L'esperienza umbra in tema di biodiversità si è concretizzata, nell'ultimo decennio, in progetti di ampio respiro strategico, direttamente connessi alla programmazione PSR FEASR, quali: la redazione dei piani di gestione di tutti i 104 siti Natura 2000 presenti in ambito regionale, la Rete Ecologica umbra (RERU) a scala 1:10.000 ad intera copertura regionale, il riordino della normativa relativa alla valutazione di incidenza di piani, progetti ed attività ed infine le attività svolte nell'ambito dell'Osservatorio Regionale per la biodiversità. In particolare, i siti della Rete Natura 2000 e gli ambiti della RERU sono stati oggetto di specifiche azioni finanziate con misure PSR indirizzate alla conservazione della biodiversità.
Natura 2000 è la rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità sul territorio dell'UE, istituita dall'art. 3 della direttiva 92/43/CEE "Habitat" sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Tale direttiva prevede la realizzazione della rete ecologica europea Natura 2000, formata da "Zone Speciali di Conservazione" (ZSC) e "Zone di Protezione Speciale" (ZPS) e si pone in continuità con la direttiva 79/409/CEE, cosiddetta "Uccelli", relativa alla conservazione degli uccelli selvatici. Il recepimento della direttiva "Habitat" è avvenuto in Italia attraverso il DPR 357/1997, modificato e integrato dal DPR 120/2003.
Attualmente la rete ecologica europea Natura 2000 è costituita da Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
La Regione Umbria ha costituito una propria rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità formata da 97 SIC e 7 ZPS, che interessa il 15,9% del territorio regionale e una superficie complessiva di circa 140.000 ettari.
Sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione Europea, dalle linee di intervento emanate dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio con DM 3 settembre 2002, GU n. 224 del 24 settembre 2002, la Regione ha emanato le "Linee di indirizzo per la predisposizione dei Piani di gestione dei siti Natura 2000".
Sulla base di tali "linee di indirizzo regionali" sono stati progettati i piani di gestione per tutti i siti presenti in ambito regionale; I piani sono stati redatti a cura degli zoologi e dei botanici delle Università di Perugia e Camerino e di professionisti esterni quali forestali, agronomi, ornitologi, geologi, ecc., con documentata esperienza e conoscenza del territorio regionale.
Obiettivo generale della politica di intervento dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 è quello di proteggere, conservare e ripristinare il funzionamento dei sistemi naturali ed arrestare la perdita di biodiversità, ritenendo che la sua conservazione sia parte integrante dello sviluppo economico e sociale dei territori interessati, nonché presupposto essenziale per la piena attuazione dei Programmi comunitari PSR FEASR e POR FESR 2007-2013.
Gli elaborati di Piano adottati con atto di Giunta regionale del 08.02.2010, n. 161, sono stati oggetto di specifica partecipazione pubblica attuata mediante il coinvolgimento degli Enti territoriali, dei portatori di interesse locali e delle popolazioni residenti interessate, anche nel rispetto dei principi generali in materia di pianificazione dettati dalla L.R. 13/2009 e contengono le seguenti informazioni: inquadramento geografico- amministrativo, inquadramento naturalistico, misure di conservazione, carta degli habitat, inquadramento cartografico.
La consultazione degli elaborati di Piano, unitamente al loro corredo cartografico, può essere effettuata dal maggio 2010 direttamente nel sito istituzionale della Regione Umbria.
In tema di biodiversità l'altra esperienza importante a livello regionale è il progetto Rete Ecologica della Regione Umbria (RERU), recepito con Legge Regionale 22 febbraio 2005 n. 11, inserito nella L.R. 26 giugno 2009, n. 13. Si tratta, come già accennato, della prima esperienza, conclusa in Italia, che riguardi un intero distretto amministrativo regionale, con intenzione dichiarata di costituire uno strato informativo, basato sulla lettura e sulla interpretazione delle esigenze eco-relazionali della fauna. L'obiettivo principale del progetto RERU è realizzare una rete ecologica multifunzionale a scala regionale per integrare gli aspetti dell'assetto ecosistemico nei processi delle trasformazioni dei suoli e nelle attività di gestione del territorio umbro. La RERU, finanziata con fondi DPCM Ambiente di cui al D.Lgs. 112/1998, POR FESR 2007-2013 Attività b1 e b2, PSR FEASR 2007-2013, ha portato all'individuazione, sul territorio regionale di entità morfo-funzionali quali: Unità regionali di connessione ecologica, Corridoi e pietre di guado, Frammenti, Matrice, Barriere antropiche, Ambiti di elevata sensibilità alla diffusione insediativa, rappresentate alla scala 1:10.000. Tale progetto, in virtù della Legge regionale 11/2005 consente, già dal 2005, ai servizi regionali e provinciali, competenti in materia, un controllo puntuale sulle scelte operate dai piani regolatori comunali di nuova approvazione, mediante sovrapposizione degli stessi con gli strati informativi della RERU con evidenziazione dei possibili conflitti tra le nuove previsioni urbanistiche e gli elementi costitutivi del progetto di rete.
Come ormai noto, una delle misure più significative per la realizzazione della rete Natura 2000 è la valutazione di incidenza di piani e progetti, introdotta dall'art. 6 della direttiva Habitat e dall'art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357, di attuazione nazionale, successivamente modificato ed integrato dal DPR 120/2003. Essa costituisce lo strumento per garantire il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie ed uso sostenibile del territorio. A livello regionale, con D.G.R. n. 5/2009, è stata varata una norma quadro di riordino dell'intera materia. Con tale atto, emanato sulla scorta dei contenuti del progetto RERU e dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000, la Giunta regionale ha operato una forte semplificazione delle procedure amministrative legate all'approvazione di piani e progetti recependo in toto le indicazioni della Commissione europea in materia. Si è introdotta, ad esempio, la procedura di screening che ha permesso una forte semplificazione del quadro procedurale in termini di tempo e di adempimenti tecnici ad essa connessi, senza però rinunciare alle garanzie richieste dalle istruttorie valutative che poggiano sul bagaglio conoscitivo dei progetti regionali più volte citati. Sono stati precisati inoltre alcuni aspetti specifici per la redazione delle relazioni quali: la definizione dei documenti da produrre, le informazioni su specie ed habitat, la individuazione di habitat e specie direttamente interessate dal piano corredate dalla valutazione della significatività degli eventuali effetti sul sito Natura 2000 interessato, la eventuale identificazione di interventi di mitigazione atti a ridurre gli impatti. Infine, è stato costituito l'Osservatorio Regionale per la Biodiversità, nell'ambito del quale vengono studiate e monitorate le trasformazioni del paesaggio rurale e dei segni naturali presenti nei mosaici paesaggistici, nonché i processi generali delle politiche di settore, per valutare gli effetti "cumulativi" sul paesaggio, al fine di formulare azioni correttive delle situazioni di criticità rilevate. Le osservazioni e gli studi individuano come filo conduttore e chiave di lettura costante la strategia della
Paolo Papa, Raoul Segatori,
Servizio Sistemi naturalistici e zootecnia
Michela Ascani,
Rete Rurale Nazionale, Postazione Regionale per l'Umbria
PianetaPSR numero 18 - febbraio 2013