(Il testo è tratto dall'articolo sull'indagine Ismea pubblicato su Pianeta Psr di ottobre 2013)
L'argomento è (verrebbe da dire finalmente) di quelli caldi: qualche giorno fa, il Consiglio agricolo informale svoltosi a Vilnius in Lituania ha affrontato il tema delle famiglie nell'ambito del sistema agricolo europeo, anche in vista del 2014, dichiarato "Anno internazionale della famiglia rurale". Lo stesso Commissario Ciolos ha dichiarato, in apertura dei lavori, che "l'opportunità offerta dal secondo pilastro della PAC per il supporto delle misure di consulenza, di quelle sulla diversificazione, sulla ristrutturazione e l'ammodernamento, sulla formazione e il trasferimento delle conoscenze, è di particolare importanza per l'agricoltura familiare".Del resto il ruolo e l'importanza della famiglia in agricoltura è testimoniata dai numeri: in Europa, il 92,2% dei lavoratori impiegati direttamente nelle aziende agricole è costituito dal conduttore e dai suoi familiari; percentuale che in Italia sale al 95,2%. La famiglia è anche il fulcro della politica agricola comune, e l'elemento di unione con le sfide della Riforma della Pac e con i programmi di sviluppo rurale 2014-2020, nell'ambito di politiche mirate e integrate con gli altri fondi europei..
Perchè il conduttore ha scelto di vivere in un'area rurale
Comprendere la fisionomia delle famiglie in agricoltura e le sue dinamiche evolutive, nell'ottica dello sviluppo delle politiche per le aree rurali è l'obiettivo che la Rete Rurale Nazionale si è posto con l'"Indagine sulle famiglie rurali", che comprende i risultati di oltre 4.500 interviste,, alcune case history e diversi contributi di esperti in grado di valutare le sinergie tra famiglie rurali, mondo dell'istruzione, media, cinema, social network e industria dei life simulation games, come "Farmville". Lo studio fornisce inoltre approfondimenti sul sistema del credito e sulle dinamiche rispetto all'impresa agricola familiare, sui servizi nelle aree rurali e sulla componente immigratoria, sempre legata alle famiglie agricole.
In Italia le aree rurali investono il 92% del territorio nazionale e coinvolgono poco più di metà della popolazione residente. Tra gli elementi demografici emersi dall'indagine della RRN si rileva un aspetto interessante: in riferimento al numero medio di componenti per famiglia, le aree rurali presentano un valore medio di 2,5, rispetto ai 2,4 della media italiana e ai 2,3 delle realtà urbane.
A fronte, pertanto, della storica e tanto decantata "fuga dalle campagne", con lo studio-indagine si è cercato di comprendere più a fondo le dinamiche, le esigenze e le problematiche del modello-famiglia nelle aree rurali, nonché i bisogni delle diverse generazioni, anche rispetto alle politiche di sviluppo rurale.
Ci si è chiesto, in sostanza, in che modo l'agricoltura e le aree rurali potranno incidere non solo sulle scelte dei giovani che già risiedono in campagna ma anche sui potenziali "neorurali" .
Dilagano ancora i pregiudizi o qualcosa si è già mosso o si sta muovendo?
La riscoperta delle tradizioni enogastronomiche, le potenzialità offerte dalla multifunzionalità delle aziende agricole (agriturismi, fattorie didattiche, agroenergie), anche in termini lavorativi, stanno migliorando la percezione del vivere e lavorare nelle aree rurali? La nuova figura dell'agricoltore non più mero produttore, ma anche "custode" dell'ambiente, del paesaggio e della biodiversità, sta avendo i giusti riconoscimenti dalla riscoperta di questi valori?
Le indicazioni non sono mancate: il quadro che emerge è quello di realtà aziendali in cui l'elemento famiglia gioca un ruolo di primo piano, e in cui le attività quotidiane sono in grado di conciliare, in una sorta di compromesso, le esigenze lavorative con quelle familiari; di coniugare le opportunità sul piano strettamente economico con quelle di una migliore qualità della vita.
