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Strumenti finanziari

Il Fondo di rotazione in Friuli Venezia Giulia: uno strumento storico che sta vivendo un nuovo corso con il FEASR

Il valore finanziario degli strumenti finanziari nei PSR italiani 2014-2020 assomma a 139,3 milioni di euro, pari all'1,2% del budget totale dei 10 PSR che hanno previsto l'utilizzo di tali strumenti. Il Programma che ha destinato l'ammontare maggiore di risorse agli strumenti finanziari è la Lombardia con 33,2 milioni di euro; tuttavia, è il Friuli Venezia Giulia, quella che in termini di incidenza sul totale delle risorse FEASR regionali (5,4%) ha scommesso maggiormente su tali strumenti, complice una pregressa e consolidata esperienza nel settore finanziario.

Istituito con Legge regionale n. 80 del 1982 per dare impulso alla ricostruzione dopo il terremoto del 1976, l'operatività del Fondo di rotazione regionale del Friuli Venezia Giulia ha concretamente inizio alla fine del 1985 per arrivare senza soluzione di continuità, anche se attraverso un percorso dinamico e piuttosto articolato, ai giorni nostri, quando nel 2016 è stato selezionato dall'Autorità di gestione come organismo di attuazione dello strumento finanziario nell'ambito del FEASR (Legge regionale n. 24/2016). 
Il Fondo di rotazione per interventi nel settore agricolo [1] si configura come uno strumento per la concessione di finanziamenti (prestiti e mutui), a tassi agevolati, alle imprese del settore agricolo e della pesca per il tramite di banche convenzionate. Tale strumento, fin dall'inizio, si è presentato con due caratteristiche principali: semplicità di funzionamento e rapidità di erogazione, generando di conseguenza un grande riconoscimento di efficacia da parte del mondo produttivo. Il Fondo, infatti, è considerato come un'opportunità di accesso al credito rapido ed effettivo. La semplicità è data dalla sua stessa natura, poiché nasce come una gestione fuori bilancio, quindi molto flessibile e caratterizzata da una forte semplificazione dei meccanismi di istruttoria e concessione dei finanziamenti. Inoltre, la "rotazione [2] " permette di utilizzare permanentemente nel tempo le risorse finanziarie a disposizione: man mano che i beneficiari pagano le rate dei mutui che ricevono, la quota di capitale restituito affluisce al Fondo e può essere riutilizzata per finanziare nuovi programmi di intervento moltiplicandone gli effetti positivi. 
La rete degli attori coinvolti, oltre all'amministrazione regionale e alle imprese agricole che beneficiano delle risorse dello Fondo di rotazione, si basa su Istituti bancari con un forte radicamento sul territorio in grado di fornire assistenza e sensibilizzare i potenziali beneficiari finali (Cisilino and Floreancig, 2011).

La programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020

Alla luce delle innovazioni introdotte nella programmazione in corso, in sede di valutazione ex ante la possibilità di sostenere il Fondo di rotazione attraverso il FEASR si è dimostrata coerente con l'impianto normativo previsto al titolo IV del Regolamento (UE) n. 1303/2013 (artt. 37-46). Il Fondo, infatti, può contare su una struttura di coordinamento, su sistemi informatici condivisi tra Amministrazione ed Istituti di credito, e su un iter operativo semplificato che riduce al minimo gli oneri a carico delle imprese, permettendo una rapida attivazione dei finanziamenti (Licciardo et al., 2017). 

La figura seguente esemplifica i passaggi funzionali al completamento dell'iter di concessione dei finanziamenti, mettendo in evidenza il ruolo degli attori coinvolti: i) impresa, ii) Regione, iii) Istituto di credito.

 

Figura 1 - Iter per la concessione dei finanziamenti da parte del Fondo di rotazione per interventi nel settore agricolo

Fonte: Licciardo et al., 2017
 

La tipologia di interventi sostenuti dal Fondo di rotazione regionale riguarda [3] prioritariamente: 

  • investimenti per la produzione primaria; 
  • ­ investimenti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli e della pesca;
  • rafforzamento della struttura finanziaria.

