A seguito del voto in Plenaria a Strasburgo del 13 marzo e del successivo mandato del Consiglio del 19 marzo, si sono svolti e si stanno svolgendo una serie di triloghi tra le tre Istituzioni europee per avvicinare le rispettive posizioni in vista di un accordo politico.
Riguardo al pagamento per i giovani agricoltori, il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno fatto dei passi in avanti per tentare di trovare un testo di compromesso, ma sull'applicazione volontaria dello schema per i giovani la posizione del Consiglio non trova il favore delle altre due Istituzioni.
AIUTI AI GIOVANI: OPZIONI A CONFRONTO
Infatti, sia per il Parlamento Europeo che per il Commissario Ciolos il rinnovo generazionale in agricoltura è un obiettivo di carattere europeo, ritenendo che tale schema debba essere obbligatorio per gli Stati membri nell'implementazione della riforma.
Il Parlamento rimane dell'idea che lo schema per i giovani agricoltori debba essere finanziato con il 2% del plafond dei pagamenti diretti (massimale netto di ciascun Stato membro), mentre il Consiglio preferirebbe un approccio più flessibile, lasciando la possibilità allo Stato membro di utilizzare fino al 2% del plafond. Considerando l'ammontare dei pagamenti diretti previsto dalla riforma, il 2% vale per l'Italia circa 79 milioni di euro, cifra significativa se si considera che solo il 6% degli agricoltori italiani sono giovani con meno di 40 anni.
Sulla definizione di "giovane agricoltore", persona fisica che nell'anno di presentazione della domanda non ha più di 40 anni e che si sia insediata come capo azienda per la prima volta nell'anno della richiesta o al massimo nei cinque anni precedenti la presentazione della domanda, vi è accordo tra le tre Istituzioni.
Il Parlamento ed il Consiglio considerano che questa definizione basata sull'età anagrafica non permetta un appropriata selezione dei beneficiari, quindi hanno inserito nel testo la possibilità per gli Stati membri di fissare ulteriori requisiti per l'acceso, quali le capacità e le competenze professionali secondo lo schema già previsto nelle misure d'insediamento dello sviluppo rurale.
Per calcolare l'importo del pagamento il Parlamento sostiene un meccanismo unico e semplificato basato sul 25% della media nazionale o regionale dei titoli, mentre il Consiglio prevede tre possibili opzioni:
In ogni caso, le tre Istituzioni confermano che al superamento del plafond del 2% i pagamenti per i giovani agricoltori sono ridotti in modo lineare rispetto ai pagamenti previsti.
Un punto cruciale per l'applicazione dello schema sarà il numero massimo di ettari su cui il giovane agricoltore avrà diritto al premio supplementare fino ad un massimo di 5 anni. Per il Consiglio, lo Stato membro potrà fissare il numero massimo di ettari tra un minimo di 25 ettari fino ad un massimo pari alla media aziendale in ciascuno Stato membro. Questo permetterebbe ad alcuni paesi come la Repubblica Ceca con una media di 90 ettari per azienda, di utilizzare soglie molto diverse da quelle utilizzabili, ad esempio, in Grecia, Portogallo e Italia (media aziendale di 7 ettari). All'opposto, il Parlamento Europeo, anche in questo caso, è favorevole ad un approccio europeo che prescinda dalle medie nazionali e che permetta a ciascun Stato membro di fissare la soglia massima fino a 100 ettari per il pagamento per giovani agricoltori.
Su questo punto specifico, il compromesso più logico dovrebbe andare nella direzione di dare la possibilità agli Stati membri di fissare la soglia per agricoltore a partire da un minimo di 25 ettari fino ad un massimo di 100 ettari.
Gli incontri ed i triloghi procedono a ritmo serrato con l'obiettivo di portare al Consiglio di Lussemburgo del 25 giugno un buon testo di compromesso, al fine di trovare un accordo politico tra le tre Istituzioni entro la fine del mese di giugno.
Francesco Tropea
PianetaPSR numero 21 - maggio 2013