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Riforma Pac - Giovani/1

De Girolamo: così daremo più spazio ai giovani

Obbligatorio o facoltativo, il ministro ha annunciato che comunque l'Italia applicherà il bonus del 25% sugli aiuti diretti agli under 40 - Accesso alla terra e al credito le priorità nazionali
Nunzia De Girolamo, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Sostegno ai giovani agricoltori, senza se e senza ma. E' questo il senso delle dichiarazioni del ministro delle politiche agricole, Nunzia De Girolamo. Il primo punto fermo, riguarda la destinazione da parte degli Stati Membri del 2% del massimale nazionale al pagamento di un premio supplementare del 25% sugli aiuti diretti per i giovani agricoltori. Ma il ministro, in questi giorni, ha toccato anche altre problematiche importanti, come l'accesso alla terra e al credito e la sburocratizzazione, promettendo il suo impegno per fare dei passi avanti in favore dei giovani.
Partiamo dalla Pac. La "querelle", in realtà, che si gioca ora nel Trilogo (vd. articolo correlato), e sulla quale i Paesi europei si sono divisi, è tutta basata sull'obbligatorietà per gli Stati membri di fornire questo tipo di sostegno. Il Consiglio dei Ministri dell'agricoltura Ue, infatti, dopo le proposte di Commissione e Parlamento (la proposta più favorevole è quella del Parlamento che fissa la quota al 2% e aumenta da 25 a 100 gli ettari ammissibili), aveva reso da obbligatoria a volontaria per gli Stati membri la concessione del premio supplementare.
Le dichiarazioni del ministro invece spazzano via ogni dubbio per quanto riguarda la sua applicazione in Italia. Dopo aver spiegato che al tavolo del negoziato si batterà per l'obbligatorietà del bonus, intervenendo in questi ultimi giorni alle varie iniziative delle organizzazioni agricole giovanili, il ministro De Girolamo ha dichiarato: "Le trattative per la riforma della Politica agricola comune sono cruciali e il mio impegno è quello di difendere il nostro Paese e la nostra agricoltura in modo tale che venga riconosciuta l'eccellenza del Made in Italy, che si fonda sulla qualità che i nostri imprenditori sono capaci di esprimere. A Bruxelles rappresenterò i diritti dell'Italia, degli agricoltori e in particolare dei giovani. A questo proposito, per quanto riguarda la maggiorazione del 25% dell'importo del valore medio degli aiuti diretti dei singoli agricoltori per un periodo di 5 anni, nel caso di imprese agricole condotte da giovani imprenditori, intendo applicarla in Italia sia nel caso che essa venga definita obbligatoria, che facoltativa".
Con grande soddisfazione delle organizzazioni giovanili, compatte per l'obbligatorietà dell'aiuto supplementare. Il tema della Pac, insomma, è stato al centro del dibattito emerso in questi giorni nelle varie assemblee/direttivi di Agia, Impresa Giovani Coldiretti, Anga. Le dichiarazioni sono facilmente sovrapponibili. Così Luca Brunelli, presidente dei giovani dell'Agia: "Il mandato del Parlamento prevede che il regime sia obbligatorio. Anche per noi, e tengo a ribadirlo, questa è la migliore soluzione. L'opportunità di avere un approccio comune europeo, nel 1° pilastro, per il pagamento ai giovani agricoltori è evidente".
Per Raffaele Maria Maiorano, freschissimo neo presidente di Anga-Confagricoltura: "Va bene la possibilità in ambito Pac, per gli Stati Membri, di poter scegliere su alcuni argomenti che possono anche essere importanti, ma non sui giovani, per i quali questo non può valere: l'obbligatorietà ci deve essere e basta". Una priorità sottolineata anche da Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale Giovani Impresa Coldiretti: "L'Europa deve essere unita sulla questione giovani. Non possiamo dipendere dalla discrezionalità degli Stati membri". Stessa posizione a livello europeo è stata assunta dal Ceja, il Consiglio europeo dei giovani agricoltori, ribadita nella recente conferenza di chiusura della campagna "Future Food Farmers", alla presenza dei tre protagonisti dei triloghi: il commissario Ue all'Agricoltura, Dacian Cioloş, il presidente di Comagri dell'Euro Parlamento, Paolo De Castro, il Presidente del Consiglio agricolo, Simon Coveney. 
L'impegno del ministro De Girolamo, ovviamente, non si ferma al tavolo di Bruxelles. Per dare un futuro ai giovani agricoltori, c'è da lavorare anche sul fronte della politica agricola nazionale. Le cui priorità sono state già chiaramente indicate sull'agenda del neo ministro.
"Ci sono alcuni punti - ha dichiarato De Girolamo - che ritengo prioritari, soprattutto per i giovani, sui quali sto lavorando fin dal mio primo giorno da ministro: accesso al credito, nuove terre ai giovani e meno burocrazia. L'accesso al credito è fondamentale per tutte le imprese, che devono tornare a stare sul mercato, investire e fare sviluppo. Per affrontare questa situazione ho già convocato una riunione con Abi e Ismea per mettere a punto una strategia efficace".
Per quanto riguarda i terreni demaniali, il ministro ha specificato: "Sto valutando la possibilità di chiedere alla Cassa depositi e prestiti di collaborare per sbloccare questa situazione perché senza terra da coltivare non è possibile pensare a un vero rilancio del comparto. Il modello che ho in mente è sul genere di quello del fondo immobiliare degli enti locali, che si è dimostrato efficace".
In riferimento all'obiettivo di avviare una sostanziale sburocratizzazione del sistema, De Girolamo ha insistito sulla necessità di controlli coordinati, perché non si rinnovi il paradosso di vedere controllate per cinque-sei volte sempre le stesse imprese lasciando "vuoti" da altre parti.

 
 

Andrea Festuccia

 
 
 

PianetaPSR numero 21 - maggio 2013