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RIFORMA PAC/3
 

L'impronta ambientale nel dna del Nord Europa

Le indicazioni dei 25 Psr europei già approvati dalla Ue: circa la metà dei fondi alla tutela degli ecosistemi (85% in Inghilterra) - In Germania spazio ai servizi, Italia verso budget più equilibrati
Fonte: DG Agri

Con un deciso ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, la Commissione europea a fine 2014 ha avviato il processo di approvazione dei primi PSR per l'attuazione della Politica di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Il FEASR, mette a disposizione degli Stati membri una dotazione di finanziamenti comunitari pari a quasi 100 miliardi di euro per il settennio 2014 - 2020, per portare avanti la politica di sviluppo rurale a livello nazionale o regionale, all'interno di programmi cofinanziati. In totale, nei 28 Stati membri, sono previsti 118 (figura 1) Programmi di Sviluppo Rurale (PSR). I primi ad essere approvati ufficialmente, già a metà dicembre dello scorso anno, sono stati i PSR di Austria, Danimarca e Polonia e quelli del Portogallo continentale, della Finlandia, oltre a tre PSR regionali della Germania e alla Rete Rurale Nazionale dello stesso Paese. Il secondo, e per ora ultimo, round di approvazioni è avvenuto a metà febbraio 2015 e, ad oggi, i PSR definitivi sono 25 (27 considerando i National Framework tedesco e spagnolo, necessari all'approvazione dei Programmi regionali dei due Paesi), comprese due Reti Rurali Nazionali (1) .
Il quadro è in continua evoluzione ed i prossimi mesi, saranno caratterizzati da un susseguirsi di nuove approvazioni, che consentiranno di portare a regime la nuova politica di sviluppo rurale. Allo stato attuale, ai PSR approvati corrispondono circa 60 miliardi di euro, di cui 35 di sola quota FEASR pari al 36% dei fondi a disposizione a livello continentale.
La priorità (P) che beneficia di più risorse è la 4, relativa alla difesa e al ripristino degli ecosistemi naturali connessi all'agricoltura e alle foreste: volendo fare un paragone con la vecchia programmazione, questa Priorità corrisponde grosso modo all'Asse 2. I dati disponibili mostrano che quasi la metà delle risorse avranno lo scopo di finanziare interventi in grado di preservare l'ambiente e di rendere sostenibile lo sviluppo delle aree rurali. Questa grande attenzione per ambiente e sostenibilità è visibile soprattutto nei Paesi dell'Europa centro-settentrionale, dove l'agricoltura è già competitiva e moderna e, di conseguenza, l'ulteriore passo in avanti è rappresentato dal migliorarne le prestazioni ambientali, così da avere un settore primario che sia remunerativo, garantendo, allo stesso tempo, una maggiore resilienza dell'ambiente rurale.
Il caso più eclatante riguarda l'Inghilterra, che ha scelto di investire sulla priorità 4 (Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura) l'85% delle risorse, evidenziando come l'obiettivo principale sia quello di rispondere alle molteplici sfide poste dai cambiamenti climatici, favorendo la diffusione di pratiche agricole sostenibili. Lo stesso vale per la Finlandia, che sulla priorità in questione ha programmato circa il 70% delle risorse, in particolare attraverso le misure dedicate alle aree svantaggiate e alle pratiche agro-climatico-ambientali, allo scopo di assicurare la sopravvivenza dell'agricoltura in condizioni climatiche difficili e di mettere in sicurezza il paesaggio rurale, data la sua importanza per la conservazione della biodiversità finlandese.
Sempre sulla priorità 4 hanno puntato i PSR di Austria e Danimarca con una allocazione pari a circa il 65% dei fondi su questa priorità: la prima dimostra, in linea con le due precedenti programmazioni, di voler confermare il proprio impegno a sostegno dell'ambiente e della biodiversità; la seconda manifesta l'intenzione chiara di puntare sulle pratiche agricole sostenibili, con l'obiettivo specifico di arrivare a raddoppiare l'area dedicata ad agricoltura biologica, e mira a creare 1.000 nuovi green jobs.
Tra i Paesi dell'Europa orientale e meridionale (dato, quest'ultimo, molto parziale, visto che gli unici PSR approvati ad oggi sono quelli portoghesi ed uno dei 30 PSR francesi) si nota un atteggiamento più equilibrato nella distribuzione delle risorse, in particolare tra la priorità 2 (Potenziare la redditività e la competitività dell'agricoltura) e la priorità 4. Questo ad indicare che, pur mantenendo in primo piano l'interesse per la protezione e valorizzazione degli ecosistemi, i sistemi agricoli di questi Stati necessitano di interventi volti ad aumentarne la competitività e la redditività.
La priorità 2 è la seconda in termini di risorse assegnate, con circa il 21% della dotazione totale. L'ammodernamento del comparto (obiettivo della Focus Area 2a, quella su cui sono concentrate più risorse) è l'obiettivo principale perseguito, tra gli altri, dai PSR di Portogallo, Polonia e Lituania che, su questa priorità hanno allocato rispettivamente il 40, il 33 e il 31% delle proprie risorse, in particolare a vantaggio della misura dedicata agli investimenti materiali; investimenti che, insieme al supporto al ricambio generazionale e alla diffusione delle innovazioni possono portare l'agricoltura a fare sensibili passi avanti, sia in termini di produttività che di qualità delle produzioni.
La terza Priorità in ordine di risorse assegnate è la 6 "inclusione sociale e sviluppo economico nelle aree rurali", ad essa sono assegnate risorse pari al 15% del totale. Tre quarti di queste risorse verranno impiegate attraverso strategie di sviluppo locale e, infatti la Focus Area con gli stanziamenti maggiori è la 6b, dedicata all'approccio Leader. Sono soprattutto i PSR regionali tedeschi a puntare su strategie di sviluppo locale per garantire uno sviluppo territoriale equilibrato delle aree rurali e delle comunità che le abitano, attraverso la fornitura di servizi, in modo da migliorare le condizioni di vita in queste aree e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Risultano più trascurate le Priorità 3, che promuove l'integrazione degli operatori lungo le filiere (7% delle risorse), e 5, volta a favorire l'uso sostenibile delle risorse e il passaggio alle energie rinnovabili (5%). In alcuni casi tali priorità non sono state neanche previste, o è stata assegnata loro una dotazione minima. Nel caso della P5, chi ha optato per tale scelta, assicura che gli investimenti fatti su altre priorità (in particolare la P4), avranno comunque un impatto significativo sull'efficienza nell'uso delle risorse.
La P1, riguardante il trasferimento di conoscenze e l'innovazione: è una priorità trasversale, infatti, i fondi ad essa dedicati e gli interventi nel campo della formazione e della consulenza, sono programmati all'interno delle altre priorità, in modo da fornire il supporto necessario a far sì che il capitale umano sia in grado di acquisire quel bagaglio di conoscenze senza il quale ogni investimento in competitività, sostenibilità ed innovazione non attecchirebbe al meglio.
Quasi 1,2 miliardi di euro (2% delle risorse totali) ricadono nell'assistenza tecnica ed infine, poco meno di 700 milioni, facenti capo a sei Stati membri, riguardano la misura "prepensionamento", non più prevista nell'attuale programmazione, ma per la quale ci sono ancora pagamenti in sospeso. Sono somme percentualmente irrisorie tranne che per Lituania e Polonia: si tratta, nel primo caso, di circa 90 milioni (5% dell'intero pacchetto di risorse assegnate al Paese baltico), nel secondo di 560 milioni, il 4% delle risorse a disposizione della Polonia.