Non tutte le attività finanziate dal Fondo di rotazione rientrano, tuttavia, nella possibile sfera di intervento del PSR. Tenuto conto dei parametri dettati dal Regolamento per lo sviluppo rurale e degli ambiti di operatività del Fondo regionale, la curvatura per il sostegno attraverso il FEASR è stata individuata sugli strumenti di investimento per la produzione primaria, e in quelli per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Le sottomisure del PSR che beneficiano della possibilità di utilizzare il Fondo sono:

  • 4.1.4 "Miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole";
  • 4.2.3 "Investimenti per la trasformazione, la commercializzazione e lo sviluppo di prodotti agricoli".

In questo nuovo corso, lo strumento finanziario regionale è stato istituito con un capitale di 93 milioni di euro, di cui l'82,7% provenienti da risorse regionali proprie e il 17,3% da risorse del PSR. 

I prestiti vengono concessi ai beneficiari finali tramite quattro intermediari finanziari locali. 
Da evidenziare come i prestiti fino a 3 milioni di euro possono coprire il 100% degli investimenti ammissibili, e avere un tasso di interesse pari a zero per il contributo del Fondo prestiti FEASR. Un intermediario finanziario può aggiungere fino al 50% a ciascun prestito, a un tasso di interesse di mercato, e si assume il rischio per ciascuna operazione, anche sulle risorse del FEASR. 
Il Fondo prestiti FEASR può contare su una struttura di coordinamento consolidata e ciò consente la massima rapidità nell'attivazione dei finanziamenti. 
Questo nuovo impianto ha mostrato subito grande riscontro: la domanda di finanziamento è stata molto significativa, tanto che le risorse del FEASR sono state tutte assorbite durante il primo anno di attività (2018). Successivamente, lo strumento ha continuato a funzionare con risorse regionali. Nel 2020, risultano 460 imprese agricole sostenute da oltre 97 milioni di euro di prestiti agevolati (fig. 2).

La figura 2 mostra l'operatività della Sezione "Fondo FEASR". In particolare, nel 2020, dei 140 finanziamenti erogati, 125 sono stati destinati alle aziende del settore primario, mentre 15 finanziamenti sono andati alle aziende che operano nella trasformazione, per un totale che supera i 28 milioni di euro. 
Per quanto riguarda il Fondo "ordinario", nel 2020 esso ha erogato finanziamenti pari a circa 15 milioni per l'anticipo di spese di conduzione aziendale a sostegno della perdita di produzione ed alla riduzione di ricavi annuali causati dall'emergenza COVID-19. Ulteriori 15 milioni per il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese agricole realizzato tramite il consolidamento delle passività onerose. Gli investimenti nel complesso sono stati sostenuti con circa 8 milioni, mentre 6 milioni sono stati destinati all'anticipazione del valore commerciale dei prodotti agricoli a magazzino.
Dal punto di vista gestionale, è attualmente in corso la riscrittura integrata dell'applicativo gestionale/contabile del Fondo allo scopo di consentire allo strumento finanziario di realizzare il progetto "Fondo dei Fondi" per l'utilizzo combinato dei diversi Fondi strutturali messi a disposizione dai corrispondenti Programmi operativi regionali.
Con la Legge Regionale n. 15/2020 (art. 3) è stata sperimentata una nuova tipologia di agevolazione, in alternativa ad altre tipologie di aiuto preesistenti, consistente nell'erogazione di finanziamenti per i quali è prevista la rinuncia parziale a parte dei rientri dei corrispondenti piani di ammortamento. In pratica l'impresa effettua un investimento di 100 per il quale potrebbe richiedere/percepire una contribuzione di 40. Optando per la nuova agevolazione ottiene un finanziamento pari a 100 e a conclusione dell'investimento si impegna a restituire al Fondo 60 (tramite le banche convenzionate). La Regione Friuli Venezia Giulia crede molto in questa nuova formula ed alla possibilità di estenderne ed ampliarne in futuro l'applicazione anche all'utilizzo dei fondi comunitari.

