Il 28 novembre scorso i servizi della Commissione europea hanno presentato a Roma un documento che illustra la loro posizione sulla preparazione dell'accordo di partenariato in Italia per il periodo 2014-2020.
Il documento è il risultato di un lavoro congiunto tra tutti i servizi della Commissione incaricati di seguire le diverse politiche finanziate dai fondi del futuro QSC (Quadro strategico comune).
Il quadro di riferimento normativo per il 2014 - 2020 auspica un'integrazione tra le politiche, che richiede una reale collaborazione tra i servizi della Commissione, i Ministeri e le diverse strutture delle Regioni, costringendole a lavorare insieme. Questa è la prima sfida a cui siamo chiamati e non è una sfida da poco se pensiamo al modello lavorativo diffuso, alle difficoltà di condividere percorsi e risultati, alla circoscrizione dei propri territori e alla rigida separazione delle competenze.
Ora, se da un lato lavorare insieme presenta dei rischi perché banalmente i pesci piccoli potrebbero essere cibo per i grandi, dall'altro occorre riflettere sulle opportunità che uno scambio reciproco presenta per un più efficace raggiungimento dei risultati. Si tratta, in altre parole, di trovare un nuovo modo di lavorare in cui tutte le componenti di un sistema complesso danno il proprio contributo per coltivare non solo il proprio piccolo orticello ma qualcosa di più ampio, articolato e diversificato, in altre parole è arrivato il tempo di collaborare tutti insieme per far crescere e sviluppare il sistema Italia.
E in questo processo, non bisogna dimenticarlo, accanto alle istituzioni giocano un ruolo fondamentale i beneficiari diretti e indiretti delle politiche, che possono dare un ottimo contributo al percorso se vengono adeguatamente coinvolti. Questo percorso è necessario se vogliamo che l'esercizio richiesto dall'Unione Europea abbia come risultato una reale integrazione tra le politiche e non rimanga una pura formalità, un mero affiancamento delle une alle altre, niente di più o di meno di quello che già avviene in questo periodo di programmazione.
Il documento della Commissione sembra aver raccolto efficacemente la sfida perché in esso le politiche realmente si fondono, in un disegno in cui concorrono insieme a raggiungere efficacemente gli obiettivi. Adesso tocca al sistema Italia fare lo stesso, sia in fase di definizione delle strategie che nella loro successiva attuazione.
Nei contenuti il documento parte da un'analisi di contesto forse un po' troppo severa, sebbene sia innegabile che l'Italia stia affrontando uno dei momenti più brutti dalla fine della seconda guerra mondiale. Un momento in cui le istituzioni e i cittadini sono chiamati a cambiare e invece continuano a persistere modelli comportamentali inaccettabili, difesa di centri di poteri piccoli o grandi e fatica ad accettare il cambiamento. E' necessaria una presa di coscienza seria che determini una svolta nella gestione delle risorse e nell'utilizzo delle stesse.
Dall'analisi di contesto contenuta nel documento della Commissione emergono quattro grossi problemi:
In relazione a queste quattro grandi sfide la Commissione propone possibili ricette, azioni e interventi per risolvere le criticità e favorire la crescita. Queste ricette vengono sintetizzate nei quattro box sottostanti, in cui viene data una particolare attenzione al ruolo della politica di sviluppo rurale.
Prima Sfida: Innovazione
Partendo dalla debolezza italiana nell'ambito della ricerca e dell'innovazione la Commissione propone di promuovere un aumento degli investimenti privati in ricerca sviluppo e innovazione, al fine di aumentare la produttività e le esportazioni, e favorire l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.
L'innovazione avrà il compito di favorire l'accrescimento del valore aggiunto e della produttività per migliorare la competitività delle piccole e medie imprese rurali nel settore agricolo e agroalimentare; dovrà pervadere anche le relazioni tra i produttori agricoli primari e gli altri operatori economici, inclusi i settori economici non tradizionalmente legati all'agricoltura. Il trasferimento delle conoscenze e dell'innovazione dovrebbe costituire una priorità per le Regioni meno avanzate.
Nel sostegno alle imprese un ruolo fondamentale sarà svolto dall'accesso ad internet ad altissima velocità e dall'accesso ai finanziamenti oltre che dal miglioramento dei servizi avanzati per le piccole e medie imprese. A tale riguardo per le piccole e medie imprese rurali e per il settore agricolo è necessario che gli interventi favoriscano un'evoluzione sostenibile del settore.
