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locandina convegno CREA G7
Risorse idriche

La Governance e gli strumenti di supporto alle politiche per le risorse idriche in agricoltura

Il tema al centro del convegno CREA "SUOLO & ACQUA: le emergenze di oggi, le risposte di domani", tenutosi il 22 settembre nell'ambito della partecipazione al G7 Agricoltura, ad Ortigia (Siracusa).

La gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura è fondamentale, considerando il contesto climatico attuale in cui gli eventi estremi, come siccità e alluvioni, mettono a dura prova la disponibilità e le rese delle produzioni agricole, con conseguenze negative sul sostentamento economico del settore primario. La ricerca svolge un ruolo fondamentale in questo ambito per trovare soluzioni rivolte ad una gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura. Questo uno dei due temi principali affrontati durante "SUOLO & ACQUA: le emergenze di oggi, le risposte di domani", l'evento organizzato nella prestigiosa cornice dell'EXPO Divinazione al G7 agricoltura di Siracusa, la vetrina internazionale per mettere in mostra le eccellenze dell'agricoltura, della pesca e del settore vivaistico/forestale, di cui l'Italia è leader mondiale. L'appuntamento è stato organizzato nell'ambito dell'Accordo di Cooperazione per il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (AC-PSRN) ed in collaborazione con IUSS (l'Unione mondiale delle società scientifiche sul suolo, a presidenza italiana e a gestione CREA) e SISS (Società italiana di Scienza del Suolo).

Governance e azioni per una gestione sostenibile dell'acqua irrigua in Europa e in Italia

L'agricoltura utilizza il 72% delle riserve di acque dolci mondiali (dati FAO 2023), ammontare che, stando alle previsioni, aumenterà del 35%, entro il 2050 [1] [2]. Dal 2000 si è registrato un incremento del 134% nel numero di eventi calamitosi legati alle alluvioni, mentre il numero e la durata dei fenomeni siccitosi sono cresciuti del 29% [3]. Questo ha portato i decisori politici ad investire in iniziative necessarie alla gestione sostenibile delle risorse idriche, soprattutto in un Paese come il nostro, in cui circa la metà delle aziende agricole pratica l'irrigazione sul 21% della superficie coltivata totale, e l'85% delle produzioni agroalimentari italiane è irriguo.

Si preleva acqua, in Italia, per almeno 30 miliardi di m3 all'anno e buona parte dell'utilizzo avviene da parte dell'agricoltura (almeno il 41%) [3] anche se, poi, gran parte dell'acqua per scopi agricoli non utilizzata ritorna nel sottosuolo. La scarsità d'acqua e la siccità sono alcune delle gravi conseguenze del cambiamento climatico in un numero sempre maggiore di regioni europee e creano sfide crescenti per i produttori alimentari. In questo contesto, è necessario sfruttare i benefici forniti da ecosistemi sani dell'acqua e del suolo, nonché quelli forniti dall'agro biodiversità e da un uso efficiente della risorsa idrica. Le misure di ritenzione idrica naturale sui suoli agricoli devono essere rafforzate attraverso interventi volti a migliorare la salute dei suoli, con rotazione delle colture, fasce di rispetto e siepi o colture a strisce lungo i contorni, nonché azioni a livello di corpo idrico, come la rinaturalizzazione e la stabilizzazione degli argini dei fiumi e il ripristino delle capacità di ritenzione delle falde acquifere. È necessario, anche, sostenere l'adozione di varietà adattate o il passaggio a colture diverse, con un fabbisogno idrico ridotto e una maggiore resistenza alla siccità, nonché l'adozione di pratiche di gestione del suolo adeguate [4]. È necessario superare le barriere che impediscono di destinare ulteriormente l'acqua a scopi agricoli e, in ultima analisi, di migliorare la ritenzione idrica. Le azioni di politica dovrebbero sostenere il settore agricolo per ottimizzare il consumo di nutrienti, anche utilizzando le risorse (nitrati e fosforo) recuperate dagli impianti di trattamento delle acque reflue. Da ultimo, è necessario considerare che lo "status quo" è stata una politica poco integrata a livello intersettoriale, per cui la portata delle interazioni clima-biodiversità e delle loro determinanti sociali, implica un cambiamento di approccio con un forte coordinamento ed integrazione tra le politiche ambientali ed agricole per l'acqua [5].

 

SIGRIAN e DANIA e le relazioni con database esterni per un ampio monitoraggio delle informazioni sulle risorse irrigue