 
 

Fig. 2 - Distribuzione delle risorse per Priorità nei Psr già approvati

Fonte: Elaborazioni INEA su dati DG AGRI (si tratta di dati parziali basati sui 27 PSR approvati al 13/2/2105).
 

In questo quadro, l'Italia, stando ai primi, parziali dati disponibili (ad oggi nessun PSR ha ottenuto l'approvazione ufficiale), presenta una distribuzione delle risorse senza eccessivi sbilanciamenti a favore di una singola priorità. Come per gli altri PSR europei presi in considerazione, le due priorità con più fondi disponibili sono la 4 e la 2, a dimostrazione dell'attenzione per il miglioramento delle performance sia ambientali che economiche dell'agricoltura italiana.
Non ci sono, come accade in altri Stati membri, priorità trascurate: sia l'integrazione degli operatori lungo le filiere (priorità 3), che il contrasto e l'adattamento ai cambiamenti climatici (priorità 5), dispongono di una quota di risorse intorno al 15%, mentre ad inclusione sociale e sviluppo economico nelle aree rurali (priorità 6), sono dedicati fondi pari al 10% del totale.

 
 
 

Raffaele De Franco - defranco@inea.it

 
 
 
1. I PSR ad oggi approvati sono i seguenti: Austria, Fiandre (Belgio), Danimarca, Polonia, Olanda, Estonia, Lituania, Lettonia, 3 per il Portogallo (Portogallo continentale, Madeira e Azzorre), Mayotte (Francia), 2 per la Finlandia (Finlandia e Isole Åland), Slovenia, Slovacchia, Inghilterra (per il Regno Unito), 6 tedeschi (Sassonia, Saxony-Anhalt, Bavaria, Hesse, Mecklenburg-Vorpommern, North Rhine-Westphalia). A questi si aggiungono i 2 National Framework di Spagna e Germania e i programmi Rete Rurale di Germania e Francia.
 
 
 

PianetaPSR numero 42 - aprile 2015