Lo scorso settembre è stato pubblicato il documento "Study on outcomes achieved by EIP-AGRI Operational Group projects under the CAP" (EU, 2024) a cura dell'EU CAP Network. Lo studio, condotto tra settembre 2023 e giugno 2024, ha valutato i risultati raggiunti dai Gruppi Operativi (GO) del PEI-AGRI e ha identificato quali fattori e quali ostacoli hanno influenzato il successo di questi progetti. Inoltre, lo studio si è prefissato di comprendere meglio il funzionamento dei GO sia nella fase di progettazione sia di co-creazione dell'innovazione e della loro diffusione.
I risultati di questo studio sono un punto di partenza per l'implementazione dei GO nella programmazione PAC 2023-2027, dove continuano a essere uno strumento chiave per favorire l'innovazione e lo scambio di conoscenze nel settore agricolo europeo.
Migliorare il dialogo e la collaborazione tra agricoltori/forestali, consulenti, ricercatori e altri soggetti interessati all'innovazione agricola e forestale e allo sviluppo rurale è uno degli obiettivi che la Commissione Europea ha deciso di perseguire già a partire dalla programmazione 2014-2020. Il PEI-AGRI, che è stato lanciato dalla DG AGRI nel 2012 come un nuovo elemento della politica di sviluppo rurale 2014-2022 (COM (2012) 79), ha l'obiettivo di rafforzare l'innovazione all'interno dell'ecosistema agricolo, migliorando al contempo i suoi collegamenti con la ricerca e contribuendo alla necessaria transizione verso un'agricoltura e un settore forestale più competitivi e sostenibili, ossia garantendo l'approvvigionamento di alimenti, mangimi e biomateriali e la gestione sostenibile delle risorse naturali essenziali da cui dipendono l'agricoltura e la silvicoltura. Il PEI-AGRI opera nell'ambito del più ampio AKIS, definito nel Regolamento (UE) 2021/2115 come "l'organizzazione combinata e i flussi di conoscenza tra persone, organizzazioni e istituzioni che utilizzano e producono conoscenza per l'agricoltura e i settori correlati". Il Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio ha stabilito le modalità di implementazione del PEI-AGRI individuando nella misura 16 dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 (articolo 35, paragrafo 1, lettera c)) le modalità di creazione e di funzionamento dei progetti di cooperazione definiti Gruppi Operativi.
Nell'ambito del periodo di programmazione 2014-2022, 98 PSR hanno incluso la misura 16 nei propri documenti programmatici in 27 Stati membri (compreso il Regno Unito ed escluso il Lussemburgo), per un target stimato in 3.180 GO, solo la Danimarca non ha fatto ricorso alla misura.
Secondo lo studio a febbraio 2024, nel database del sistema di rendicontazione (System for Fund Management - SFC), erano registrati 3.461 GO (per un budget corrispondente di 1,15 miliardi di euro) implementati in 25 Stati membri (compresi 94 GO nel Regno Unito). Di questi, quelli rubricati come completi sono 903, pari al 27% di quelli finanziati. Gli Stati membri più grandi e con PSR regionali (Spagna, Italia, Germania e Francia) sono quelli con la quota maggiore di GO, ma è interessante notare che Stati membri relativamente piccoli, come i Paesi Bassi, rappresentano una quota rispettabile del totale dei progetti in tutta l'UE. I partner coinvolti nei GO sono stimati in quasi 20.000 e di questi il 32% sono titolari di azienda agricola, il 22% rientrano nella categoria "altro" che include una serie di soggetti a seconda di come gli Stati membri li hanno codificati nell'SFC, il 21% nella ricerca, il 14% sono PMI, il 10% consulenti e il 3% ONG. In media, ogni GO è composto da 5,45 partner, ma il numero varia da paese a paese; passiamo da 11 partner in Belgio e 10,5 in Slovenia a 2,3 in Svezia e 2,7 nei Paesi Bassi. In Italia il numero di partner totali è elevato, si stima in 4.600 unità pari a 7,5 partner per GO, rispetto alla Spagna dove si registrano 2.552 partner per una media a GO di 3,8. Infine, l'analisi dei documenti presenti in SFC in base alle 19 parole chiave utilizzate per classificare i GO secondo le linee guida UE, mostra che circa i due terzi dei progetti si concentrano su temi ambientali.
Inoltre, lo studio ha analizzato i Rapporti annuali di esecuzione finanziaria (AIR) e sulla base degli ultimi disponibili, ovvero AIR 2022 [1], al 31 dicembre 2022 la spesa pubblica totale per la Misura 16 a livello dell'UE è stata pari a 555,4 milioni di euro (ovvero il 49,2% del budget totale assegnato ai GO finora notificati in SFC).
