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La vacanza in campagna resiste (per ora) alla crisi

Brancaccio (Agriturist): nel 2011 crescita del 9,6% trainata dagli stranieri, ma ora serve un vero piano di rilancio dell'intero sistema-turismo - Anche il settore teme l'effetto Imu
Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi e quello di Agriturist Vittoria Brancaccio

Nell'anno orribile 2011, l'agriturismo italiano è riuscito a chiudere un bilancio positivo, con una sorprendente crescita del 9,6% di presenze rispetto all'anno precedente, dando un segnale di grande vitalità e riscuotendo particolare successo presso i visitatori stranieri. Il punto è stato fatto nei giorni scorsi dal presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio, , in occasione della presentazione della "Guida alle vacanze in fattoria 2012". Un trend che si contrappone alle difficoltà mostrate dall'intero sistema-turismo italiano, che ha archiviato una crescita zero, con un vistoso calo del 16% di turisti italiani, controbilanciato solo in parte dalla crescita del 5,3% della domanda estera. 
L'insieme del turismo italiano invece ha registrato una crescita zero. Ad un aumento del 5,3% della spesa degli stranieri, ha fatto infatti da contraltare un calo del 16% dei vacanzieri di casa nostra.
E dopo l'accentuazione del calo denunciato nel secondo semestre 2011 (-30%), le prospettive per il turismo italiano non improntate al pessimismo, che potrebbe contagiare anche l'arrivo degli stranieri.

 

Con queste previsioni, anche l'agriturismo non può stare tranquillo. E di fronte a queste difficoltà, appare sempre più necessario, come ha sottolineato la Brancaccio, fare sistema con un piano di rilancio più incisivo.  "Entro i prossimi tre anni", ha dichiarato il presidente di Agriturist, "si dovrà elaborare, e cominciare ad attuare, un nuovo modello di sviluppo coerente con le caratteristiche e le risorse dell'economia italiana, nel quale agricoltura e turismo, ambiente e cultura, abbiano il posto che meritano. Il tempo dell'improvvisazione è finito! Se l'Italia ha ancora le risorse e le energie creative di cui tanto si parla, politica e organizzazioni di categoria lavorino concretamente per valorizzarle, altrimenti non abbiamo futuro".
Agriturist indica alcune priorità, un vero e proprio decalogo: mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico; cessare la sottrazione di suolo all'agricoltura avviando un grande programma di riqualificazione degli spazi già edificati; promuovere efficacemente le produzioni tipiche dell'agricoltura; riorganizzare la promozione turistica, soprattutto tramite internet, coinvolgendo ogni risorsa del territorio nazionale; monitorare e coordinare il sistema dei trasporti e dei servizi affinché il turista possa visitare il nostro Paese in condizioni di ragionevole "buona accoglienza"; offrire alle imprese, tramite le Organizzazioni di categoria, opportunità di aggiornamento professionale, che consentano loro di competere con una concorrenza internazionale sempre più larga e combattiva.
 

Tab. 1: Aziende agrituristiche autorizzate per Regione ( dati ISTAT - gennaio 2012)

Non è mancato poi un riferimento alla questione Imu. "Questa imposta - ha denunciato la Brancaccio - rischia di vanificare  gli investimenti delle nostre aziende e il recupero dello straordinario patrimonio edilizio del nostro Pae". Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura, ha aggiunto: "Stiamo discutendo  col Governo e abbiamo ben presenti le conseguenze dell'Imu anche sugli edifici destinati all'agriturismo. Riteniamo sia stata notevolmente sottovalutata la base imponibile, per cui chiediamo che si ricalcoli il gettito reale in modo che corrisponda a quello programmato"
In Italia gli agriturismi sono complessivamente 19.973. Il 51,8% delle aziende agrituristiche si trova in collina, il 33,2% in montagna, il rimanente 15% in pianura. La conduzione delle aziende è prevalentemente maschile (65,7%), con un incremento del 6,6% (2010 su 2009), mentre le donne sono cresciute, nello stesso periodo, del 2,1%.
L'offerta regionale vede sempre saldamente al primo posto la Toscana (4.074 aziende), tuttavia con un modesto incremento (+0,7%) rispetto al 2009. Insegue il Trentino Alto Adige con 3.339 aziende e +4,6%. Le crescite più significative di aziende agrituristiche si sono registrate in Puglia (+26,6%), Calabria (+21,6%), Lazio (+18,2%), Umbria (+13%) ed Emilia Romagna (+12,5%).

 

La "Guida delle vacanze in fattoria 2012, giunta alla 37^ edizione, ha selezionato 1.450 aziende agricole che propongono alloggio, campeggio, ristorazione, servizi culturali e ricreativi, a chi ama trascorrere il fine settimana, o le ferie, in tranquillità, a contatto con la natura, godendo dei  bellissimi paesaggi della campagna italiana. Molte le voci presenti, per indirizzare al meglio il lettore: è possibile scegliere l'agriturismo in base alla presenza di appartamenti indipendenti o camere singole, a quella di prodotti biologici o fattorie didattiche, o alla facoltà di poratre con sé gli animali domestici. E poi ancora  la prsenza di piscine, di biciclette in affitto ecc. Il prezzo a persona del pernottamento è prevalentemente compreso fra 30 e 40 euro (38% delle aziende); le proposte da  40 a 50 euro sono il 34%; oltre i 50 euro l'8%; al disotto dei 30 euro il 20%.

 
 
 

Andrea Festuccia
a.festuccia@ismea.it

 

PianetaPSR numero 8 - marzo 2012