I portoghesi sono abituati a far da testimoni diretti ad avvenimenti di ben altra portata, rispetto alla storia della Pac, non c'è dubbio, ma anche se non stiamo parlando del Trattato di Lisbona, le "linee guida sulla comunicazione della Pac" uscite dal 18° meeting della Rete Rurale Europea il 7 e l'8 giugno a Tomàr in Portogallo costituiscono, per gli addetti ai lavori, uno step importante per la futura programmazione; per alcuni Paesi rimasti indietro sull'attività della comunicazione, l'occasione di rimettersi in carreggiata.
Un minimo di cronistoria in questo senso è necessaria: dopo l'importante evento "Communicating rural development to citizens", organizzato proprio dalla Rete Rurale Italiana nel novembre 2011, in cui tutte le reti europee avevano proposto le migliori esperienze di comunicazione sulla Pac dei loro Paesi, l'ultimo appuntamento importante erano stati i "Communication Award" della DG Agri del dicembre 2012. Insomma, un evento sulle "best practices" quello di Milano; una vera e propria kermesse quello di Bruxelles.
Mancava però un vero e proprio evento a livello seminariale in cui materialmente fossero tracciate delle linee - guida utili alla stesura di quelli che saranno i Piani di comunicazione dei singoli Paesi per la nuova programmazione 2014 - 2020. Ci ha pensato il 18° meeting della Rete Rurale Europea, svoltosi assieme al Comitato di Coordinamento.
Il nuovo messaggio (non ancora un pay-off) per la Pac che verrà, sottolineato anche dall'intervento ai lavori dei rappresentanti della Commissione Europea, sarà: "Una politica che da 50 anni si evolve adattandosi ai bisogni dei cittadini".
Coerentemente con questo, Adrian Neal e Amalia Ripea, della Rete Rurale Europea, hanno spiegato come la comunicazione degli Stati Membri debba ispirarsi alla metafora del "coltellino svizzero", dove c'è una piattaforma europea dove trovare gli elementi comuni, come statistiche, casi di successo e altre info, ma ci sono anche degli strumenti "ad hoc" pensati dagli Stati membri per raggiungere target e territori particolari.
Quali gli strumenti da prediligere, considerato che bisogna raggiungere il grande pubblico? Video, senza dubbio, social network, applicazioni per smartphone, e poi, "offline", roadshow, incontri per cercare il contatto diretto con le persone.
Nella seconda giornata si è parlato proprio degli step necessari per costruire un piano di comunicazione ben centrato: forse scontato per alcuni Paesi partecipanti (ma comunque utile in alcuni passaggi), ma non per tutti. La Commissione ha infatti tenuto a precisare che il cittadino comune deve comprendere veramente a pieno quali sono i benefici-chiave della politica agricola comune. Perché questo avvenga, oltre a campagne di comunicazione di massa, è necessario a volte pensare a progetti diretti anche a "sezioni" di pubblico. In questo senso organizzare uno "study trip", un viaggio di studio per i giornalisti, a volte può portare moltissimi benefici, perché poi saranno gli stessi giornalisti in grado a loro volta di spiegare in maniera più veritiera e approfondita questi benefici al pubblico
Se è chiaro che il destinatario della comunicazione sulla Pac deve essere il cittadino, è anche vero che il comportamento e i bisogni stessi del cittadino non sono sempre gli stessi, ma evolvono in continuazione. La crescita di una coscienza ambientalista, ad esempio, così come la ricerca di una partecipazione più diretta alle decisioni della politica, stimolata dall'utilizzo dei social network, sono due elementi che caratterizzano gli ultimi anni della storia europea e mondiale.
Di conseguenza, anche la comunicazione, deve studiare forme nuove, sempre più "social" e in rete, per raggiungere i diversi target. Per farlo, oltre a far affidamento su una piattaforma informativa comune fra gli Stati, deve utilizzare quindi gli strumenti più all'avanguardia, non dimenticando mai che però il contatto diretto con le persone spesso, può essere veramente decisivo. Ecco perché oltre agli strumenti on line, bisogna pensare anche a scambi di esperienze, viaggi di studio, roadshow. Insomma, bisogna essere precisi, coordinati e versatili...come un coltellino svizzero.
Andrea Festuccia
PianetaPSR numero 22 - giugno 2013