Nel corso del Consiglio dell'Unione Europea del 15 dicembre scorso i Ministri hanno avuto uno scambio di opinioni sulla proposta di regolamento sul sostegno allo Sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).
Il dibattito si è incentrato sulle azioni previste per affrontare le nuove sfide nell'ambito del secondo pilastro. La maggior parte delle delegazioni ha rilevato che il contenuto della proposta non può essere correttamente valutato senza la conoscenza della ripartizione delle risorse tra gli Stati membri.
E' stato ribadito il ruolo del sostegno alla competitività all'interno della politica di Sviluppo rurale. Sul nuovo impianto, che vede l'armonizzazione delle norme relative ai diversi fondi strutturali, molti Stati membri si sono espressi a favore ma hanno anche ribadito la necessità che l'inserimento del Feasr nel Quadro strategico comune sia coerente con l'obiettivo della semplificazione della Pac.
Gli Stati membri hanno richiesto maggiore chiarezza su alcuni contenuti della proposta, hanno apprezzato l'attenzione all'ambiente e l'introduzione di nuovi strumenti per la gestione del rischio.
Sono state criticate le condizionalità ex ante e la riserva di performance, che destano preoccupazione negli Stati membri, mentre per le aree svantaggiate è stato messo in discussione il ricorso al cosiddetto "fine tuning", che prevede l'applicazione di criteri socioeconomici in una fase successiva all'applicazione dei parametri biofisici. Molti, inoltre, si sono detti preoccupati per l'impatto che il "greening" avrà sulle misure agro ambientali.
Il ministro Catania ha sostenuto con forza la necessità che l'Italia riceva attraverso le risorse del II Pilastro una sorta di riequilibrio che tenga conto delle riduzioni subite sul primo. Si è anche detto preoccupato per l'inserimento del Feasr all'interno del quadro strategico comune, poiché la politica di Sviluppo rurale potrebbe perdere autonomia mentre invece occorre ricordarsi sempre che la stessa è parte integrante della Pac. Ha ricordato l'esigenza di semplificazione poiché non giova a nessuno avere un quadro programmatorio estremamente complesso.
Infine, sulle misure agro ambientali ha ricordato il rischio che le stesse possano essere poco appetibili a causa dell'innalzamento della baseline dovuta all'introduzione del greening, sugli investimenti irrigui ha sottolineato come la riduzione del 25% del consumo di acqua sia un presupposto troppo restrittivo che rischia di non attivare la misura, mentre ha criticato l'abolizione per la prossima programmazione della misura di promozione dei prodotti di qualità.
Mario Cariello
PianetaPSR numero 5 - dicembre 2011