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DECRETO DEL "FARE"/1

Corsia preferenziale per l'iter dei fondi Ue

Semplificazione: l'articolo 9 prevede di accelerare le pratiche per l'utilizzo dei finanziamenti europei - Importanti ricadute in agricoltura per l'accesso ai Programmi di sviluppo rurale

Il 15 giugno scorso il Consiglio dei Ministri ha varato il cosiddetto Decreto legge del "Fare" con il quale vengono introdotte alcune novità molto importanti anche per il settore agricolo. Il provvedimento - Decreto legge n. 69, "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 giugno - avrà proprio per la sua natura giuridica, trattandosi di decreto legge,  una validità operativa immediata.
Sarà tuttavia affiancato da quello che per il momento è solo un disegno di legge, che riguarderà in modo più ampio tutta la complessa materia delle semplificazioni. Quest'ultimo però, trattandosi di un disegno di legge, avrà bisogno della discussione parlamentare per essere approvato e quindi di un iter procedurale molto più complesso.
I due provvedimenti fanno parte di una strategia comune messa in campo dal Governo per ridurre il carico burocratico sulle imprese e sui cittadini ed avere in questo modo anche un effetto sul rilancio dell'economia.
Il Decreto legge del "Fare" avrà, come si diceva, ricadute dirette anche sull'agricoltura. Una di queste, scorrendo il testo, la troviamo subito all'articolo 9 che riguarda l'"Accelerazione nell'utilizzo dei fondi comunitari"; dal titolo, abbiamo la percezione di un contenuto che potrebbe avere significativi risvolti anche per la nostra agricoltura.

Per capire l'importanza di questo articolo e degli effetti che avrà sulla nostra economia, bisogna subito mettere l'accento sull'impatto che hanno i fondi comunitari nel nostro Paese e, nello specifico, l'impatto sulla nostra agricoltura dei fondi che transitano tramite i Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) messi in campo dalle Regioni e Province autonome. Tali risorse comunitarie costituiscono, nella maggior parte dei casi, l'unica fonte di approvvigionamento di risorse pubbliche che arrivano sui territori e, in molti casi, tali risorse risultano anche di importanza non trascurabile.
Tuttavia, il percorso che le pratiche debbono svolgere prima dell''approvazione e quindi prima che le risorse finanziarie raggiungano il beneficiario è, a volte, farraginoso a causa di procedure spesso complesse, non solo dettate dalla normativa nazionale, ma dovute anche alla normativa comunitaria.
Si pensi ai ritardi che la procedura di rilascio dell'antimafia ha comportato in passato e che, in taluni casi, ancora comporta, in attesa dell'istituzione delle banche dati che permetteranno il rilascio immediato. Tutto ciò ha creato rallentamenti con conseguenti disagi agli agricoltori, che si vedono allungare i tempi tra il momento in cui hanno anticipato i fondi per far fronte agli investimenti e il momento in cui potranno usufruire del contributo spettante.
Tutti questi disagi, in una fase di grave crisi economica come quella attuale, hanno una rilevanza molto più marcata per tutti gli agricoltori ed in particolare per i giovani, che costituiscono una categoria più fragile anche per le minori possibilità di accedere al credito e quindi di anticipare risorse.
L'articolo 9 del decreto del "Fare" vuole incidere proprio su questi aspetti, facendo in modo che tutto ciò che ruota intorno ai fondi comunitari, allo sviluppo rurale e alla pesca

trovi procedure accelerate, in modo che tutta la macchina burocratica si muova rapidamente su corsie preferenziali. Questa era un'esigenza sentita da tempo da tutti coloro che costantemente, sia a livello nazionale che regionale, hanno a che fare con la gestione delle risorse dello sviluppo rurale.
Analizzando in dettaglio la struttura dell'articolo 9, si evidenzia che proprio il comma 1 risulta di particolare interesse in quanto mette l'accento su aspetti decisamente salienti. Stabilisce infatti che tutte le Amministrazioni dello Stato devono dare "la precedenza ai procedimenti e atti anche aventi natura provvedimentale relativi alle attività in qualsiasi modo connesse all'utilizzo dei fondi strutturali europei, compresi quelli inerenti allo sviluppo rurale, alla pesca e alla realizzazione dei progetti realizzati con i medesimi fondi."
Quanto indicato in questo comma potrebbe sembrare marginale e invece non lo è affatto se si pensa alla complessità dell'iter burocratico delle pratiche di contributo e tutte le conseguenze che questo comporta sul beneficiario finale in primis ma anche, in misura non trascurabile, indirettamente su tutto l'indotto. La messa in atto di quanto previsto dal comma 1 non potrà che costituire una grande boccata di ossigeno per i nostri agricoltori che, sicuramente, ne potranno trarre un notevole vantaggio.
Anche gli altri commi vanno in questa direzione dell'accelerazione delle pratiche che riguardano i fondi comunitari. Il comma 2 per esempio stabilisce un criterio di sussidiarietà al quale potranno fare ricorso lo Stato o la Regione per sostituirsi ad Enti territoriali inadempienti qualora accertino ritardi ingiustificati nell'adozione di atti di competenza.
Gli ultimi commi, più espressamente rivolti alla programmazione 2007-2013, danno la possibilità di convocare una Conferenza di servizi al fine di rimuovere inadempienze e ostacoli.
Il Decreto del "Fare", entro 60 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dovrà diventare Legge dello Stato. Ci auguriamo che la versione finale del testo di conversione non modifichi l'impianto dell'articolo 9 e che i contenuti attuali vengano mantenuti.

 
 
 

Mariella Santevecchi

 
 
 

PianetaPSR numero 22 - giugno 2013