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DIVERSIFICAZIONE

Agriturismo e familiari beneficiari, non sempre si può

Molte regioni prevedono nei bandi i membri della famiglia come beneficiari della 311, altre solo di alcune sottoazioni ma escludono l'agriturismo, spesso invece decisivo in ottica di azienda-famiglia. 
figura 1

La multifunzionalità in agricoltura rappresenta non solo un'opportunità di reddito per l'impresa e per l'occupazione dei membri della famiglia agricola, ma ha anche effetti positivi sui territori in termini di servizi, di promozione di attività ricreative e culturali fondamentali per lo sviluppo delle aree rurali. In questo contesto, l'imprenditoria femminile rappresenta un elemento fondamentale per la promozione non solo delle attività agricole di tipo tradizionale ma anche per poter incentivare e sviluppare nuove attività multifunzionali, con maggiore attenzione alla salvaguardia ambientale e all'introduzione delle innovazioni.
In Italia, circa un terzo delle aziende agricole sono condotte da donne, dai dati provvisori dell'ultimo censimento emerge che è diminuita la presenza di donne imprenditrici nel settore agricolo (-29%) anche se in misura inferiore di quanto si siano ridotti i conduttori nel loro complesso (-36% tra il 2000 e il 2010). Da sottolineare che l'incidenza delle donne che lavorano regolarmente in agricoltura ha avuto un andamento costante nel tempo e nel 2010 il peso della manodopera femminile in agricoltura è stata, secondo i dati Istat, di circa il 29%. Tale dato è stato confermato anche dai risultati provvisori del 6° Censimento generale dell'Agricoltura in cui è emersa un aumento della quota della manodopera aziendale femminile (30,6%), sia in termini di occupate in forma continuativa e sia di forme contrattuali saltuari.
Tornando ai Psr, la possibilità per i componenti della famiglia agricola di essere beneficiari di interventi volti alla diversificazione delle attività agricole (misura 311) viene riconosciuta per la prima volta nella presente programmazione agli articoli 52 e 53 del Reg. (Ce) n. 1698/2005 , mentre nell'articolo 35 del Reg. (CE) 1974/2006 viene riportata la definizione di "membro della famiglia agricola". Questo riconoscimento rappresenta un punto importante specialmente nelle aziende agricole italiane dove l'agricoltore e la famiglia sono spesso unite nella gestione dell'azienda ed in alcuni casi l'azienda viene di fatto co-condotta da moglie e marito.
Sulla base di una specifica richiesta dell'Onilfa (Osservatorio nazionale dell'imprenditoria femminile dell'agricoltura) al Gruppo di Lavoro Pari Opportunità della Rete Rurale Nazionale, è stata condotta un'analisi di come le regioni italiane hanno programmato ed attuato la misura 311 coinvolgendo o meno i membri della famiglia agricola come beneficiari degli interventi previsti.
Questo il quadro che emerge dallo studio. La misura 311 è stata attivata da tutte le regioni italiane, che a questa misura hanno dedicato in media il 3,4% di tutte le risorse (media su quota Feasr); tale quota sale al 3,9% per le regioni competitività e scende al 2,9% per le regioni convergenza. Prendendo in esame il solo Asse 3 dedicato alla qualità della vita e diversificazione dell'economia nelle zone rurali, la misura per la diversificazione pesa per più di un terzo (36,4%) con punte di più del 50% in quattro regioni (Lombardia, Marche, Basilicata e Toscana che sull'asse 3 ha concentrato tutte le risorse solo su questa misura). Va ricordato, inoltre, che il tasso di cofinanziamento pubblico medio della misura è stato pari al 50,1%, mentre la capacità di spesa ha raggiunto a dicembre 2011 il 28,5%, valore inferiore all'avanzamento complessivo (37,3%).
Dall'esame dei documenti di programmazione emerge che la possibilità di includere i membri della famiglia tra i beneficiari dell'azione, oppure di sotto-azioni,viene introdotta esplicitamente da quasi tutte le regioni anche se, come vedremo, non tutte poi  in fase attuativa  hanno inserito all'interno dei bandi tale possibilità. Le regioni/province autonome che non prevedono esplicitamente tale possibilità sono quattro, due di queste però introducono la possibilità di considerare un membro della famiglia agricola come beneficiario di alcune sotto azioni della misura in fase attuativa.
Dall'esame dei 62 bandi emerge che in prevalenza le regioni hanno inserito la possibilità che i membri della famiglia agricola possano essere beneficiari della misura: direttamente (33%) o in sotto-azioni (38%) e/o prevedono tale possibilità in almeno uno dei bandi emanati (5%; Cfr. Figura 1).  Nonostante questi dati, comunque, resta il problema difformità delle sotto-azioni contemplate.
Si nota come le otto regioni che hanno previsto i membri della famiglia come beneficiari solo di alcune sotto-azioni, hanno escluso la possibilità che un membro della famiglia possa essere beneficiario di finanziamenti per investimenti finalizzati a sviluppare l'attività agrituristica. E questo rappresenta un limite per le donne che lavorano in agricoltura come coadiuvanti familiari. Diversi studi, come ad esempio quello sulle Famiglie Rurali realizzato dalla Rete Rurale Nazionale, dimostrano che le mogli del conduttore sono impegnate in prima persona nella gestione dell'attività agrituristica. E' noto che una delle motivazioni che hanno limitato la tipologia di beneficiario ai soli imprenditori agricoli è legata a vincoli normativi, su cui però riteniamo che andrebbe fatto un approfondimento e cercare una possibile soluzione.
Interessante, in questo senso,  è la soluzione adottata dall'Emilia Romagna che ha introdotto sia la sotto-azione agriturismo (dalla quale sono esclusi i membri della famiglia come beneficiari) sia quella legata all'ospitalità turistica (qui sono inclusi): nel primo caso finanzia la realizzazione di interventi di recupero e ampliamento di immobili da destinare all'attività agrituristica e didattica; nel secondo caso, invece, gli investimenti destinati all'alloggio e alla prima colazione. Per le altre sotto-azioni a sostegno della plurifunzionalità (come ad esempio fattorie didattiche, filiera corta ecc.) viene prevista la possibilità che un membro della famiglia possa essere beneficiario della misura da parte di tutte queste regioni, a eccezione della Sicilia. Infine per quanto riguarda le sotto-azioni destinate allo sviluppo di energia da fonti rinnovabili delle sei regioni che la prevedono, quattro (Sicilia, Emilia-Romagna, Liguria e Marche) hanno incluso la possibilità che il beneficiario possa un imprenditore agricolo e/o un membro della famiglia agricola.
Per la prossima programmazione, le proposte di riforma inserite nel regolamento sullo sviluppo rurale, all'articolo 20 viene confermata la possibilità che un membro della famiglia del conduttore può essere beneficiario di investimenti per lo sviluppo di attività extra-agricole nelle zone rurali. Sulla base di questa proposta, appare ancor più necessaria una riflessione per rendere possibile sull'intero territorio nazionale la partecipazione dei membri della famiglia agricola alla misura 311, contribuendo così ad una crescita più inclusiva e partecipativa sui territori.

 
 
 
 
 

Elisabetta Savarese

e.savarese@ismea.it

 

PianetaPSR numero 8 - marzo 2012