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CONFERENZA DI DOHA

Gas serra, l'agricoltura resta in lista d'attesa

Dopo l'ultima conferenza sul clima, rimandata a inizio 2015 la decisione se includere le attività addizionali in ambito agricolo nel conteggio delle emissioni Ue per Kyoto 2

 L'8 dicembre si è conclusa la Conferenza Internazionale sul clima (COP 18) svoltasi a Doha, capitale del Qatar. Per poter mantenere solida ed efficiente la struttura del protocollo di Kyoto nel secondo periodo di impegno (Kyoto2, 2013-2020) sono stati approvati gli emendamenti tesi a far si che i Paesi aderenti al Protocollo si impegnino a diminuire le proprie emissioni totali di una quota almeno pari al 18% rispetto ai valori del 1990.
Proprio per raggiungere, nel 2020, una riduzione di almeno il 25-40% delle emissioni rispetto al 1990, è prevista una revisione degli impegni di riduzione per il 2014. C'è da dire che, per ora,  la lista di Paesi con obiettivi di riduzione per il secondo periodo si è contratta rispetto al primo periodo di Kyoto, visto che Canada, Russia, Nuova Zelanda e Giappone hanno deciso di non assumersi alcun impegno in tal senso. Gli Stati Uniti continuano ad essere assenti.
Nell'ambito della Conferenza di Doha, che ha presentato una documentazione molto ricca e complessa, meritano molta attenzione gli Emendamenti al Protocollo di Kyoto. Questi emendamenti sono stati promulgati con l'obiettivo di rendere più semplice l'attuazione del Protocollo dopo il primo periodo di impegno. Sebbene il testo originale del Protocollo sia rimasto invariato (compreso il meccanismo di verifica del rispetto degli impegni del primo periodo), all'interno degli emendamenti sono stati introdotte limitazioni quantificate o impegni di riduzione per il secondo periodo per alcuni paesi dell'Annex I.
Per quanto riguarda l'agricoltura e le attività addizionali ad esse connessa (ossia le attività addizionali del paragrafo 3.4 del Protocollo) ci sono alcune novità che riguardano anche l'Italia. Innanzitutto, è bene sottolineare che per le attività addizionali (gestione delle terre agricole, gestione dei pascoli, rivegetazione e drenaggio/ ripristino zone umide) è stato confermato il metodo di conteggio utilizzato nel primo periodo d'impegno, metodo net-net. Il metodo si basa sulla differenza tra il bilancio netto degli scambi di gas serra esistente nella porzione di territorio soggetta a tali attività nell'anno base (1990) moltiplicato per gli anni del periodo d'impegno, ed il bilancio netto degli scambi di gas serra nel periodo d'impegno sull'area di pertinenza delle attività durante tale periodo.
Ad oggi l'Italia ha inserito nel bilancio delle emissioni nazionali in ambito agroforestale, solamente le attività obbligatorie (fermentazione enterica, gestione delle deiezioni, risaie, etc.) escludendo quelle opzionali elencate nel paragrafo 3.4 del Protocollo di Kyoto (gestione terre agricole, gestione pascoli, rivegetazione, etc.). Nel secondo periodo di impegno di Kyoto la gestione forestale è diventata obbligatoria mentre ci sarà da sciogliere il nodo relativamente alle attività opzionali.
La data ultima per comunicare se e con che modalità l'Italia inserirà le attività opzionali legate all'agricoltura all'interno dei conteggi delle emissioni nazionali è nei primi mesi del 2015 attraverso il Rapporto Iniziale (Initial Report). Questo documento, come suggerisce il nome, dovrebbe essere presentato all'inizio del periodo di impegno 2013-2020, ma a causa del ritardo delle negoziazioni internazionali si è deciso che verrà presentato congiuntamente  al primo GHG Inventory Report,  che verrà presentato nel 2015.
Ciò significa che a livello di Paese occorrerà avere le idee ben chiare su come agire entro gli ultimi mesi del 2014, in considerazione anche del fatto che il Rapporto Iniziale prima di essere sottomesso al Segretariato della Convenzione verrà analizzato prima al livello europeo.
Allo stato attuale delle cose, l'Unione Europea esclude l'utilizzo del settore agroforestale per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione stabiliti all'interno del Pacchetto UE Clima-Energia (2013-2020). In questo periodo è in corso la negoziazione nell'ambito del trilogo UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) per valutare i tempi e i modi dell'inclusione di questo settore nel Pacchetto. Si prevede un sistema graduale con regole coerenti con le decisioni adottate a livello internazionale, nel quale inizialmente i paesi dovranno mettere in piedi un sistema di reporting per l'UE, includendo anche attività al momento volontarie in ambito internazionale, come la gestione dei terreni agricoli e dei pascoli, per poi arrivare al reporting finale al termine del secondo periodo d'impegno con un conteggio completo che includa  anche queste due attività, oltre al settore forestale, già obbligatorio.
Seppure ad oggi il settore agroforestale non è ancora incluso negli obiettivi di riduzione delle emissioni a livello UE, questa decisione apre la strada per valutare l'opportunità dell'ampliamento dello sforzo di riduzione UE anche al settore agroforestale, equiparandolo a tutti gli altri settori emissivi.
La pressione a rendere il conteggio del settore più ampio da parte della Commissione e del Parlamento ha trovato, nel corso del negoziato,  la resistenza del Consiglio per due motivi fondamentali: mancanza di dati accurati per realizzare inventari che presentino un adeguato livello di accuratezza e, secondo motivo,  il timore che l'inserimento di queste attività, che in alcuni paesi rappresentano delle fonti di emissione, possa gravare sul settore con l'imposizione di obiettivi di riduzione anche per il settore agricolo. A dicembre 2012 è stato trovato un accordo di compromesso che seppur renda obbligatorio il conteggio delle attività di gestione delle terre agricole e dei pascoli, conferisce alla Commissione l'onere di migliorare le proprie statistiche del settore (Eurostat-LUCAS, EEA-Corine Land Cover ecc) e offrire assistenza e supporto agli stati membri a compilare il reporting per queste attività. 

 
 
 

Lucia Perugini perugini@unitus.it
Federico Chiani f.chiani@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 17 - gennaio 2013