Infine, sarà necessario incentivare la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese, aiutando le microimprese a trasformarsi in PMI. In questo ambito è necessario promuovere un'ulteriore diversificazione dell'economia rurale anche per quanto riguarda le PMI nel campo dei servizi di nuova generazione. Per il settore agricolo e agroalimentare, è prioritario migliorare la presenza sul mercato aumentando l'internazionalizzazione per i produttori provenienti dal Sud, e rafforzando la posizione dei produttori nella filiera.
Seconda sfida: Infrastrutture e gestione efficiente delle risorse naturali
Per favorire la crescita e la competitività del Paese occorre investire per ammodernare e integrare le infrastrutture di rete per il trasporto ferroviario e marittimo nelle aree meno sviluppate, promuovere la banda larga e completare le infrastrutture per la gestione delle acque e dei rifiuti solidi urbani, promuovere le energie rinnovabili e l'uso efficiente delle risorse. A tale proposito, occorre dare priorità all'aumento dell'efficienza energetica e della capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili (eolica, solare, idroelettrica, biomassa e geotermica), escludendo interventi sulle infrastrutture di rete (ad eccezione delle aree rurali remote).
Inoltre, è necessario promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici e affrontare la prevenzione dei rischi naturali attraverso interventi strutturali volti a migliorare la gestione del territorio.
Sarà necessario proteggere gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e la tutela della biodiversità. A tale proposito occorre porre in essere azioni contro l'inquinamento da nitrati fosforo e pesticidi, tutelare il suolo dalla perdita di sostanza organica e dai fenomeni di salinizzazione, proteggere le acque ed esaltare le opportunità economiche che vengono offerte dalla biodiversità naturale e agricola considerando che l'Italia possiede ben la metà di tutte le specie vegetali attualmente esistenti in Europa, insieme ad un terzo delle specie animali.
Terza sfida: Partecipazione al mercato del lavoro, inclusione sociale e miglioramento della qualità del capitale umano
Sul fronte occupazionale la Commissione auspica interventi per sostenere le categorie vulnerabili: giovani, donne, lavoratori anziani e immigrati, azioni per migliorare la qualità dell'istruzione e della formazione oltre che promuovere la mobilità dei lavoratori.
Quarta sfida: Sostenere la qualità, l'efficacia e l'efficienza della pubblica amministrazione
Partendo dall'analisi della debolezza e della scarsa capacità amministrativa, la Commissione sottolinea l'importanza di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, di promuovere l'e-government e e-procurement oltre che di rafforzare la capacità degli organismi coinvolti nella gestione e nell'attuazione dei programmi dei Fondi del QCS e più in generale di investire per una pubblica amministrazione più efficace ed efficiente.
In linea generale, il documento presenta spunti interessanti, andrà negoziato con tutte le parti coinvolte nel processo per arrivare ad un documento strategico perfettamente adattabili e adatto alla molteplicità di territori e dei contesti socio-economici presenti in Italia. Esiste un adeguato equilibrio tra le politiche ma un'enfasi diversa andrà data all'agricoltura e al suo contributo positivo in termini ambientali: senza dimenticarsi di promuovere un'agricoltura sempre più sostenibile, occorre riconoscerne la sua importanza nella tutela dei territori e nella prevenzione dello spopolamento delle aree rurali.
L'innovazione, il miglioramento delle infrastrutture e il rafforzamento della competitività delle imprese agricole e delle aree rurali sono obiettivi importanti sui quali riflettere e attorno ai quali si potranno elaborare delle strategie di crescita, prestando attenzione a quelle categorie vulnerabili (giovani, donne e lavoratori anziani) che da anelli deboli potrebbero diventare punti di forza del sistema.
Sul tema della debolezza della pubblica amministrazione può non piacerci che sia la Commissione a parlare di "inefficienza", tuttavia, i risultati non sono dalla nostra parte. Dunque, invece, che trincerarsi in inutili difese di posizioni, che non servono, occorre ragionare per trovare nuove soluzioni, magari diverse da quelle proposte dalla Commissione, ma necessariamente efficaci.
Graziella Romito
PianetaPSR numero 15 - novembre 2012