Istituito con Legge regionale n. 80 del 1982 per dare impulso alla ricostruzione dopo il terremoto del 1976, l'operatività del Fondo di rotazione regionale del Friuli Venezia Giulia ha concretamente inizio alla fine del 1985 per arrivare senza soluzione di continuità, anche se attraverso un percorso dinamico e piuttosto articolato, ai giorni nostri, quando nel 2016 è stato selezionato dall'Autorità di gestione come organismo di attuazione dello strumento finanziario nell'ambito del FEASR (Legge regionale n. 24/2016).
Il Fondo di rotazione per interventi nel settore agricolo [1] si configura come uno strumento per la concessione di finanziamenti (prestiti e mutui), a tassi agevolati, alle imprese del settore agricolo e della pesca per il tramite di banche convenzionate. Tale strumento, fin dall'inizio, si è presentato con due caratteristiche principali: semplicità di funzionamento e rapidità di erogazione, generando di conseguenza un grande riconoscimento di efficacia da parte del mondo produttivo. Il Fondo, infatti, è considerato come un'opportunità di accesso al credito rapido ed effettivo. La semplicità è data dalla sua stessa natura, poiché nasce come una gestione fuori bilancio, quindi molto flessibile e caratterizzata da una forte semplificazione dei meccanismi di istruttoria e concessione dei finanziamenti. Inoltre, la "rotazione [2] " permette di utilizzare permanentemente nel tempo le risorse finanziarie a disposizione: man mano che i beneficiari pagano le rate dei mutui che ricevono, la quota di capitale restituito affluisce al Fondo e può essere riutilizzata per finanziare nuovi programmi di intervento moltiplicandone gli effetti positivi.
La rete degli attori coinvolti, oltre all'amministrazione regionale e alle imprese agricole che beneficiano delle risorse dello Fondo di rotazione, si basa su Istituti bancari con un forte radicamento sul territorio in grado di fornire assistenza e sensibilizzare i potenziali beneficiari finali (Cisilino and Floreancig, 2011).
Alla luce delle innovazioni introdotte nella programmazione in corso, in sede di valutazione ex ante la possibilità di sostenere il Fondo di rotazione attraverso il FEASR si è dimostrata coerente con l'impianto normativo previsto al titolo IV del Regolamento (UE) n. 1303/2013 (artt. 37-46). Il Fondo, infatti, può contare su una struttura di coordinamento, su sistemi informatici condivisi tra Amministrazione ed Istituti di credito, e su un iter operativo semplificato che riduce al minimo gli oneri a carico delle imprese, permettendo una rapida attivazione dei finanziamenti (Licciardo et al., 2017).
La figura seguente esemplifica i passaggi funzionali al completamento dell'iter di concessione dei finanziamenti, mettendo in evidenza il ruolo degli attori coinvolti: i) impresa, ii) Regione, iii) Istituto di credito.
Figura 1 - Iter per la concessione dei finanziamenti da parte del Fondo di rotazione per interventi nel settore agricolo
La tipologia di interventi sostenuti dal Fondo di rotazione regionale riguarda [3] prioritariamente:
Non tutte le attività finanziate dal Fondo di rotazione rientrano, tuttavia, nella possibile sfera di intervento del PSR. Tenuto conto dei parametri dettati dal Regolamento per lo sviluppo rurale e degli ambiti di operatività del Fondo regionale, la curvatura per il sostegno attraverso il FEASR è stata individuata sugli strumenti di investimento per la produzione primaria, e in quelli per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Le sottomisure del PSR che beneficiano della possibilità di utilizzare il Fondo sono:
In questo nuovo corso, lo strumento finanziario regionale è stato istituito con un capitale di 93 milioni di euro, di cui l'82,7% provenienti da risorse regionali proprie e il 17,3% da risorse del PSR.
I prestiti vengono concessi ai beneficiari finali tramite quattro intermediari finanziari locali.
Da evidenziare come i prestiti fino a 3 milioni di euro possono coprire il 100% degli investimenti ammissibili, e avere un tasso di interesse pari a zero per il contributo del Fondo prestiti FEASR. Un intermediario finanziario può aggiungere fino al 50% a ciascun prestito, a un tasso di interesse di mercato, e si assume il rischio per ciascuna operazione, anche sulle risorse del FEASR.
