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Confronti UE

Foto di gruppo per il biologico europeo

Studio Inea e di un Istituto tedesco: il settore cresce ma senza sinergie tra Piani nazionali e programmi locali - L'esempio francese che integra l'incentivo Ue con agevolazioni fiscali
Paesi interessati dallo studio della Rete Rurale Nazionale

Recentemente sono stati pubblicati due interessanti studi che analizzano le politiche e gli strumenti di sostegno all'agricoltura biologica nell'Unione europea, il primo, "Politiche e strumenti di sostegno per l'agricoltura biologica in alcuni paesi europei", realizzato da Inea nell'ambito delle attività istituzionali della Rete Rurale Nazionale 2007-2013 e l'altro, "Use and efficiency of public support measures addressing organic farming", curato dall'Institute of Farm Economics "Johann Heinrich von Thunen-Institut" (vTI) e finanziato dalla Commissione europea (DG AGRI).
Il dettaglio dei Paesi europei/Regioni oggetto dei focus specifici è riportato nella tabella 1. In entrambi i lavori viene evidenziata la crescita dell'agricoltura biologica negli ultimi anni all'interno dei Paesi dell'UE; vengono analizzate le relazioni tra le strategie politiche, le misure messe in atto e lo sviluppo del settore. E' interessante osservare come, nel 2009, il valore stimato del mercato europeo dei prodotti biologici abbia superato i 18 miliardi di euro, mostrando un trend in continua crescita, con un incremento del 5% rispetto all'anno precedente e del 70% rispetto al valore del 2004.Nel periodo dal 1985 al 2009 la superficie agricola biologica europea è notevolmente aumentata, passando da 105 mila ettari a 8,6 milioni di ettari. Di tale superficie, che rappresenta il 4,7% della superficie agricola totale, oltre l'80% è concentrato nei Paesi dell'UE-15. Un forte impulso all'aumento delle superfici biologiche si è avuto grazie alle politiche dell'UE finalizzate alla tutela dell'ambiente attraverso le misure agroambientali previste a partire dal Reg. (CEE) n. 2078/92 e, successivamente, dai PSR (nell'attuale fase di programmazione la misura 214).

 
Paesi interessati dallo studio dell' Institute of Farm Economics "Johann Heinrich von Thunen-Institut"

Inoltre, il biologico viene incentivato indirettamente anche attraverso altre misure dei PSR, le politiche del primo pilastro, i numerosi provvedimenti legislativi e i Piani d'azione per il biologico (comunitario, nazionali e regionali). Le politiche di quasi tutti gli stati membri, infatti, sono caratterizzate dalla presenza di Piani d'azione nazionali. Questi differiscono molto fra loro sia per gli obiettivi che si intende raggiungere, spesso riguardanti l'ampliamento della SAU biologica o l'aumento dei consumi di prodotti bio, sia per quanto riguarda l'ammontare delle risorse stanziate e i diversi campi d'intervento.
In generale, i Piani di azione mirano a migliorare la formazione degli agricoltori, a definire linee guida e/o specifici disciplinari, a sostenere la ricerca. Per quanto riguarda il consumo, frequentemente sono previsti interventi a sostegno della promozione e della comunicazione nei confronti dei consumatori, a volte accompagnati da azioni dirette all'introduzione o alla maggiore diffusione dei prodotti biologici nella ristorazione collettiva (mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, etc.). Alcuni paesi, inoltre, puntano a strutturare in maniera efficace le filiere biologiche, così da valorizzare i prodotti, migliorare gli sbocchi di mercato e adeguare l'offerta alla domanda.
Il Piano italiano per l'agricoltura biologica prevede azioni mirate alla creazione di distretti biologici e allo sviluppo di piattaforme virtuali di aggregazione e concentrazione dell'offerta.Anche con riferimento ai rapporti tra l'agricoltura biologica e le politiche di sviluppo rurale, i due studi mettono in risalto notevoli differenze tra un paese e l'altro e tra le regioni dei paesi con programmazione regionale. Si riscontrano divergenze nella natura della strategia, che in alcuni casi, concentra gli interventi per il bio quasi esclusivamente sulla misura 214, mentre in altri riesce a creare sinergie e collegamenti con alcune misure dell'Asse 2 e/o di altri Assi. Ad esempio, in Italia in alcuni PSR (Emilia Romagna, Lazio e Sicilia) il sostegno all'agricoltura biologica è trasversale, infatti le aziende bio oltre a beneficiare del sostegno previsto dalla misura 214, hanno accesso privilegiato attraverso meccanismi premianti ad alcune misure del primo Asse e nella realizzazione di Progetti Integrati di Filiera. L'Italia è l'unico Stato membro dove la misura 132, che consente il rimborso dei costi di certificazione per le aziende che producono prodotti di qualità, ha avuto una forte applicazione (l'86% delle domande approvate riguardano aziende biologiche). Dai due studi emerge una notevole disomogeneità dei premi previsti dalla misura 214 nei vari paesi per le diverse colture.