Ma l'indagine mette in luce anche altri aspetti connessi a fenomeni che si potrebbero definire intergenerazionali. La percezione della vita nelle aree rurali da parte dei più giovani sembra infatti non risentire delle "sirene" della metropoli, per ragioni attinenti sia ad una valutazione sulla qualità della vita migliore, sia ad una proiezione sulla maggiore possibilità di costituire in queste aree un nucleo familiare, in un ambiente salutare, e adatto ai bambini. Il lavoro agricolo conserva elementi di attrattività verso i figli, pur in presenza di difficoltà strutturali, impedimenti e ostacoli che investono la sfera occupazionale e imprenditoriale in genere.
Due gli elementi cardine sui quali riflettere per il futuro: l'importanza riservata dai giovani alle politiche di sostegno alla maternità e alla genitorialità, e l'aspetto della remunerazione del lavoro familiare, con riferimento alle politiche di sviluppo rurale.
Sul fronte media e new media qualcosa si muove. Un primo esempio: al netto di differenze attribuibili a ragioni commerciali/artistiche, uno dei simulation games più famosi degli ultimi anni, "Farmville", ha catalizzato l'interesse di molti studiosi, che hanno sottolineato le potenzialità educative del sistema di accumulazione di punti-esperienza, del rapporto costi-benefici e delle tecniche di "management agricolo". Da valutare il rapporto di collaborazione, sempre in chiave positiva, che nel game viene istituito con l'"agricoltore della fattoria accanto": un esempio di socialità rurale che sviluppa il senso di relazione empatica tra i più giovani. In relazione al ruolo dei social network, lo studio offre una panoramica sull'importanza della rete sia sulle piattaforme più note, come facebook e Twitter, ormai imprescindibili per organizzazioni e istituzioni del settore agricolo, sia su social network dedicati o su reti pensate per accrescere le potenzialità del marketing e della vendita diretta, come "Grow the planet" o "Adotta una pecora".
Anche nell'ambito dell'istruzione, oltre ai libri di lettura si registrano, nelle scuole primarie, i primi testi con informazioni e approfondimenti sulle filiere agroalimentari o sulla genuinità dei prodotti della nostra terra, al fianco di progetti educativi e di giochi tematici. Poi il cinema: grandi autori italiani come Bertolucci e i fratelli Taviani hanno rappresentato una vera e propria epopea delle famiglie rurali. Oggi, al di là di rappresentazioni stereotipate che ancora ricalcano la superficialità di alcuni stili della commedia all'italiana, crescono nuovi autori come Frammartino, Cirasola, o esperienze come quelle del film "Basilicata coast to coast", realizzato grazie al supporto del Psr della Basilicata.
E ancora progetti "2.0" dei Granai della memoria di Slow Food (un video-archivio aperto, realizzato mettendo insieme i contributi audiovisivi girati dai contadini di tutto il mondo) o webcam nelle fattorie, utilizzate per iniziative di singolari "adozioni a distanza".
Un mondo, insomma, in continua evoluzione. Grazie a strumenti legati ai media e new media che, se valorizzati nelle loro componenti più positive (socialità, riscoperta dei valori e dei cibi tradizionali, educational, marketing territoriale, ecc.), possono contribuire a restituire attrattività alle aree rurali dotate di enormi potenzialità.
Al centro, l'azienda-famiglia, che resta il modello di riferimento per l'agricoltura italiana. E le nuove generazioni non sembrano deviare rispetto al solco tracciato dai genitori, seppure con un occhio più attento ai temi dell'innovazione e della multifunzionalità e con una forte attenzione agli aspetti della qualità delle vita. Nel concetto di sviluppo rurale è presente l'attenzione alla valorizzazione di molti di questi aspetti, dalle misure per l'innovazione e l'ammodernamento delle imprese a quelle per il ricambio generazionale, da quelle per la diversificazione delle attività alle politiche destinate alla valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio.
In conclusione, appare strategico per lo sviluppo delle aree rurali italiane rinforzare le politiche a sostegno dell'agricoltura familiare, sfruttando tutte le possibili misure dei PSR 2014-2020 così come i fondi strutturali per potenziare i servizi per le famiglie rurali.
Camillo Zaccarini Bonelli
c.zaccarini@ismea.it
PianetaPSR numero 24 - settembre 2013