante occasione per restituirle potere incentivante, evidenziando però la persistente carenza di un approccio integrato e - dunque -  l'esigenza di intervenire anche attraverso altre misure dei Psr, come gli strumenti di progettazione integrata, in coerenza con le politiche nazionali e regionali di settore, così che tutti gli interventi acquisiscano carattere di organicità.

 

Prospettive nella riforma 2014-2020

Viene confermato che i pagamenti per la conversione all'agricoltura biologica o per il suo mantenimento dovrebbero incoraggiare gli agricoltori a partecipare a tali iniziative, in risposta al crescente interesse della società per le pratiche agricole ecocompatibili. Il biologico presenta, però, delle importanti novità nelle proposte di riforma sia del primo che del secondo pilastro della Pac. Nell'ambito della proposta di regolamento sui pagamenti diretti è previsto che gli agricoltori che soddisfano le condizioni stabilite dal regolamento (CE) 834/07 devono beneficiare della componente "greening" senza essere sottoposti ad ulteriori obblighi, dati i benefici ambientali riconosciuti ai sistemi di agricoltura biologica. Nell'ambito della proposta di regolamento dello sviluppo rurale, è prevista una misura a sé per il biologico, che viene "eletta" da azione a misura svincolata dalle misure agro ambientali propriamente dette.

 

Fig 1 - Trend degli ettari e dei produttori biologici

grafico 1
 

Tuttavia, come per queste ultime, è prevista la possibilità di stipulare contratti collettivi o la collaborazione tra agricoltori in modo da coprire aree adiacenti più vaste, così come i pagamenti devono contribuire a compensare i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti, limitatamente agli impegni che vanno al di là dei pertinenti criteri e requisiti obbligatori.

Aspetti positivi, criticità e proposte
La sottrazione del biologico dall'obbligo greening potrebbe determinare un vantaggio per le aziende più colpite da tali obblighi, in particolare quelle a seminativo (cfr. casi studio impatti PAC). Va rimarcato, inoltre, che il regime del biologico appare favorito anche nel secondo pilastro. L'identificazione di una misura ad hoc per il biologico rappresenta una novità di rilievo in quanto determinerà la fissazione di un budget specifico distinto e separato dalla misura 214 "tradizionale". Inoltre, la nuova misura bio dei Psr prevederà una baseline dei pagamenti limitata solo agli obblighi di condizionalità, a differenza delle misure agro-climatico-ambientali, per le quali si aggiungono anche gli obblighi greening (con conseguente riduzione dell'entità dei pagamenti). E' possibile che nella nuova programmazione possa attenuarsi l'effetto competizione segnalato in precedenza da parte dell'agricoltura integrata, non appena sarà interamente implementata a livello europeo la direttiva sull'uso sostenibile dei fitoafarmaci. Infatti, ne potrebbe conseguire che laddove la direttiva venga recepita e attuata rendendo obbligatori i disciplinari di produzione integrata, tali vincoli rientrerebbero nella condizionalità e la misura non sarebbe più finanziabile.
Sul fronte delle criticità, va rimarcato il rischio di un futuro stop da parte della Commissione all'attivazione della nuova misura bio dei Psr in assenza di demarcazione e attestazione della compatibilità e coerenza dell'intervento con il greening nell'ambito del primo pilastro. Ciò deriva dal fatto che l'agricoltore biologico riceverebbe due pagamenti per gli stessi impegni, sia come greening sia come misura del Psr. Pertanto, sarebbe auspicabile che venga esplicitato nel testo del regolamento base (o negli atti di esecuzione o delegati) la cumulabilità ope legis dei due pagamenti senza rimandare tale verifica alla defatigante (e perdente) fase di negoziato sui Psr come nell'attuale programmazione.
In subordine, la cumulabilità andrebbe negoziata in fase di programmazione con la Commissione e definita una volta per tutte a livello nazionale, nell'ambito dei criteri generali da approvare con un eventuale quadro nazionale per la misura del biologico. Quanto sopra resta sicuramente valido, invece,  per la demarcazione tra le misure bio contenute nelle azioni ambientali dell'Ocm ortofrutta  e la nuova misura bio dei Psr, mentre non dovrebbe interessare eventuali misure accoppiate del primo pilastro, in quanto appare poco probabile la possibilità che vengano attivati aiuti accoppiati su talune filiere bio come nell'attuale programmazione. Il quadro nazionale con le regole comuni appare utile anche per definire altri aspetti critici evidenziati nell'attuale programmazione come quello del livello basso e della eterogeneità dei pagamenti fra regioni. Questi problemi potrebbero essere evitati, definendo a livello nazionale un range del livello dei pagamenti per aree omogenee sotto il profilo pedoclimatico, su scala interregionale.

 

Sebbene sia nel segno della continuità con l'attuale programmazione, l'importo dei pagamenti massimi previsti dall'allegato 1 del regolamento dello sviluppo rurale (vedi tabella 1) e il 20% addizionale per costi di transazione, resta tuttavia attuale il rischio di una scarsa appetibilità dovuta ad importi non incentivanti, ad eccezione della possibilità di elevare i pagamenti al 30% nel caso di interventi collettivi in analogia alle misure agro-climatico-ambientali. Da notare, inoltre, come i cosiddetti sottoprogrammi tematici (che corrispondono ai nostri pacchetti di misure dell'attuale programmazione) non citano il biologico così come non è fatto alcun riferimento/intervento esplicito a favore della zootecnia bio.

 

Tab 1 - Importi del sostegno all'agricoltura biologica

Colture / Usi del suolo
Importo massimo previsto per ha/anno
Colture annuali
600 euro(*)
Colture perenni specializzate
900 euro (*)
Altri usi del suolo
450 euro (*)
(*) Questi importi possono essere maggiorati in casi eccezionali a motivo di particolari circostanze debitamente giustificate nei PSR.
 

Conclusioni
I regolamenti della proposta di riforma appaiono favorevoli ad un rafforzamento del biologico. Le riflessioni e le criticità espresse sopra confermano da una parte l'urgenza di intervenire sui testi dei regolamenti e, dall'altra parte, l'opportunità di accompagnare la nuova programmazione con una definizione di una strategia per il biologico 2014-2020 chiara e condivisa a livello nazionale sia per il primo che per il secondo pilastro.
Sul fronte del negoziato con la Commissione, appare importante non solo evidenziare quanto detto prima per il "rischio demarcazione" ma anche inserire il biologico in maniera esplicita nel secondo pilastro o come sottoprogramma specifico (prevedendo un pacchetto che includa anche la misura sulla certificazione della qualità - da ridisegnare - e la consulenza aziendale)  oltre all'inserimento nel menu delle misure previste dai sottoprogrammi sulla montagna e sulle filiere corte.
Sul versante "interno", occorrerebbe delineare, prima della stesura dei Psr, alcuni criteri e approcci comuni su scala nazionale a livello programmatorio, procedurale e di controllo.
 
 
Camillo Zaccarini Bonelli
c.zaccarini@ismea.it

 
 
 
 

PianetaPSR numero 4 - novembre 2011