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INVENTARIO ISPRA

Gas serra, così l'agricoltura riduce le emissioni

Il trend 1990-2011 mostra un abbattimento del 17,7% favorito anche dal calo delle imprese, della superficie utilizzata e dell'allevamento - Il peso del settore scende così al 6,9% del totale

In ambito Protocollo di Kyoto, la COP (Conference of Parties) ha chiesto al Segretariato di pubblicare sul proprio sito web le conclusioni dell'Inventario annuale che consiste nei Report nazionali (NIR) e nei "Common reporting format" (CRF) di tutte gli Stati inclusi nell'Allegato I della Convenzione. I NIR contengono informazioni descrittive e numeriche dettagliate e le CRF contengono sintesi settoriali e tabelle di tendenza per tutti i gas a effetto serra (GHG) sia per quanto riguarda le emissioni sia per gli assorbimenti. NIR e CRF di ogni singolo Stato (dal 2003 al 2013) possono essere scaricati dal sito della United Nations Framework Convention on Climate Change.

Emissioni di gas serra dal settore agricolo (dati in gigagrammi equivalenti CO2)


Per quanto riguarda l'Italia, è ISPRA che realizza ogni anno l'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera, appunto strumento indispensabile di verifica degli impegni assunti a livello internazionale sulla protezione dell'ambiente atmosferico, come la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), il Protocollo di Kyoto, la Convenzione di Ginevra sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero (UNECE-CLRTAP), le Direttive europee sulla limitazione delle emissioni. Il NIR serve anche e soprattutto a documentare in uno specifico documento le metodologie di stima utilizzate unitamente ad una spiegazione degli andamenti osservati. Questo serve a facilitare i processi internazionali di verifica cui le stime ufficiali di emissione dei gas serra sono sottoposte. In particolare, viene esaminata la rispondenza alle proprietà di trasparenza, consistenza, comparabilità, completezza e accuratezza nella realizzazione, qualità richieste esplicitamente dalla Convenzione suddetta.
Il rapporto "Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2011. National Inventory Report 2013" descrive la comunicazione annuale italiana dell'inventario delle emissioni dei gas serra dal 1990 al 2011.

Per quanto riguarda l'Agricoltura sono stimate le seguenti emissioni:

 
  • da fermentazione enterica,
  • la gestione del letame,
  • la coltivazione del riso,
  • suoli
  • combustione di residui agricoli.

Emissioni agricole di gas serra per categoria
                                                                                                             (dati in gigagrammi equivalenti CO2)

Oltre all'anidride carbonica, tra i gas serra svolgono un importante ruolo in ambito agricolo anche il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O) le cui emissioni sono quindi stimate e segnalate.
Secondo l'ultimo censimento, in Italia ci sono 1,6 milioni di aziende agricole con una Superficie agricola utilizzata (SAU) di 12,9 milioni di ettari, 0,9% in più rispetto ai dati  2007. Nel 2011, il 6,9% delle emissioni di gas serra italiane (7,8% nel 1990) sono originate dal settore agricolo, che è la seconda fonte di emissioni, dopo il settore energetico che rappresenta l'82,7%.
Per il settore agricolo, il trend di gas serra 1990-2011 mostra una diminuzione del 17,7% per riduzione di dati di attività, diminuzione del numero di animali e della superficie agricola coltivata (vedi Figura 1). Le emissioni di metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) sono diminuite del 16,7% e 18,4%, rispettivamente (vedi Tabella 1).
Nel 2011, il settore agricolo è stato la seconda fonte per le emissioni di metano, dopo il settore dei rifiuti, contribuendo ad un 39% di metano a livello nazionale. Per quanto riguarda le emissioni di protossido di azoto, l'agricoltura ne è la fonte principale, pari al 71% del nazionale.Andando ad analizzare le emissioni totali di gas serra e i trend per settore (tabella 2), è possibile notare che le due categorie più importanti sono relative alle emissioni di metano da fermentazione enterica e le emissioni di protossido d'azoto dai suoli agricoli. Le due categorie, a livello nazionale contribuiscono rispettivamente con il 2,2% e il 3,1%. Per ulteriori approfondimenti sia relativi a dati quantitativi, sia per quanto riguarda gli aspetti metodologici, il NIR riporta una sezione dedicata ad ognuna delle sottocategorie in tabella 2. In ogni caso è specificata la metodologia utilizzata, la base dati e l'approccio statistico con i relativi margini di errore.

 
 
 
 

Federico Chiani

 

 
 
 

PianetaPSR numero 22 - giugno 2013