Il convegno "lo sviluppo rurale tra mare e montagna", tenutosi il 13giugno scorso, ha costituito una tappa fondamentale nel processo di ascolto dei portatori di interesse che la Regione Liguria ha avviato già dal settembre scorso, in modo da raccogliere da una platea più ampia possibile i contribuiti per la redazione del PSR 2014 - 2020.
Nel convegno, per la prima volta, si è ragionato in base alla priorità indicate dalle bozze di regolamento, coinvolgendo gli intervenuti in gruppi di lavoro tematici ai quali, mediante un approccio partecipativo denominato open space technology, è stato chiesto di elaborare un'analisi del settore agricolo relativamente alla priorità in discussione e di identificarne i fabbisogni, suggerire le azioni da intraprendere per soddisfarli e risultati attesi.
Sono stati identificati 5 gruppi di lavoro, quattro dedicati alla priorità definite dai regolamenti (innovazione, competitività e filiera floricola; ecosistemi, cambiamenti climatici, uso efficiente delle risorse; organizzazione filiere agroalimentari, sviluppo delle zone rurali , inclusione sociale) ed uno di carattere trasversale relativo alla semplificazione e governante.
I lavori hanno messo in evidenza la forte esigenza di formazione ed informazione delle aziende liguri, che da un lato necessitano di un continuo aggiornamento che permetta loro di consolidarsi sul mercato mediante l'innovazione dei processi e dall'altro, invece, richiedono un adeguato supporto tecnico che le sostenga nel rispetto di normative ambientali sempre più stringenti.
Considerato poi il nuovo ruolo "sociale" affidato dal regolamento all'agricoltura, dal settore agricolo è arrivata anche la richiesta di una formazione specifica per garantire agli operatori una adeguata capacità professionale.
I settori tecnologicamente più avanzati, come ad esempio l'ortofloricoltura, lamentano una eccessiva lentezza nel trasferimento dell'innovazione dalla ricerca all'azienda e auspicano la creazione di tavoli di coordinamento che permettano di mettere a sistema il know-how acquisito, raggiungendo anche quelle aziende che, per diversi motivi, non sono in grado si esprimere le loro esigenze di innovazione.
La collaborazione, sia verticale che orizzontale, è vista come un elemento imprescindibile per aumentare la competitività del settore agricolo e forestale, caratterizzato da imprese piccole con scarse dotazioni strutturali. In quest'ambito, la valorizzazione delle produzioni in una filiera corta, organizzata in base a modelli cooperativistici, per esempio, appare come la via percorribile per favorire il mantenimento delle attività agricole dell'entroterra, coniugando il ruolo dell'agricoltore come "custode del paesaggio" con la necessità di creare reddito.
Da qui , però, deriva la necessità di non disperdere le risorse che arrivano sul territorio: in particolare ci si è auspicati una programmazione strategica dei fondi strutturali che tenga conto che, nelle aree rurali, le esigenze del mondo produttivo si intersecano con quelle della comunità e del suo mantenimento. Basti pensare, a titolo d'esempio, agli stretti legami esistenti tra agricoltura, turismo rurale ed infrastrutture e servizi presenti sul territorio.
Per il settore forestale occorre definire forme associative a tutela della proprietà privata, che in Liguria è molto frammentata. Lo scarso valore degli assortimenti ottenibili dai boschi liguri ha fatto sì che i partecipanti al gruppo di discussione suggerissero la possibilità di mettere in atto una serie di iniziative volte a valorizzare i prodotti non legnosi (funghi, frutti e tartufi...), a partire proprio da un adeguato riconoscimento nel prossimo PSR.
L'importanza della cooperazione è emersa anche a proposito delle funzioni sociali dell'agricoltura, in quanto, come sottolineato dai partecipanti, l'incontro funzionale tra agricoltura e sociale può avvenire solamente alimentando le "relazioni" con le rappresentanze del mondo socio-sanitario presenti a livello territoriale. Il metodo LEADER parrebbe lo strumento idoneo per favorire gli interscambi tra questi due settori, l'agricoltura sociale potrebbe quindi essere il banco di prova per la progettazione plurifondo, che coinvolga anche il FSE.
La tutela dell'ambiente è stato un tema centrale della discussione, anche al di fuori del gruppo "ecosistemi, cambiamenti climatici, uso efficiente delle risorse" in quanto è ormai diventata un fattore di competitività. Non solo perché, come accade per le produzioni biologiche, il mercato tende a premiare le produzioni sostenibili, ma anche perché l'adozione di tecniche e strutture rispettose dell'ambiente, come quelle volte alla riduzione delle emissioni e al risparmio idrico, consentono un notevole contenimento dei costi variabili. Ancora una volta, però, gli operatori hanno manifestato la necessità di una corretta informazione (servizi di consulenza aziendale, bollettini informativi dedicati) che permetta loro di avere un supporto nella gestione delle risorse.
Il tema trasversale della semplificazione e governance è molto sentito, in quanto la burocrazia appare diventata un peso insostenibile per le aziende agricole, soprattutto se di dimensioni piccole o piccolissime, come quelle liguri. Tra le soluzioni proposte, anche in questo caso l'adeguata comunicazione agli agricoltori e la formazione degli operatori hanno rivestito un ruolo preminente.
Ci si auspica infine, un maggiore coordinamento tra gli enti territoriali.
Alberto Sturla
sturla@inea.it
PianetaPSR numero 23 - luglio/agosto 2013