Gli obiettivi principali della PAC, rafforzati nel 2010 dalla comunicazione della Commissione europea "La PAC verso il 2020", citano esplicitamente l'azione per il clima, per cui dovranno svolgere un ruolo centrale agricoltura e zone rurali nel prossimo periodo di programmazione 2014-2020.
La strategia europea si pone quattro obiettivi ambiziosi sul clima da qui al 2020: ridurre le emissioni molto più rapidamente nel prossimo decennio rispetto a quello passato, aumentare la resistenza delle nostre economie ai rischi climatici, risparmiare 60 miliardi di importazioni petrolifere e di gas, incrementare da 600.000 a 1 milione i posti di lavoro con il pacchetto "clima-energia" avviato nel 2008 (noto anche come "strategia 20-20-20"). Il Libro bianco sui cambiamenti climatici del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, scaricabile sul sito www.reterurale.it, delinea gli indirizzi strategici e il ruolo dell'agricoltura italiana nell'affrontare sfide ed opportunità per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, in termini di contributo effettivo al Protocollo di Kyoto (dopo il 2013 cd. "Kyoto 2").
In tale ottica, la politica agricola possiede due strumenti: la condizionalità e le misure dei PSR. La prima rappresenta una politica ormai fondamentale che richiama l'agricoltore ad una gestione aziendale orientata a garantire elevati standard di difesa dell'ambiente e del territorio, sicurezza alimentare e salute pubblica, benessere degli animali e delle piante attraverso il rispetto di specifici impegni definiti sulla base delle caratteristiche aziendali.
In particolare nell'ambito delle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA) che gli agricoltori devono rispettare, le norme sul contrasto all'erosione e alla perdita di struttura del suolo rappresentano una precondizione per ridurre le emissioni di gas serra: mirano infatti alla regimazione delle acque superficiali e al mantenimento della fertilità del suolo, in modo da favorire il sequestro del carbonio e ridurre la vulnerabilità a precipitazioni eccessivamente variabili.
Il divieto di bruciatura dei residui colturali e l'obbligo dell'avvicendamento per alcune colture cerealicole contribuiscono all'incremento della sostanza organica nei suoli, evitando le emissioni di CO2 ed indirizzando scelte colturali adatte al clima in evoluzione, mentre le norme sulla protezione degli habitat, come la buona conservazioni di pascoli, oliveti e vigneti, contribuiscono a favorire agroecosistemi virtuosi, in termini sia di adattamento che di mitigazione.
Infine gli impegni sulla corretta gestione delle acque, che oltre alla tutela qualitativa, mirano a ridurre il rischio di inondazioni dei campi limitrofi ai corsi d'acqua. Sul fronte CGO - Criteri di Gestione Obbligatoria - della condizionalità, in particolare è l'atto A4 sulla gestione dei nitrati da fonti agricole a contribuire all'apporto di sostanza organica nel terreno, laddove dispone la corretta utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento.
Le misure finanziate dai PSR a cui gli agricoltori possono accedere, in particolare dopo l'Health check della PAC ma soprattutto negli anni a venire, costituiscono l'incentivo a mettere in atto pratiche agricole più virtuose rispetto a quelle ordinarie a cui fa riferimento il regime di condizionalità.
Esempi di interventi finanziabili dai PSR in materia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici (Elaborazione ISMEA da PSR 2007-2013)
Misure dei PSR |
Azioni finanziabili |
Misura 121 Ammodernamento delle aziende agricole |
Miglioramento degli impianti di ventilazione/raffreddamento nei ricoveri animali |
Misura 124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo, alimentare e forestale |
Introduzione di nuove tecnolgie finalizzate a risparmiare energia, anche con riferimento al recupero del calore prodotto dai processi di lavorazione |
Misura 214 Pagamenti agroambientali |
Applicazione di tecniche di produzione biologica e integrata.Incremento di contenuto di carbonio organico nel suolo |
Misura 221 Primo imboschimento di terreni agricoli |
Realizzazione di piantagioni di arboricoltura da legno a ciclo medio-lungo per la produzione di legname di pregio |
Misura 311 Diversificazione in attività non agricole |
Investimenti per la creazione di microimpianti per la produzione di biogas da cui ricavare energia termica e/o elettrica (compresa cogenerazione) |
Le azioni più efficaci in termini di lotta ai cambiamenti climatici sono contenute nell'asse 1 relativo alla competitività aziendale e nell'asse 2 sul miglioramento dell'ambiente.
Nel primo caso, con le misure da 121 a 126 si incentivano le azioni strutturali in azienda che permettono il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni favorendo la produzione di biomasse ed energie da fonti rinnovabili, la costituzione di filiere corte a basso impatto, contribuendo al contempo all'adattamento tramite lo stimolo di sistemi produttivi ottimali per il regime idro-climatico previsto.
L'asse 2 dei PSR, in particolare con le misure 214, 216, 221 e successive, fornisce un contributo essenziale tramite l'incentivazione di pratiche agro-zootecniche a basso impatto ambientale, che favoriscono la produzione di biomassa vegetale, la migliore gestione degli allevamenti e degli habitat naturali, a difesa del patrimonio forestale e per prevenire eventi calamitosi estremi.
Anche l'asse 3, in particolare con la misura 311 sulla diversificazione delle attività agricole, contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso l'incentivo a tecnologie volte alla riduzione dei consumi, lo sviluppo di energie rinnovabili e il contenimento dell'emissione di prodotti di scarto e di rifiuti.
Le sinergie tra le norme di condizionalità e le misure dei PSR, nonché tra le diverse misure dello sviluppo rurale, permettono di comprendere il contributo sia di pratiche agronomiche ordinarie che di interventi specifici e più funzionali agli indirizzi produttivi aziendali, che concorrono in modo integrato all'effetto globale di una più razionale gestione delle risorse naturali, in un contesto di mercato agricolo e agroalimentare.
Coniugare la crescita sostenibile con la competitività rappresenta, infatti, uno dei risultati che i cittadini europei si attendono da un'efficace politica pubblica in termini di sicurezza alimentare, ambiente, cambiamento climatico ed equilibrato sviluppo territoriale.
Francesco Serafini
PianetaPSR numero 5 - dicembre 2011