 
riquadri ortofrutta

Tali differenze nell'entità dei premi tra i diversi paesi/regioni per le medesime colture, soprattutto in contesti produttivi e di mercato simili potrebbero creare sperequazioni.Inoltre, si evidenzia una consistente variazione del livello dei premi fra la presente e la passata programmazione che in generale risulta tendere al ribasso. Ciò sembra attribuibile alla modalità di calcolo per la giustificazione dei pagamenti, che fa riferimento ai Criteri di Gestione Obbligatori più restrittivi rispetto alle normali Buone Pratiche Agricole sulle quali erano basati i calcoli della passata programmazione (Carillo, Rete Rurale Nazionale 2010). In Italia il basso livello dei premi previsto in alcuni PSR ha contribuito ad una riduzione del trend di crescita del numero degli operatori e delle superfici in biologico.Pare opportuno segnalare che non tutti i paesi sono stati in grado di garantire un efficace coordinamento e integrazione tra le politiche nazionali e i programmi di sviluppo rurale. Un caso virtuoso da prendere ad esempio è quello della Francia che ha attivato le azioni per l'agricoltura biologica finanziate dai PSR in sinergia con il Piano d'azione per il biologico e con altri strumenti di politica nazionale (l'art. 68 del Reg. CE n. 73/2009, il credito d'imposta a favore delle aziende biologiche nel quadriennio 2009-2012, l'esonero dal pagamento della tassa fondiaria per un periodo massimo di cinque anni per le aziende con almeno il 50% della SAU aziendale biologica o in conversione, l'aiuto al vitello allevato con metodo biologico).
Molti Stati membri hanno previsto nei loro Piani d'azione il raggiungimento, in un breve lasso di tempo, di determinati target di superficie in biologico; così ad esempio la Svezia, l'Austria, la Slovenia e la Francia hanno posto come obiettivo il raggiungimento del 20% della SAU in biologico rispettivamente entro il 2010, 2013, 2015 e 2020; la Danimarca, la Repubblica Ceca e il Galles il 15% entro il 2020. Questo auspicato, e in parte già avvenuto, incremento delle superfici coltivate in biologico, determinatosi dietro la spinta dei premi comunitari per la tutela dell'ambiente (biodiversità, acqua, suolo e riduzione delle emissioni dei gas serra), ha avuto altre implicazioni. Se, da un lato, alcune aziende beneficiarie hanno riqualificato la loro produzione e trovato nuovi sbocchi di mercato, dall'altro, molte altre hanno commercializzato la propria produzione sui mercati convenzionali senza percepire alcun valore aggiunto.A tal proposito va evidenziato che tra gli obiettivi della prossima programmazione 2014/2020 è stato introdotto lo sviluppo della filiera corta. Pertanto, molte piccole e medie aziende, sfruttando la diffusione di network alimentari alternativi, accresceranno la loro capacità di penetrazione sui mercati raggiungendo direttamente i consumatori senza passaggi intermedi, con plus valore economico per le aziende agricole. 

 
 

Giovanni Dara Guccione
Francesco Spatafora

 
 
 

PianetaPSR numero 11 - giugno 2012