Dall'esperienza 2007-2013 all'emergenza COVID-19

A partire dal 2007-2008 e poi con un ulteriore forte incremento nel 2010, il Fondo ha fornito alle imprese friulane diverse tipologie di finanziamento, prevedendo un supporto sia di natura anti-ciclica (attraverso il consolidamento dei debiti), sia orientato allo sviluppo delle attività e alla crescita della competitività aziendale [4] . È possibile quindi rilevare come il Fondo abbia progressivamente rappresentato un antidoto alla frammentazione delle misure agevolate a supporto del credito agricolo, configurandosi come prevalente punto di riferimento per le imprese del settore primario regionale. In tal senso, si è dimostrato molto efficace soprattutto durante il periodo 2007-2013, consentendo alle imprese agricole di divergere dal resto dell'economia regionale beneficiando dell'aumento dei flussi di credito e degli investimenti. In questo periodo pandemico, così come avvenuto con la crisi del 2008, l'attività del Fondo sarà inevitabilmente condizionata, anche in termini progettuali, dai fenomeni conseguenti alla crisi finanziaria ed economica e dalle difficoltà dal punto di vista della gestione dei debiti per tutte le aziende agricole, comprese quelle maggiormente strutturate e appartenenti ai settori più significativi per la regione. Storicamente i settori produttivi maggiormente finanziati sono il vitivinicolo, seguito dal settore dei seminativi e dei bovini da latte.

 

Bibliografia suggerita

  • Cisilino, F., Floreancig, F. (2011), Il Fondo di rotazione agricolo in Friuli Venezia Giulia: un'opportunità di accesso al credito, Agriregionieuropa anno 7 n. 26.
  • Lattanzio ADVISORY Public sector (2015), Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia. Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Servizio di valutazione ex ante relativa allo strumento finanziario del Fondo di rotazione per interventi nel settore agricolo, Roma.
  • Licciardo, F., Felici, F., Buscemi, V. (2017), La valutazione ex ante per gli strumenti finanziari nel periodo di programmazione 2014-2020: le opportunità del Fondo di rotazione nel PSR 2014-2020 in Friuli Venezia Giulia, Rassegna Italiana di Valutazione, 65/2016, pp. 44-64, FrancoAngeli editore. DOI: 10.3280/RIV2016-065004.
 

Note

  • [1] Il Fondo ha la sua genesi nel tragico terremoto che sconvolse, nel 1976, il territorio friulano e che determinò lo sviluppo di una politica di tipo strutturale, veicolata attraverso contributi pubblici ventennali al fine di favorire: «la ricostruzione, con finalità di sviluppo economico sociale e di riassetto del territorio, di propulsione della produzione industriale e agricola, di potenziamento dei servizi d'incremento da occupazione, nella salvaguardia del patrimonio etnico e culturale delle popolazioni, in un quadro di sicurezza idrogeologica» (art. 1 della Legge 8 agosto 1977, n. 546).
  • [2] Il c.d. effetto revolving è uno dei principali vantaggi degli strumenti finanziari.
  • [3] Il Fondo prevede, inoltre, altre possibili destinazioni: l'anticipazione del valore commerciale dei prodotti agricoli; il credito di conduzione; i finanziamenti per le imprese di utilizzazione boschiva; le spese connesse ai cicli produttivi di molluschicoltura; la creazione di sistemi agro-energetici; le anticipazioni alle associazioni di categoria; la realizzazione di modelli integrati di sviluppo economico.
  • [4] L'utilità del Fondo è stata confermata anche nella fase successiva alla crisi economica-finanziaria del 2008: tra il 2009 e il 2014, l'analisi sull'operatività del Fondo, mostra come, nonostante le crescenti difficoltà di accesso al credito, si sia registrato un significativo incremento degli investimenti per la produzione primaria e la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
 
 

Federica Cisilino*, Fabio Floreancing^, Francesco Licciardo*

(*) CREA - Politiche e bioeconomia;
(^) Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Servizio competitività sistema agroalimentare

 
 

PianetaPSR numero 97 dicembre 2020