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La sfida del 2011

Più gioco di squadra contro il rischio disimpegno

L'impegno del Mipaaf: intensificare gli incontri con Regioni e Organismi Pagatori, rafforzare il dialogo avviato nel 2010 con banche e assicurazioni. E le misure che non tirano vanno potate

Negli ultimi mesi del 2010 si è parlato tanto di rischio di disimpegno automatico o di n+2. Come recita il considerando 22 del regolamento 1290/05, la regola dell'n+2 dovrebbe contribuire proprio ad accelerare l'attuazione dei programmi e alla sana gestione finanziaria. Ma cosa significa n+2? In base all'art. 29 del regolamento (CE) 1290/2005, la Commissione procede al disimpegno automatico della parte di un impegno di bilancio relativo ad un programma di sviluppo rurale che non sia stata utilizzata per i pagamenti o per la quale non le siano state presentate dichiarazioni di spesa a titolo di spese sostenute, entro il 31 dicembre del secondo anno successivo all'anno dell'impegno di bilancio.
Nonostante nel corso del 2010 il rischio di perdere risorse comunitarie fosse concreto, grazie ad un'accelerazione della spesa, registrata soprattutto nell'ultimo trimestre, i Programmi di sviluppo rurale italiani hanno raggiunto l'obiettivo di spesa per evitare il disimpegno dei fondi. Gli sforzi congiunti posti in essere dal Ministero, dalle Regioni, dagli organismi pagatori e da tutti gli attori coinvolti nella gestione dei Psr hanno contribuito a salvare le risorse comunitarie dal rischio di disimpegno delle risorse.
I risultati conseguiti lo scorso anno, però, non devono assolutamente indurre ad abbassare la guardia. Il rischio di disimpegno automatico, nel corso del presente periodo di programmazione è ancora attuale e il 2011 si preannuncia come un anno molto impegnativo, poiché non sarà più possibile intervenire con misure d'emergenza ma sarà necessario operare a livello strutturale per garantire un avanzamento costante delle spese. Occorre in prima battuta analizzare le cause che impediscono una costante progressione della spesa. Non esiste un elenco di soluzioni che vada bene per tutti i Psr. Questa è la prima vera difficoltà. Ci troviamo di fronte a 21 programmi di sviluppo rurale, con diverse scelte e diverse soluzioni.
La capacità di spesa media effettivamente sostenuta a livello nazionale, in termini di spesa pubblica, al 31 luglio 2011 è pari al 28,58%, con pagamenti erogati di poco superiori a  2,5 miliardi di euro di quota FEASR, corrispondenti a 5 miliardi di euro di spesa pubblica complessiva. Entro la fine dell'anno occorrerà spendere ancora 503 milioni di euro di quota FEASR per evitare il disimpegno dei fondi.
Osservando l'avanzamento della spesa sulle singole misure registrato nel primo semestre dell'anno in corso, si nota che ci sono alcuni stanziamenti che stanno ben al di sotto del 10% della spesa. Misure come la 114 e 115 in materia di servizi di consulenza si attestano al 3-4%; la 124 in materia di cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti registra pagamenti per € 1,8 milioni di euro a fronte di uno stanziamento di  177 milioni; anche le misure 132 che promuove i prodotti di qualità e la 133 che finanzia attività di informazione registrano rispettivamente un avanzamento del 1,87% e del 6,02%. Faticano ad avanzare anche le misure forestali: tra queste la 223 - primo imboschimento di superfici non agricole - registra un avanzamento dello 0,60%, avendo effettuato pagamenti per 0,9 milioni di euro a fronte di uno stanziamento di 131 milioni.
E ancora, se si raffrontano i dati delle misure che a livello nazionale non hanno alcun avanzamento, con i dati  dei Psr delle Regioni che per l'anno 2011 hanno già superato il rischio di disimpegno, emerge che anche nelle Regioni più performanti la spesa si attesta sulla media nazionale. Ad eccezione di qualche caso come la misura 115, che nel Psr della Provincia Autonoma di Bolzano ha registrato un avanzamento del 38,56% con una spesa di 0,2 milioni di euro a fronte di uno stanziamento di 0,52 milioni di euro, della 133 che nella regione Umbria ha raggiunto un avanzamento del 18,16 %, i dati delle Regioni più performanti confermano che alcune misure non decollano.
Dati emblematici delle situazioni di difficoltà con cui la macchina della spesa deve fare i conti. E proprio partendo da questi dati è necessario risolvere gli intoppi burocratici, riprogrammare le risorse stanziate, e spostare i fondi laddove risulti che le misure non siano di interesse dei beneficiari.
Siamo, infatti, in una fase molto delicata del negoziato per la ripartizione delle risorse comunitarie per il prossimo periodo di programmazione 2014-2020. Subire il disimpegno in questo momento significherebbe, non solo perdere risorse per lo sviluppo rurale e quindi per il rilancio della competitività dell'agricoltura italiana, ma anche presentarsi al negoziato in una situazione di estrema debolezza.
Per salvare le risorse che rischiano il disimpegno nell'anno corrente e per realizzare azioni specifiche affinché negli anni futuri non si riproponga il medesimo problema, occorre intervenire con azioni strutturali sui programmi e sulle procedure; intensificare il rapporto di collaborazione tra il Ministero, le Regioni e gli Organismi Pagatori che nel 2010 ha consentito di superare il rischio di disimpegno; continuare il dialogo già avviato nel 2010 con le banche e le assicurazioni per promuovere la concessione dei prestiti e il rilascio delle garanzie. In conclusione, rafforzare il gioco di squadra per centrare il traguardo anche in questo impegnativo 2011.
 
Graziella Romito

 
 
 

n.1 - agosto 2011