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PROGETTO ECO-RICE

Quando la risaia fa rima con ambiente e biodiversità

L'iniziativa realizzata nell'ambito di Life+, sostenuta dal Mipaaf, punta a un modello di risicoltura sostenibile in grado di tutelare l'habitat di numerose specie di uccelli acquatici
Risaia

l Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha sostenuto e seguito fin dalla sua presentazione nel 2009 il progetto LIFE+ Natura e Biodiversità ECO-RICE "Risaie vercellesi: piano integrato per la riqualificazione ambientale e la gestione sostenibile dell'agroecosistema risicolo", che vede la Provincia di Vercelli - Settore Tutela Ambientale - nel ruolo di capofila.
Il Piano Strategico Nazionale (PSN) dello sviluppo rurale 2007-2013 prende in considerazione la particolarità degli habitat risicoli e la loro importanza per il perseguimento degli obiettivi della conservazione della biodiversità e della tutela dei sistemi ad alto valore naturale e del paesaggio rurale.
Il progetto ECO-RICE è finalizzato alla costruzione di un piano integrato di gestione dell'agroecosistema risicolo, e persegue due strategie principali: ripristinare direttamente alcune aree naturali, in quanto core area e stepping stones della rete ecologica, ed avviare un'azione cooperativa per assicurare che i risicoltori possano contribuire alla tutela e alla conservazione della biodiversità e del paesaggio.
Nell'ambito delle attività del progetto, lo scorso 1 marzo 2013, a Vercelli, si è tenuto il workshop nazionale "Imprese agricole e soggetti pubblici e privati a confronto per la tutela della biodiversità", organizzato in collaborazione con la Rete Rurale Nazionale e con il supporto dell'Associazione Nazionale dei Giovani Agricoltori, ANGA.
Il workshop è stato l'occasione per un confronto, tra soggetti pubblici e privati, sul  rapporto tra risicoltura e biodiversità e per promuovere la definizione di linee operative, condivise con gli agricoltori, per la gestione dell'agroecosistema risicolo compatibile con la salvaguardia della biodiversità.
La coltivazione del riso ha radici secolari ed è storicamente connessa alla disponibilità di acqua per l'allagamento delle camere di risaia.
Questo particolare legame è stato uno dei fattori chiave affinché le aree a destinazione risicola risultassero un luogo privilegiato per la vita di numerose specie acquatiche, soprattutto uccelli, che in esse possono trovare risorse alimentari nonché ambienti
favorevoli per la nidificazione. Non è un caso che in corrispondenza o in prossimità delle aree risicole siano state individuate un gran numero di zone di protezione speciale e di siti di importanza comunitaria relativi alla Rete Natura 2000.
Il valore ecologico e naturalistico delle risaie non è intrinseco della coltivazione del riso, ma è in relazione alla struttura e gestione dei campi, del paesaggio e della rete idrica associati. Un'oculata gestione del territorio può permettere di sviluppare al massimo tutte le sue potenzialità, unendo alla produzione agricola la conservazione dell'ambiente e della biodiversità.

 

La riforma della politica agricola comunitaria 2014-2020 dovrà fornire delle risposte concrete ai fabbisogni delle aree risicole, alcuni dei quali sono stati ben evidenziati nel corso dei  lavori del workshop del 1 marzo scorso tenutosi a Vercelli. Il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo (On. Paolo De Castro), intervenuto al workshop, ha illustrato gli elementi salienti della proposta del Parlamento U.E. sulla riforma della PAC rimarcando la necessità del riconoscimento della specificità della pratica agronomica del riso e della sua peculiarità ambientale.
Nel quadro della PAC 2014-2020, un ruolo particolarmente significativo sarà quello dei programmi di sviluppo rurale per incentivare la gestione sostenibile degli agroecosistemi risicoli da parte degli agricoltori. Le azioni proposte dovranno essere finalizzate a trovare una condivisione tra i soggetti attuatori dei vari programmi di sviluppo rurale per uniformare, ove possibile, gli interventi di interesse per il riso; a verificare le azioni agroambientali che hanno interessano gli agroecosistemi risicoli  soprattutto in relazione all'attuazione dei futuri pagamenti agro-climatico-ambientali;  ad attuare una programmazione delle misure dei programmi di sviluppo rurale per il riso, che tenga conto anche degli interventi che saranno previsti dalla riforma del I pilastro della PAC, al fine di attuare una vera programmazione del comparto, come indicato dal piano di settore della filiera del riso. Inoltre, appare determinante, accanto alla sfida ambientale, raccogliere anche la sfida, strettamente connessa, dell'innovazione.
La coltivazione del riso deve essere considerata strategica non solo per l'agricoltura e l'equilibrio ambientale delle aree di coltivazione, ma anche per la specifica filiera agroalimentare che esso attiva e che vede l'Italia leader in Europa. A questo riguardo, l'esperienza del progetto LIFE+ ECO-RICE, attraverso la definizione di linee guida per una gestione dell'agroecosistema risicolo condivisa con gli agricoltori e gli stakeholders a livello locale, ci indica un possibile percorso per garantire la competitività e la redditività delle aziende agricole e, al contempo, per favorire la gestione sostenibile delle risaie a favore della biodiversità.  In questo senso, il progetto ECO-RICE promuoverà la creazione di un Piano di azione comune a livello europeo per la gestione degli ambienti risicoli e le aree Natura 2000.

 
 
 

Luigi Servadei
Francesco Pellicciari

 
 
 

PianetaPSR numero 19 - marzo  2013