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Focus: la misura del mese

Vino, quando l'incentivo fa rima con competitività

Ristrutturazione, promozione e investimenti: così il programma nazionale di sostegno ha contribuito al successo sui mercati internazionali - I possibili scenari in vista della riforma Pac
foto di vigneto

Mentre l'annualità 2012 è entrata nel vivo, i dati relativi alla spesa sostenuta nel primo triennio dal programma nazionale di sostegno del settore del vino consentono di fare il punto sulle strategie finora seguite, valutandone la presumibile evoluzione nel poco tempo che resta prima della chiusura del quinquennio di programmazione,  con l'elenco delle misure ammissibili e la dotazione del 2013. L'analisi va inquadrata anche nella prospettiva della riforma Pac 2014-2020.
Le sfide che il comparto si trova a fronteggiare sono progressive: quest'anno bisognerà dimostrare di saper spendere circa 50 milioni di euro in più rispetto al budget del 2011, ma nel 2013, quando cesserà definitivamente il sostegno comunitario alle distillazioni dei vini e all'arricchimento dei mosti, sarà necessario anchere distribuire i finanziamenti comunitari non più tra nove, bensì tra sei misure.
Resteranno infatti  le tre misure ritenute strategiche per il comparto (ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investiment, promozione nei mercati terzi), perché mirate esplicitamente ad accrescere la competitività aziendale; due misure di prevenzione dei rischi e delle crisi (assicurazione del raccolto e vendemmia verde) e la distillazione dei sottoprodotti, difficilmente classificabile per la sua caratteristica peculiare di garantire la qualità del vino preservando allo stesso tempo l'ambiente.

 

Almeno per ora, sembrerebbe esclusa la possibilità di attivare i fondi di mutualizzazione, data l'assenza di una disciplina nazionale dello strumento e l'incertezza sugli ambiti di demarcazione con analoghe misure finanziate con altri regimi di sostegno nel prossimo periodo di programmazione della Pac. Allo stesso tempo dovrebbe essere escluso qualsiasi ripensamento su un possibile trasferimento di fondi dalla dotazione al regime di pagamento unico. Questa eventualità, che già non raccoglieva sufficienti consensi, diventa infatti decisamente inappetibile in prospettiva della revisione del sistema dei pagamenti diretti che, a partire dal 2014, concederebbe di diritto il sostegno ad ettaro anche agli agricoltori che coltivano esclusivamente la vite (e/o producono esclusivamente ortofrutticoli).
Ed ecco allora l'ultima sfida per il comparto: quella che si prospetterebbe proprio nel 2014, con l'inserimento in una nuova Pac destinata ad accrescere gli ambiti di contiguità dell'Ocm vino con altri regimi di aiuti: lo sviluppo rurale (non solo rispetto alle misure degli investimenti, ma anche con riferimento alla gestione dei rischi) e il pagamento unico, imponendo dunque una valutazione delle sinergie e delle demarcazioni tra le diverse fonti di finanziamento più estesa che nel passato.
Se queste sono le prospettive, passiamo ora a tracciare un bilancio del primo triennio di applicazione del programma: va subito detto che  l'Italia è riuscita non solo a spendere sempre la pressoché totalità della dotazione disponibile - grazie a un paziente lavoro di rimodulazione dei fondi tra le misure condotto nel corso dell'anno -, ma anche a spostare progressivamente le risorse verso gli interventi più strategici.
La ristrutturazione e riconversione dei vigneti, la promozione e, dal 2011, gli investimenti, hanno concentrato 2011 oltre la metà della spesa (il 51%), per complessivi 148 milioni di euro, mentre nel 2009 le stesse misure totalizzavano 87 milioni (37%). A spiegare la performance dell'ultimo anno è stata solo in parte l'attivazione degli investimenti, dato che la misura ha esordito nell'Ocm assorbendo appena il 2% della dotazione. Determinante è stata invece la crescita delle risorse impiegate nella ristrutturazione e riconversione e, soprattutto, nella promozione.
La ristrutturazione e riconversione dei vigneti ha confermato il ruolo di principale misura in termini finanziari. La spesa è passata dagli 82,6 milioni di euro del 2009, agli oltre 86 milioni di euro del 2010 fino a superare, nel 2011, 93 milioni di euro, mentre l'incidenza corrispondente sul programma nazionale ha oscillato tra il 30 e il 35 per cento.

Elaborazione RRN su dati Agea
 

Decisamente in crescita anche il ruolo della promozione del vino nei mercati terzi, con un aumento esponenziale della spesa, più che decuplicata in due anni: un dato importante se si considera che è dalle esportazioni, e non dai consumi interni, che continuano ad arrivare i risultati più incoraggianti per il mercato del vino made in Italy.
Gli investimenti hanno avuto una partenza rallentata dalla necessità di stabilire una demarcazione a livello di singola operazione con analoghi interventi finanziati dallo Sviluppo rurale (in particolare con le misure 121 e 123). Per questo il loro inserimento nel programma di sostegno è slittato dal 2010 al 2011. Ciò non toglie che anche per questa misura le prospettive future, in termini di capacità di raccogliere adesioni, appaiano positive. Risale infatti al 3 aprile scorso una modifica del decreto ministeriale contenente le linee di demarcazione degli investimenti con lo sviluppo rurale, che ha visto Sicilia, Trentino e Marche ampliare notevolmente la gamma di operazioni finanziabili con l'Ocm e la Basilicata decidere ex novo di attivare la misura nell'ambito del programma di sostegno, seppure per un insieme limitato di operazioni.
Insomma, il settore sta dimostrando una chiara volontà e capacità di puntare sugli interventi volti a rafforzare la competitività aziendale, a cui ha fatto da sponda la contemporanea riduzione di interesse per le misure in phasing out, con la spesa per la distillazione di alcole alimentare e la distillazione di crisi in drastico ridimensionamento. Determinante, a questo fine, è l'assottigliamento delle giacenze e, conseguentemente, la ripresa del mercato all'origine, a cui ha contribuito almeno in parte la contemporanea attivazione della vendemmia verde. Solo in Sicilia, nelle vendemmie 2009 e 2010, questa misura avrebbe fatto mancare all'appello un quantitativo di vino compreso tra i 700 mila e i 900 mila ettolitri. 
Insomma, il settore sembra in grado di reggere le sfide che si prospettano nei prossimi anni, ma ulteriori indicazioni si trarranno dalla chiusura dell'annualità 2012, nel prossimo mese di ottobre.

Per approfondire l'argomento, si veda la pubblicazione del volume "Il programma di sostegno del vino: bilancio del primo triennio di applicazione e prospettive future"

 

 
Franca Ciccarelli
f.ciccarelli@ismea.it


 
 
 

PianetaPSR numero 9 - aprile 2012