Home > Mondo agricolo > Così l'agroalimentare soffre il mal di credito
ANALISI

Così l'agroalimentare soffre il mal di credito

Studio Fedagri: i dati a settembre 2011 finanziamenti in crescita oltre la media, ma corrono di più le sofferenze bancarie - Sono le aziende agricole a pagare il costo del denaro più elevato

L'accesso al credito è un tema di primaria importanza in una congiuntura economica, come quella che stiamo vivendo, in cui la possibilità di avere coperture finanziarie diventa determinante non solo per la competitività, ma per la sopravvivenza stessa di molte aziende. In questo contesto si inserisce lo studio realizzato da Fedagri Confcooperative che, partendo dai dati della Banca d'Italia, analizza nel dettaglio il rapporto tra l'agroalimentare e il sistema creditizio italiano, traducendo in cifre un malessere diffuso.Ma partiamo dalla situazione al 30 settembre 2011.Il totale dei finanziamenti concessi alle imprese del settore agricolo ed alimentare da parte del sistema creditizio

Finanziamenti concessi alle imprese agroalimentari (milioni di €)

Elab. Fedagri Confcooperative su dati Banca d'Italia
 

ammonta a quella data a 75,6 miliardi di euro, di cui 43,6 imputabili all'agricoltura, silvicoltura e pesca, e 32 all'industria alimentare, delle bevande e dei prodotti a base di tabacco. Nel complesso si tratta del 7,5% dei finanziamenti complessivamente erogati dalle banche ai settori economici, mentre l'incidenza del manifatturiero, con oltre 247 miliardi di euro, è nettamente superiore, pari al 24,5%.  In termini territoriali, si confermano alcune criticità che non riguardano specificamente un settore, ma sono strutturali dell'economia italiana. Il volume degli impieghi, infatti, decresce scendendo lungo la Penisola. Nella fattispecie, la maggior parte dei finanziamenti all'agroalimentare, il 61,4%, va alle imprese settentrionali (il 27,1% nel Nord-Ovest e il 34,3% nel Nord-Est), seguite da quelle del Centro, con il 17%, mentre quelle del Sud e delle Isole si ritagliano rispettivamente il 14,6% e 6,9%.Tra il settembre 2010 e il settembre 2011, i finanziamenti alle aziende agricole e alimentari sono comunque cresciuti, nell'ordine del 10%, anche più di quanto riscontrato per quelle manifatturiere (+4,9% ) e in generale per i settori economici (+5,5%). Ma l'aumento degli impieghi è stato accompagnato da un incremento delle sofferenze bancarie, ovvero della totalità dei rapporti per cassa con soggetti in stato d'insolvenza o in situazioni equiparabili. Nello stesso periodo, tra settembre 2010 e lo stesso mese del 2011, infatti, le sofferenze sono nettamente aumentate nel settore agroalimentare (+39,4% negli utilizzi netti e +21,4% nel numero degli affidi), come peraltro nel manifatturiero (rispettivamente +28,1% e +23,1%) e nell'economia nel complesso (+39,4% e +28,3%).
Il peso delle sofferenze sui finanziamenti del settore agroalimentare è così salito dal 6,3% del settembre 2010 all'8% del settembre 2011: segno che se gli impieghi sono cresciuti, anche le sofferenze sono cresciute, e a un ritmo più veloce, attestando la sempre maggiore difficoltà da parte delle imprese a ripagare i debiti contratti. L'incidenza resta comunque inferiore al quella riscontrata nel manifatturiero (9%), ma superiore a quella rilevata per la generalità delle imprese (7,6%). Lo studio di Fedagri Confcooperative si sofferma poi sull'andamento del costo del denaro per le imprese, rappresentato nella fattispecie dal TAEG medio ponderato: indicatore del costo complessivo del credito comprendente tutti gli oneri connessi alla sua erogazione.  L'andamento del TAEG, nei due anni e mezzo compresi tra il 31 marzo 2009 e il 30 settembre 2011, è stato altalenante: a una fase decrescente, durata sostanzialmente fino all'estate del 2010, è seguita infatti una crescita progressiva.

 

Taeg medio ponderato per durata dei finanziamenti 
- Situazione al 30 settembre 2011

Elab.Fedagri Confcooperative su dati Banca d'Italia
 

In ogni caso, al di là delle oscillazioni congiunturali, che pure pesano sulle sorti dell'economia, emerge come l'agroalimentare abbia un TAEG medio ponderato sempre superiore a quello del settore manifatturiero, nonostante il livello delle sofferenze, come abbiamo visto, sia inferiore. Vale inoltre la pena sottolineare come, da un'ulteriore disaggregazione dell'analisi, le aziende agricole risultino sostenere costi finanziari maggiori di quelli a carico delle imprese alimentari, in particolare per i crediti fino a 5 anni. Insomma, nel settembre 2011 il Taeg a carico di un'azienda agricola per finanziamenti fino a 5 anni superava di oltre 1 punto percentuale quello sopportato da un'azienda alimentare e di oltre 2 punti percentuali a quello di un'azienda manifatturiera, mentre per i finanziamenti di lungo periodo il differenziale, pur restando positivo, era decisamente più contenuto.

 

Franca Ciccarelli
f.ciccarelli@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 9 - aprile 2012