Come mostra la figura seguente, il tasso di esecuzione varia notevolmente da uno Stato membro all'altro. Ci sono quattro Stati membri (Cipro, Slovacchia, Ungheria e Grecia) che presentano un tasso di esecuzione finanziaria inferiore al 10%; sei Stati membri (Cechia, Francia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Svezia) con un tasso di esecuzione superiore al 50% e altri quattro Stati membri (Paesi Bassi, Austria, Germania e Lituania) con un tasso appena al di sotto del 50%. Gli Stati membri con tassi di esecuzione molto bassi sono tipicamente quelli che hanno avviato tardi i bandi della misura 16, mentre quelli con tassi di esecuzione più elevati sono quelli che hanno iniziato prima con i bandi e la selezione dei GO.
I risultati dei progetti dei GO sono stati definiti nello studio secondo tre livelli: i risultati dei progetti con riferimento alle innovazioni sperimentate dal partenariato; l'adozione di innovazioni al di fuori del partenariato iniziale e l'ulteriore sviluppo di collaborazioni.
Al fine di raccogliere queste informazioni lo studio ha proceduto a condurre:
L'indagine presso i GO ha intercettato 768 progetti su 3.461, pari al 22% dei GO registrati in SFC, in 24 Stati Membri, per un totale di 989 questionari compilati, di cui il 46% a cura di partner capofila e 54% dia altri partner, ma nella maggior parte dei casi il questionario è stato completato solo da un partner del progetto.
L'Indagine verso gli stakeholder ha invece raccolto un totale di 233 questionari compilati. In entrambe le indagini ricercatori sono stata la categoria più intervistata. Le interviste e i focus group hanno permesso di raccogliere dati e pareri informati da 82 partner nei 15 casi di studio.
La maggior parte dei progetti (l'88% di coloro che hanno risposto all'indagine sui GO), secondo lo studio, ha sviluppato, testato e diffuso con successo innovazioni in linea con quanto avevano pianificato: in particolare il 65% ha dichiarato che il proprio progetto ha raggiunto pienamente i risultati previsti e il restante 23% solo parzialmente. Anche gli stakeholders confermano questo risultato positivo.
Per quanto riguarda i tipi di soluzioni innovative, i dati dell'indagine mostrano che la maggior parte dei progetti si è concentrata sulle pratiche agronomiche e sulle innovazioni di processo, legate in particolare alla gestione delle colture e all'agricoltura orientata alla natura, così come sono frequenti anche le innovazioni tecnologiche, soprattutto digitali (ad esempio app, dispositivi mobili, gestione dei dati, GPS). Le soluzioni innovative di tipo organizzativo, sociale e rurale sembrano essere meno rappresentate nel campione dell'indagine presso i GO.
Lo studio ha evidenziato che nei GO si sono formate nuove forme di collaborazione tra i diversi attori, in particolare tra ricerca e imprenditori agricoli/forestali; tuttavia, è stato evidenziato il rischio che la ricerca diventi troppo dominante all'interno dei GO e che quindi i progetti non risultino strettamente collegati alla pratica agricola/forestale. Dall'indagine è anche emerso che le innovazioni sono state diffuse al di fuori dei GO nonostante si sia rilevata una criticità legata agli aspetti di comunicazione e diffusione dei risultati. Questa criticità evidenzia la necessità di un AKIS in grado di stimolare i flussi di conoscenza e uno staff specifico a supporto dei GO. In sintesi, il successo dei GO è determinato da partenariati ben strutturati, inclusivi e collaborativi, in cui ci sia un coinvolgimento attivo di agricoltori/selvicoltori motivati e consulenti qualificati, e sia presente un coordinamento efficace dei servizi di supporto esterni al GO.
Lo studio ha anche analizzato gli effetti dei diversi approcci degli Stati membri (MA) e delle regioni nella gestione dei bandi per la buona riuscita dei progetti. Un approccio equilibrato nella struttura dei bandi, che includa sia bandi aperti che tematici, sembra aiutare a rispondere efficacemente alle diverse esigenze: la flessibilità dei bandi permette di cogliere le diverse esigenze mentre un'impostazione troppo restrittiva può limitarne il successo. I bandi che hanno favorito partenariati inclusivi, incoraggiando la comunicazione e promuovendo approcci flessibili e diversificati sono quelli che hanno raggiunto i migliori risultati. L'individuazione di criteri pertinenti e pratici ne aiuta il successo; i bandi che hanno previsto la partecipazione di agricoltori e consulenti e una partecipazione attiva, con ruoli, compiti e budget chiari per tutti i partner, hanno favorito il successo dei progetti. Un altro elemento emerso è legato alla necessità di semplificazione dei processi amministrativi al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia. In generale, comunque, l'onere amministrativo non ha ostacolato il raggiungimento dei risultati ma ha creato significative sfide operative. La procedura di selezione in due fasi utilizzato in molte regioni è stato generalmente valutato positivamente dalle AdG e dai rappresentanti delle organizzazioni non governative, contribuendo a una preparazione accurata e a migliori risultati dei progetti.
Patrizia Borsotto
CREA-PB
PianetaPSR numero 139 novembre 2024