Il Fondo prestiti FEASR può contare su una struttura di coordinamento consolidata e ciò consente la massima rapidità nell'attivazione dei finanziamenti.
Questo nuovo impianto ha mostrato subito grande riscontro: la domanda di finanziamento è stata molto significativa, tanto che le risorse del FEASR sono state tutte assorbite durante il primo anno di attività (2018). Successivamente, lo strumento ha continuato a funzionare con risorse regionali. Nel 2020, risultano 460 imprese agricole sostenute da oltre 97 milioni di euro di prestiti agevolati (fig. 2).
La figura 2 mostra l'operatività della Sezione "Fondo FEASR". In particolare, nel 2020, dei 140 finanziamenti erogati, 125 sono stati destinati alle aziende del settore primario, mentre 15 finanziamenti sono andati alle aziende che operano nella trasformazione, per un totale che supera i 28 milioni di euro.
Per quanto riguarda il Fondo "ordinario", nel 2020 esso ha erogato finanziamenti pari a circa 15 milioni per l'anticipo di spese di conduzione aziendale a sostegno della perdita di produzione ed alla riduzione di ricavi annuali causati dall'emergenza COVID-19. Ulteriori 15 milioni per il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese agricole realizzato tramite il consolidamento delle passività onerose. Gli investimenti nel complesso sono stati sostenuti con circa 8 milioni, mentre 6 milioni sono stati destinati all'anticipazione del valore commerciale dei prodotti agricoli a magazzino.
Dal punto di vista gestionale, è attualmente in corso la riscrittura integrata dell'applicativo gestionale/contabile del Fondo allo scopo di consentire allo strumento finanziario di realizzare il progetto "Fondo dei Fondi" per l'utilizzo combinato dei diversi Fondi strutturali messi a disposizione dai corrispondenti Programmi operativi regionali.
Con la Legge Regionale n. 15/2020 (art. 3) è stata sperimentata una nuova tipologia di agevolazione, in alternativa ad altre tipologie di aiuto preesistenti, consistente nell'erogazione di finanziamenti per i quali è prevista la rinuncia parziale a parte dei rientri dei corrispondenti piani di ammortamento. In pratica l'impresa effettua un investimento di 100 per il quale potrebbe richiedere/percepire una contribuzione di 40. Optando per la nuova agevolazione ottiene un finanziamento pari a 100 e a conclusione dell'investimento si impegna a restituire al Fondo 60 (tramite le banche convenzionate). La Regione Friuli Venezia Giulia crede molto in questa nuova formula ed alla possibilità di estenderne ed ampliarne in futuro l'applicazione anche all'utilizzo dei fondi comunitari.
A partire dal 2007-2008 e poi con un ulteriore forte incremento nel 2010, il Fondo ha fornito alle imprese friulane diverse tipologie di finanziamento, prevedendo un supporto sia di natura anti-ciclica (attraverso il consolidamento dei debiti), sia orientato allo sviluppo delle attività e alla crescita della competitività aziendale [4] . È possibile quindi rilevare come il Fondo abbia progressivamente rappresentato un antidoto alla frammentazione delle misure agevolate a supporto del credito agricolo, configurandosi come prevalente punto di riferimento per le imprese del settore primario regionale. In tal senso, si è dimostrato molto efficace soprattutto durante il periodo 2007-2013, consentendo alle imprese agricole di divergere dal resto dell'economia regionale beneficiando dell'aumento dei flussi di credito e degli investimenti. In questo periodo pandemico, così come avvenuto con la crisi del 2008, l'attività del Fondo sarà inevitabilmente condizionata, anche in termini progettuali, dai fenomeni conseguenti alla crisi finanziaria ed economica e dalle difficoltà dal punto di vista della gestione dei debiti per tutte le aziende agricole, comprese quelle maggiormente strutturate e appartenenti ai settori più significativi per la regione. Storicamente i settori produttivi maggiormente finanziati sono il vitivinicolo, seguito dal settore dei seminativi e dei bovini da latte.
Federica Cisilino*, Fabio Floreancing^, Francesco Licciardo*
(*) CREA - Politiche e bioeconomia;
(^) Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Servizio competitività sistema agroalimentare
PianetaPSR numero 97 dicembre 2020