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CROWDFUNDING

Così la colletta su web finanzia i progetti rurali

Grazie anche ai social network diventa più facile trovare i fondi per le buone idee - Dalle fattorie didattiche alle "strade dei sapori", le sinergie possibili con il finanziamento pubblico.

E' possibile realizzare un film, un nuovo modello di videocamera o una fattoria sociale senza un capitale proprio iniziale o senza ricorrere ad un finanziamento bancario o a contributi pubblici? Da qualche tempo si, l'importante è avere l'idea giusta e presentarla in modo adeguato. Da pochissimi anni, infatti, il panorama web si è arricchito di un'ulteriore novità che sta ridefinendo la logica della raccolta fondi per la realizzazione di progetti con finalità sociale e per progetti imprenditoriali: il cosiddetto crowdfunding.
Tale sistema, veicolato attraverso una serie di siti internet specializzati, consente agli utenti di presentare i propri progetti (descrivendone gli obiettivi, i prodotti da realizzare e le modalità di esecuzione) e di chiedere agli altri utenti di versare dei soldi per realizzarli.  I finanziatori possono erogare qualsiasi cifra, senza ricevere in cambio alcun diritto sul bene o servizio realizzato e senza diventare in qualche modo soci o comproprietari delle aziende che propongono il progetto. Qual è quindi l''utilità per i finanziatori ? A parte piccole utilità senza un significativo valore commerciale, se il progetto prevede la realizzazione di un bene pubblico o con fruibilità pubblica (film, parco giochi ecc.) il vantaggio è dato dalla possibilità di godere direttamente del bene in questione oppure dalla semplice soddisfazione di aver contribuito, con le proprie risorse, alla realizzazione dello stesso poiché ritenuto utile per la collettività. Il medesimo discorso vale nel caso di progetti a finalità imprenditoriale, dove la motivazione principale che muove i finanziatori è quella di contribuire a finanziare le idee innovative degli altri, laddove ritenute meritevoli di attenzione. I numeri parlano chiaro: uno dei siti web più attivi nel settore (kickstarter.com) ha lanciato nel corso del 2011 più di 27.000 progetti di cui 11.800 coronati da successo. La raccolta fondi ha sfiorato cento milioni di dollari con un tasso di crescita dall'anno precedente pari al 370%. Tali cifre sono ancor più interessanti se si tiene conto che tale piattaforma per il crowdfunding è stata lanciata solo nel 2009. Anche per un'altra piattaforma, nata nel 2008 (indiegogo.com), si viaggia su numeri analoghi con 45.000 progetti lanciati dalla sua creazione. In sostanza il fenomeno c'è, e si vede, ma quali sono le sue potenzialità? E, soprattutto, cosa centra con lo sviluppo rurale ? Chi è interessato ai fatti concreti, può farsi un'interessante navigata sui siti sopra segnalati (consigliate le sezioni food o social projects) per rendersi conto di quale sviluppo rurale viene finanziato attraverso il crowdfunding. Si spazia dalla realizzazione di orti e fattorie didattiche alla realizzazione di percorsi turistico-gastronomici (si segnala una "strada del miele" realizzata in Turchia) e si passa dal sostegno per la realizzazione di farmer markets al finanziamento di progetti per la conversione di aziende agricole dal convenzionale al biologico. In sostanza, tante tipologie di intervento che attualmente sono finanziate nell'ambito della PAC sono realizzate con altri sistemi che funzionano in modo radicalmente diverso da tale politica. Ma c'è di più, i legami tra lo sviluppo rurale ed il crowdfunding sono molto più profondi. Per comprenderli meglio occorre considerane l'essenza: il crowdfunding è uno sforzo collettivo dei consumatori/utenti/cittadini che si aggregano intorno ad un idea progettuale (imprenditoriale o a finalità sociale) e che raccolgono i fondi necessari per sostenere gli sforzi avviati da altre persone o organizzazioni. E' un fenomeno che parte dal basso, che promuove aggregazione sociale e che permette di selezionare quelle idee che più si avvicinano ai desideri ed ai fabbisogni consumatori/utenti/cittadini. Per chi frequenta il mondo della politica di sviluppo rurale, questi concetti non risultano affatto nuovi. Anche nei PSR è possibile individuare un concetto di sforzo collettivo (la mano pubblica) per la selezione ed il finanziamento di idee progettuali che possano soddisfare le esigenze delle imprese e dei cittadini che operano e vivono in aree rurali. Nello sviluppo rurale, inoltre, viene particolarmente promosso l'approccio bottom-up e viene favorita l'aggregazione in partenariati pubblici-privati degli attori locali. La differenza fondamentale è che nel crowdfunding ci si muove senza alcuna intermediazione finanziaria, politica o istituzionale. In tal modo, la spontaneità e l'immediatezza del processo, la leggerezza delle strutture e delle regole di funzionamento rendono il crowdfunding straordinariamente efficace nell'andare ad intercettare e collegare la domanda e l'offerta di idee innovative. Si attua una sorta di "selezione naturale" delle idee che ricevono il maggior numero di preferenze. E tali preferenze non vengono espresse attraverso un poco impegnativo ed ormai noto "mi piace" ma attraverso un concreto ed inequivocabile segno di interesse: il pagamento, da parte, degli utenti di una somma di denaro prelevata dalla proprie tasche.  In base a ciò, potrebbe essere di notevole interesse studiare come lo spirito del crowdfunding possa essere ripreso nell'ambito del paradigma in cui si muove l'attuale politica di sviluppo rurale, carpendone la freschezza, la leggerezza e la velocità. Potrebbe essere interessante capire se esistono e quali possano essere le sinergie tra i due sistemi e le opzioni per una loro eventuale integrazione. Inoltre, dal crowdfunding potrebbero arrivare segnali particolarmente interessanti per i decisori pubblici sulle dinamiche più attive in tema di domanda e offerta dei beni pubblici e per capire quale sia il valore che ad essi viene attribuito. Senza parlare dei benefici che potrebbe trarne il sistema della ricerca e dell'innovazione sempre alla ricerca di finanziamenti per i propri progetti. Ovviamente, nessuno può pensare che il crowdfunding possa sostituire l'attuale PAC (e l'ingente massa finanziaria che la stessa PAC mette a disposizione dei territori) ma, così come l'intervento pubblico si rende necessario laddove ci si trovi in presenza di "fallimenti di mercato" allo stesso modo un approccio simile al crowdfunding potrebbe essere utile laddove ci si trovi in presenza di "fallimenti dell'intervento pubblico". L'esperienza insegna che ci sono tante situazioni in cui l'intervento pubblico, per una serie di motivi che non è il caso di elencare in questa sede, non riesce ad andare incontro alle esigenze espresse dai territori. Ci sono molti potenziali beneficiari che non possono o non riescono ad intercettare i finanziamenti pubblici (né tantomeno quelli privati sui canali convenzionali) e che quindi devono rinunciare ai propri progetti di sviluppo, seppur validi. Lo sviluppo rurale presenta delle problematiche che in ogni caso devono essere adeguatamente considerate e risolte, affinché si possa parlare di efficacia della spesa pubblica. A tale scopo, è opportuno che lo sviluppo rurale allarghi i propri orizzonti, che si guardi intorno con spirito critico e che sia disposto a ripensare le proprie regole per adattarsi ad un contesto dinamico ed in continuo movimento. Sicuramente il crowdfunding non sarà la panacea di tutti i mali, ma studiarlo ed approcciarsi ad esso con apertura potrebbe essere visto come un segnale per stimolare tale ripensamento.

 
 
 

Stefano Angeli

 
 
 

PianetaPSR numero 9 - aprile 2012