Per consentire un approccio integrato nella gestione della risorsa idrica, le analisi di scenario e la creazione di indici ed indicatori sono elementi necessari ed utili. La conoscenza delle modalità di utilizzo dell'acqua in agricoltura, la conoscenza dei fabbisogni irrigui e di intervento infrastrutturale sono alla base della programmazione di adeguati strumenti di adattamento ai cambiamenti climatici volti a garantire una buona disponibilità di acqua per tutti gli usi.
Attraverso le due banche dati del CREA, SIGRIAN (Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura https://sigrian.crea.gov.it/) e DANIA (Database Nazionale degli Investimenti per l'Irrigazione e l'Ambiente https://dania.crea.gov.it/) [6], implementate a livello regionale, è possibile monitorare diverse informazioni riguardanti il contesto agricolo irriguo e i finanziamenti messi in atto o da attuare.
Queste informazioni sono alla base dell'azione di ricerca per l'analisi del contesto irriguo e dei fenomeni di scarsità idrica, anche attraverso la quantificazione di opportuni indicatori, per indagare le potenzialità del riutilizzo irriguo dei reflui depurati, per individuare e promuovere azioni di risparmio ed uso efficiente della risorsa idrica a fini irrigui, anche in ambito scientifico internazionale.
Le due banche dati costituiscono un sistema di supporto alle decisioni e, usate singolarmente, in maniera congiunta, o unitamente a database esterni offrono interessanti strumenti nell'ottica della sostenibilità.
Le attività scientifiche ed il sostegno alle politiche, infatti, devono fronteggiare la difficoltà nel reperire dati che siano completi ed uniformi a livello nazionale. È il caso, ad esempio, dei fabbisogni irrigui colturali che rappresentano un'indicazione importante in termini di volumi idrici effettivamente necessari, ma per i quali non risulta un dato nazionale da poter essere utilizzato che sia omogeneo a livello territoriale. Per tale motivo è stata sviluppata una metodologia intesa ad ottenere un valore di fabbisogni irrigui colturali nazionale che si avvale dei dati dell'ultimo censimento ISTAT e delle informazioni presenti in SIGRIAN.
Dal SIGRIAN è stato ottenuto il dato di volume specifico (m3/ha/anno) che riguarda la quantità di acqua, in metri cubi, utilizzata nell'arco dell'anno in un ettaro di ogni singola coltura ed equivale, sostanzialmente, al fabbisogno irriguo reale. Dall'ISTAT è stato acquisito il dato di superficie agricola utilizzata (SAU) irrigata per comune e distinta in venti categorie colturali, nonché l'informazione geografica della fascia altimetrica ed ecoregione di appartenenza [1] di ogni comune. L'informazione relativa all'ecoregione in combinazione con le fasce altimetriche ha permesso di individuare delle aree uniformi di territorio all'interno delle quali si può ritenere ragionevole spazializzare il dato puntiforme di volume specifico colturale presente in SIGRIAN, riportandolo ad un valore medio. Ciò è stato necessario perché l'informazione relativa ai fabbisogni irrigui non è un dato obbligatorio [2] da inserire in SIGRIAN.
Il valore così ottenuto per ogni comune e moltiplicato per la SAU irrigua ISTAT fornisce il dato di fabbisogni irrigui colturali medi.

Figura 1: layer informativi SIGRIAN e ISTAT utilizzati per il calcolo dei fabbisogni irrigui colturali

Figura 1: layer informativi SIGRIAN e ISTAT utilizzati per il calcolo dei fabbisogni irrigui colturali
FONTE: elaborazioni CREA su dati SIGRIAN e ISTAT

I primi risultati ottenuti riguardano la Sicilia, e riportano per circa 110 mila ettari di SAU irrigua, un fabbisogno irriguo medio, al campo, di circa 300 milioni di metri cubi per anno. Dalla relativa Dashboard CREA-PB è possibile visionare a livello geografico sia le superfici sia i volumi delle tre categorie colturali risultate più idro-esigenti, agrumi, olivo e ortive, distinte per province e modalità di irrigazione collettiva oppure autoapprovvigionamento.
Queste elaborazioni vengono intersecate con i progetti relativi ad interventi irrigui finalizzati ad una gestione efficiente presenti in banca dati DANIA, il tutto per orientare le politiche e comprendere dove conviene investire in maniera prioritaria in base ai fabbisogni irrigui e alle colture presenti.
DANIA è, infatti, in grado di restituire un monitoraggio dei progetti finanziati e da finanziare sia con finalità di irrigazione sia con finalità ambientali. Ad oggi, contiene un parco progetti pari a 18 miliardi di euro di investimenti di cui l'88% hanno finalità irrigazione e il 12% hanno finalità ambientale di difesa delle produzioni da fenomeni di dissesto idrogeologico [8]. I soli progetti irrigui esecutivi ammontano ad oltre 4,7 miliardi di euro, prevalentemente dedicato (per circa l'80%) all'efficientamento della rete irrigua per ridurre le perdite.

In virtù delle codifiche contenute al loro interno, SIGRIAN e DANIA possono, inoltre, definirsi due database relazionali, garantendo un supporto alle politiche non più limitato alle sole informazioni che contengono. La capacità di integrare con informazioni che provengono da database esterni e che analizzano aspetti differenti di uno stesso progetto o, ad esempio, di un medesimo corpo idrico, permette di ampliare significativamente le possibili domande di ricerca. Questo si traduce in un monitoraggio più vasto e solido delle politiche stesse.

 
 
 

Note

 

Riferimenti

 
 

Veronica Manganiello, Marianna Ferrigno, Sofia Galeotti, Raffaella Pergamo

 
 

PianetaPSR numero 138 ottobre 2024