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ORGANIC CONGRESS

Biologico: corsia preferenziale Ue, ma occhio ai furbi

Un mercato triplicato in 10 anni, con 37 milioni di ettari nel mondo, più di 1 milione in Italia -Un ruolo importante riconosciuto da Bruxelles, che mette però in guardia contro le frodi
Il manifesto del congresso biologico europeo

I numeri del biologico  a livello mondiale testimoniano un'attenzione crescente da parte degli agricoltori e dei consumatori. Secondo l'ultima indagine FiBL-IFOAM sulla agricoltura biologica certificata a livello mondiale, (dati di fine 2010), nel mondo sono 37 milioni gli ettari di terreni agricoli biologici (comprese le aree in conversione), di cui 10 milioni in Europa (nella UE  il  5,1 per cento del terreni agricoli è biologico).  Rispetto al 2009, i terreni biologici sono aumentati di circa 0,8 milioni di ettari.  Guidano la speciale classifica  dei Paesi con la più grande area agricola biologica la Spagna (1,5 milioni ha), Italia (1,1 milioni ha) e la Germania (0,99 milioni ha). Ci sono sei paesi in Europa con oltre il 10% dell'agricoltura biologica : Liechtenstein (27,8 %), Austria (19,7 %), Svezia (14,1 %), Estonia (12,5 %), Svizzera (11,4 %) e Repubblica Ceca 10,5 %.  Un'Europa che presenta anche il 18% dei produttori, che raggiungono 1,6 milioni di unità. Per quanto riguarda invece le vendite globali di alimenti biologici e bevande, il mercato ha addirittura triplicato i volumi negli ultimi dieci anni, passando dai 17,9 miliardi di dollari USA del  2000 ai 59 miliardi del 2010 (Organic Monitor) . Nel 2010, i Paesi con i maggiori mercati erano Stati Uniti, Germania e Francia, e il più alto  consumo pro-capite è stato riscontrato in Svizzera, Danimarca e Lussemburgo. E' stata  proprio la Germania  il più grande mercato per i prodotti biologici nel 2010 con un fatturato di 6 miliardi di euro, seguita da Francia (3,4 miliardi di euro) e Regno Unito (2 miliardi di euro) potendo contare su questi risultati, il movimento dei biologici europei si è dato appuntamento al 6° Organic Congress svoltosi  a Copenaghen, il 17 e 18 aprile, dal titolo : "Smart change - towards a sustainable CAP  - Organic and high nature value farming shaping future food systems", al centro del quale è stato posto soprattutto il ruolo del biologico al centro della Riforma della Pac. Si è discusso  soprattutto di come migliorare la produzione e la disponibilità di cibo biologico per i consumatori ed assicurare la credibilità della certificazione dell'intero settore, proprio per contribuire al raggiungimento di una PAC  piu verde, equa, e sostenibile. Città ospite del convegno, nel semestre della Presidenza della UE della  Danimarca, la capitale Copenaghen, che ha in mostra numeri di tutto rispetto soprattutto nel settore della ristorazione collettiva. Un settore, questo, che si sta attrezzando per rispondere alle sempre più diffuse richieste di alimenti sicuri, sani, sostenibili e rispettosi del benessere animale da parte dei cittadini/consumatori. Un recente studio pubblicato da Organic Denmark mostra, infatti, come la ristorazione abbia acquistato nel 2011 prodotti biologici per un valore complessivo di 743 milioni di corone (100 milioni di euro), con una crescita del 46% rispetto al 2010. Alla crescita del settore hanno contribuito tanto le mense pubbliche (ad esempio di scuole e ospedali), quanto quelle private delle aziende. E la tendenza è destinata a durare. Il governo danese ha infatti fissato per il 2020 l'obiettivo di distribuire ogni giorno nelle mense pubbliche 500 mila pasti bio portando al 60%  gli ingredienti biologici degli alimenti totali distribuiti nelle mense. Tanti i temi trattati in tre distinti workshop dai responsabili politici ed esperti del settore biologico, dalla scienza e dalla società civile  che hanno contribuito al dibattito con le loro visioni per il futuro della PAC e della produzione alimentare sostenibile in tutta Europa. Il Vice Direttore Generale della DG Agricoltura e Sviluppo Rurale, il polacco Jerzy Bogdan Plewa, ha descritto le proposte della Commissione per la PAC 2014-2020, prevista più "verde" e più sostenibile. Ha dichiarato che il supporto per l'agricoltura biologica rimane un ingrediente essenziale nella ricetta per una politica di produzione alimentare sostenibile e che  c'è un interesse comune per lo sviluppo del settore dell'agricoltura biologica europea. Ed è per questo che la Commissione prevede nelle sue proposte una sorta di trattamento privilegiato per  l'agricoltura biologica. Ha anche però sottolineato  ed ammonito sulla scorta dei casi di frode avvenuti nel 2011:"L'agricoltura biologica ha mantenuto il suo slancio, nonostante la crisi economica e continua a crescere rapidamente. Tuttavia, dovremmo essere tutti consapevoli che l'agricoltura biologica è vulnerabile. Essa resiste o crolla con la sua credibilità. I consumatori sono disposti a pagare per i costi di produzione più elevati se hanno la fiducia che i prodotti che acquistano sono davvero biologici". Ha poi condiviso il fatto  che il dibattito proposto sulle esperienze relative all'attuazione del normativa vigente - e in questo contesto, sulla credibilità dei prodotti biologici - contribuirà a salvaguardare l'integrità del sistema di agricoltura biologica e migliorare il controllo e l'applicazione.
Morten Lautrup-Larsen, Presidente del Gruppo di lavoro del Consiglio sullo sviluppo rurale, ha parlato a nome della presidenza danese dell'UE, che ha grandi ambizioni per gettare le basi per una PAC più verde, con maggiore attenzione alle risorse comuni, partendo dal proprio Paese, con l'obiettivo, come si diceva, di raddoppiare la superficie destinata all'agricoltura biologica entro il 2020. Il ministro danese, Mette Gjerskov, presenterà presto un piano nazionale d'azione con diverse iniziative al fine di raggiungere questo  obiettivo.
Anche Andrea Ferrante di Aiab Italia , è intervenuto sulla tematica della credibilità del settore messa a dura prova dalle frodi: "E' a tutti evidente", ha dichiarato Ferrante,  "che oggi è la credibilità il nostro maggior valore da dover difendere. Continuiamo ad essere il settore con maggiori controlli e dobbiamo sempre ricordarci che nella peggiore delle ipotesi , in caso di frode il consumatori si mangia quello che mangiano tutti gli altri cittadini europei, ma per noi la credibilità è essenziale e quindi dobbiamo fare tutto per preservarla. Il  settore ne è convinto, ne parla apertamente e si confronta. Ci vuole più cooperazione e miglioramento da parte di tutti i soggetti coinvolti, nessuno escluso".
Altro tema molto discusso è stata la disomogeneità a livello europeo dell'applicazione dei Psr con  fortissime differenze anche nei livelli di aiuti all'interno delle misure agro-ambientali, con un focus sulla flessibilità adottata in merito dai vari stati membri 

 
 
 
 

Avelio Marini

a.marini@ismea.it

 
 

PianetaPSR numero - 9 aprile 2012