Includere in un'unica categoria chi "coltiva per passione e per autoconsumo" sarebbe riduttivo: la categoria racchiude infatti i cosiddetti "Hobby farmer's" (agricoltori per passione), con a disposizione porzioni di terreno coltivabile (in media 0,7 ha in Italia), ma anche gli "ortisti" , con porzioni molto più piccole (fino a 160 mq), per poi arrivare a forme più organizzate di autoconsumo come gli orti sociali/orti collettivi urbani, o le varie forme di agricoltura sociale volte alla reintegrazione di campagna e città (transition town) o al recupero di soggetti svantaggiati. Un "mondo" che, solo in Italia, può contare sulla passione di circa tre milioni di persone, ma i cui volumi sono molto più impressionanti in Paesi come gli Stati uniti (dove si contano 40 milioni di orti) o il Canada.
Come non trovare un modo per far parlare fra loro il "popolo degli ortisti"? Il modo più veloce, la creazione di un social network, è quello messo in campo da "Grow the Planet": un sito ideato e sviluppato in Toscana da Gianni Gaggiani e Leonardo Piras, ma oggi utilizzato da utenti (circa 30.000) di ogni parte del mondo. La logica è, appunto, quella tipica di un social network: post, foto, scambi di discussioni e di esperienze, utenti "esperti" che aiutano i neofiti, followers ecc.
Ma è l'apparato informatico messo a disposizione dagli sviluppatori che fa la differenza: a partire dall'algoritmo che, in base alla geolocalizzazione del nuovo utente, imposta i parametri per quello che sarà il suo "diario di coltivazione", in base al clima attuale della zona. Un esempio? Una volta entrati a far parte di Grow the planet, una "guida virtuale" invita a scegliere che tipo di "ortista" si vuole essere: se si coltiverà su balcone, terrazzo, tetto, o giardino, e poi se lo si farà sul terreno o in vaso. In base a quello si viene posti dinanzi a una serie di scelte (es: semina all'aperto o in coltura protetta/trapianto) con le diverse opzioni (es: cicoria/rucola/cipolla bianca). Da lì parte il "diario di coltivazione", che assiste l'utente in tutte le fasi con indicazioni e consigli step to step. Ulteriori interazioni sono date dalla possibilità di scambiare semi, prodotti, attrezzi, di creare "cerchi" più piccoli di utenti in base alla vicinanza degli orti, fino ad arrivare alla conoscenza diretta.
Il tutto, naturalmente, in un'ottica "green" e di promozione della tipicità dei prodotti, tanto che "Grow the planet colabora con Slow Food per il Progetto "orto in condotta", un' attività di educazione alimentare e ambientale nelle scuole, nella quale insieme agli studenti, gli insegnanti, i genitori, i nonni e i produttori locali sono gli attori del progetto, costituendo la comunità dell'apprendimento per la trasmissione alle giovani generazioni dei saperi legati alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell'ambiente.
Andrea Festuccia
a.festuccia@ismea.it
PianetaPSR numero 15 - novembre 2012