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CAMBIAMENTE CLIMATICI

Gas serra, la partita doppia dell'agricoltura

Post Kyoto: finora l'Italia ha tenuto conto solo delle foreste, ma ora la Ue propone di  contabilizzare il ruolo dei suoli agricoli - Una scelta difficile costi-benefici 

Il Protocollo di Kyoto sin dagli esordi ha preso in considerazione l'agricoltura come strumento potenzialmente fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici. Infatti, oggi, è ampiamente riconosciuta nella letteratura scientifica internazionale la capacità da parte delle biomasse agro-forestali e soprattutto, in ambito prettamente agricolo, dei suoli, di assorbire e trattenere ingenti quantità di carbonio.
Un ruolo rafforzato anche dai risultati dei nuovi studi, che hanno analizzato lo sviluppo di pratiche agricole conservative meno invasive. In questa sfida il ruolo da protagonista lo gioca il suolo. Infatti sono i suoli ad essere i principali serbatoi terrestri di carbonio in quanto sono in grado di immagazzinare quasi il triplo del carbonio che viene sequestrato dalle biomasse vegetali.
Gli Stati che hanno aderito al Protocollo di Kyoto, assumendosi impegni di riduzione, possono usare il settore agricolo e forestale come strumento per generare crediti derivanti da assorbimenti di carbonio inseriti nei bilanci nazionali dei gas climalteranti. Tutte le attività comprese in questo ambito sono comprese nell'acronimo LULUCF (Land use, Land-use change and Forestry),  ovvero: "uso dei suoli, cambio nell'uso dei suoli e foreste".
Nello specifico le attività denominate LULUCF sono le seguenti:

  • generazione di nuove foreste (afforestazione, riforestazione)
  • gestione delle aree forestali
  • gestione dei suoli agricoli
  • gestione dei prati e dei pascoli
  • rivegetazione
  • uso delle biomasse per produrre energia

La scelta di questa categorie a livello internazionale ha sempre generato ampi dibattiti in quanto tuttora è molto complesso riuscire a quantificare gli scambi di carbonio negli ecosistemi in questione e quindi, di conseguenza, stimare in modo preciso e ripetibile il numero di crediti associati. La difficoltà consiste in primis nella definizione di un metodo che sia condiviso al livello internazionale.
Tale dibattito si è inevitabilmente riversato anche in ambito nazionale poiché, aspetto cruciale, la contabilizzazione di alcune attività del settore LULUCF è opzionale.

 

Tabella 1. Categorie, relativi gas serra e attività opzionali

Tabella 1. Categorie, relativi gas serra e attività opzionali

Fonti: Libro bianco, Sfide ed opportunità dello sviluppo rurale per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti
climatici. MIPAAF, 2011. Rielaborazione (Decision-/CMP.7 Durban) Lucia Perugini e Maria Vincenza Chiriacò.

 

La decisione presa dall'Italia relativa al periodo di impegno che scadrà nel 2012 ha incluso nei bilanci nazionali dei gas serra solo le attività ad evidente vocazione forestale (afforestazione, riforestazione e gestione delle foreste) rinunciando quindi alla possibilità di avvalersi della attività strettamente connesse all'agricoltura. Questo è ciò che è accaduto quasi in tutta l'Europa ad eccezione di Danimarca, Spagna, Portogallo e Francia.
Nell'arco del 2012 l'Italia si troverà a dover decidere che posizione assumere relativamente al Post-Kyoto. Infatti, per il prossimo periodo di impegno, alla luce di nuovi studi ed analisi condotti in questi anni, e allo sviluppo e consolidazione di nuove pratiche agricole, si potrà decidere se confermare lo stato attuale delle cose o invece contabilizzare all'interno del bilancio nazionale dei gas serra anche tutte le attività concernenti il settore agricolo. La partita è importante in quanto se da un lato l'inserimento dell'agricoltura nei conteggi dei gas serra nazionali può effettivamente diventare un'opportunità ed un supporto al raggiungimento degli obiettivi di riduzione italiani, dall'altro comporterà una serie di obblighi, anche economici, che saranno imprescindibili.
La proposta della Commissione Ue. Su questa importante tematica c'è da registrare anche una recente iniziativa della Commissione europea che, in un comunicato stampa,  ha annunciato la proposta di migliorare le norme comuni per contabilizzare le emissioni e gli assorbimenti di gas a effetto serra nel settore forestale e in quello agricolo, gli ultimi grandi settori privi di una normativa comune europea.
" Le foreste e i terreni agricoli - si legge nel comunicato -  coprono più di tre quarti del territorio dell'UE e contengono naturalmente ingenti quantitativi di carbonio, prevenendone la fuga nell'atmosfera, e di conseguenza sono importanti per la politica climatica. Aumentare tale carbonio "intrappolato" di soli 0,1 punti di percentuale, ad esempio mediante una migliore gestione forestale o dei pascoli, permetterebbe di eliminare l'equivalente delle emissioni annue nell'atmosfera di 100 milioni di automobili".
Connie Hedegaard, Commissaria Ue  per l'Azione per il clima, ha dichiarato: "Ciò che proponiamo oggi sono norme armonizzate per contabilizzare le emissioni delle foreste e dell'agricoltura. Si tratta del primo passo verso l'integrazione di questi settori nell'impegno di riduzione delle emissioni nell'Ue. A Durban tutti i paesi si sono accordati sulle nuove norme relative alla contabilizzazione delle emissioni in questi settori. La UE sta attualmente elaborando la proposta che contribuirà, tra l'altro, a tutelare la biodiversità e le risorse idriche, a sostenere lo sviluppo rurale e ad avere un'agricoltura rispettosa del clima.".
Le prossime tappe. La proposta sarà presentata al Parlamento europeo e al Consiglio nell'ambito della procedura legislativa ordinaria. Essa impone agli Stati membri l'obbligo di adottare piani d'azione per aumentare l'assorbimento del carbonio e la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nelle foreste e nei suoli in tutta l'unione europea. La proposta non contiene obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni per questi settori, ma essi potrebbero essere definiti in una fase successiva una volta che le norme di contabilizzazione si saranno dimostrate affidabili.

 

Federico Chiani


f.chiani@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 8 - marzo 2012