PianetaPSR
TOSCANA
 
PROGETTAZIONE INTEGRATA

Anche cereali e olive scoprono il modello Pif

Due progetti puntano a valorizzare il pane toscano in vista della Dop e rilanciare antiche varietà di grani a basso contenuto di glutine - E gli scarti di frantoio riciclati per fare cosmetici naturali

Due progetti per la valorizzazione del pane toscano. Un terzo, invece, punta a creare valore aggiunto anche con gli scarti di frantoio da utilizzare nel settore della cosmesi realizzata con prodotti naturali. Sono queste le nuove iniziative inquadrate nella più generale programmazione Psr relativo al capitolo delle Progettazione integrata di filiera) sul quale la regione Toscana ha puntato una fetta importante dei finanziamenti per lo Sviluppo rurale e che sta registrando un'ottima partecipazione da parte delle aziende.


In particolare, il progetto per il pane toscano punta a realizzare le necessarie sinergie di tutta la filiera (produzione agricola, trasformazione e commercializzazione) in vista del riconoscimento da parte dell'Unione europea del marchio a Denominazione di origine protetta (Dop). La seconda iniziativa, invece, scommette sul rilancio della coltivazione di antiche varietà di grani che hanno un basso contenuto di glutine per ridurre i fenomeni di intolleranza. In totale, i progetti coinvolgono 47 aziende dell'intera filiera, distribuiti tra le province di Arezzo, Grosseto, Siena, Firenze e Livorno. Il raggio di azione dei Pif, che rappresenta una delle più importanti novità dell'attuale programmazione proprio per la sua capacità di aggregazione del sistema agro-alimentare, è abbastanza ampio e si estende anche ai progetti per la creazione piattaforme logistiche, reti di impresa, progetti di valorizzazione della filiera corta. Tutti progetti che coinvolgono oltre ai diversi attori della filiera, andhe Università, Centri di ricerca, organizzazioni professionali ed esperti nei vari settori dell'agroalimentare.
Secondo l'assessore all'Agricoltura, Gianni Salvadori: "proprio questo è uno degli aspetti fondamentali dei Pif: i protagonisti della produzione agricola, della trasformazione e della commercializzazione si aggregano favorendo così i processi di riorganizzazione e consolidamento delle filiere agroindustriali regionali, presupposto fondamentale per la creazione di migliori relazioni di mercato. Gli accordi di filiera, sottoscritti grazie ai Pif, permettono cosi' di superare la frammentazione che caratterizza gran parte delle aziende toscane".
Visto il grande interesse mostrato dalla filiera ad aderire ai Progetti di integrazione di filiera, la Regione Toscana ha deciso allargare l'orizzonte dei settori produttivi finanziabili con i fondi dei Pif. "In questa edizione - spiega l'assessore - abbiamo inserito anche una serie di novita', con nuovi settori, come appunto la filiera corta, le agrienergie, le castagne, i funghi e i piccoli frutti, e abbiamo previsto due riserve finanziarie specifiche proprio per i progetti relativi alla "filiera corta" e alla filiera olivo-oleicola. Infine abbiamo reso piu' snello il processo di presentazione e valutazione dei progetti stessi. Il successo, addirittura doppio rispetto alla precedente edizione, ci rende soddisfatti e ci dimostra che abbiamo colto le aspettative.
"Gli investimenti riguardano in primo luogo l'ammodernamento delle aziende agricole con 54 milioni e l'aumento del valore aggiunto dei prodotti agricoli" con quasi 52 milioni. Seguono la cooperazione per lo sviluppo dell'innovazione nel settore agricolo e forestale con quasi 11 milioni, e la promozione dei prodotti di qualita' con oltre 5 milioni di investimenti. Ancora 5 milioni di investimenti per tutte le altre misure ("Migliore valorizzazione economica delle foreste", "Aumento del valore aggiunto dei prodotti forestali", "Diversificazione in attivita' non agricole" relativamente alla produzione di energie da fonti rinnovabili, "Utilizzo di servizi di consulenza"). 

 

Mario Cariello

 

PianetaPSR numero 12 - luglio e agosto 2012