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Filiera corta/3

Vendite dirette e mercatini, le esperienze italiane

Fenomeno in crescita grazie anche alle iniziative concertate della domanda dove spiccano i Gruppi di acquisto solidale - Intanto si sperimentamo nuove formule importate dal Nord Europa

La filiera corta, secondo le forme e i luoghi in cui si realizza l'insieme delle attività di cui si compone, presuppone un livello organizzativo e un impegno differenziato da parte delle imprese, con un livello di diffusione diversificato in base ai contesti territoriali, alle caratteristiche dei comparti agricoli e alla tipologia dei prodotti. E non mancano le iniziative concertate, da «Campagna amica» (Coldiretti) a «Donne in Campo» (Cia), dai «Presidi del gusto» (SlowFood) alle iniziative di AIAB, Movimento consumatori e Legambiente, solo per citarne alcuni, senza dimenticare le campagne europee e nazionali per il consumo di frutta, verdura e latte nelle scuole, che generano contratti di fornitura diretta nella ristorazione scolastica.
La forma più classica di filiera corta, la vendita diretta in azienda, fattoria e agriturismo e nei punti organizzati (spacci, stand aziendali e punti vendita collettivi presso fiere, sagre e mercati rionali), è un fenomeno in crescita nel nostro paese. In attesa di conoscere i dati dell'ultimo censimento Istat, nel 2007 si contavano, in Italia, circa 400.000 aziende (22,1% del totale delle aziende agricole italiane, il 5% in più rispetto al 2000), che effettuavano vendita diretta, per lo più localizzate nell'Italia meridionale e insulare (65%) dove è fortemente radicato questo fenomeno, soprattutto Campania (16,8%) e Sardegna (12,7%), ma anche in Toscana (12,4%) (www.istat.it), con un fatturato stimato in 3 miliardi di euro nel 2009 (Osservatorio vendita diretta Coldiretti/Agri2000).
Recentemente si sono diffuse in tutte le regioni forme di filiera corta che derivano dai Paesi del Nord Europa («box scheme») e da esperienze statunitensi e anglosassoni, come il «pick-your-own» i «farmer's market», questi ultimi regolamentati in Italia dal 2001. Campagna Amica-Coldiretti, ha censito 878 mercati contadini nel 2011, per un totale di 20.800 imprenditori agricoli e un fatturato stimato in 320 milioni di euro nel 2010, e un centinaio di aziende coinvolte nella raccolta diretta dei prodotti sul proprio fondo.Diverse regioni hanno istituito Albi regionali per i Gas, un fenomeno più che decennale anche se le attività e le finalità sono state definite solo dalla legge 244/2007. Attualmente se ne contano un migliaio, ciascuno dei quali interessa 20-25 famiglie, ma sono difficili da censire perché si formano (e cessano) in continuazione (www.retegas.org). Nel triennio 2008-2010 i Gas sono aumentati del 59% e risultano concentrati in Lombardia (25%), Toscana (13%) e Veneto (10%) (www.biobank.it).Il boom iniziale dei distributori di latte crudo, invece, è stato frenato dalla preoccupazione per eventuali danni alla salute per il consumo di latte che, non essendo sottoposto ad alcun trattamento industriale per mantenerne inalterate le proprietà, ma solo a filtrazione e refrigerazione a 4°C, deve sempre essere bollito. Se ne contano 1.435 in 92 province, un terzo dei quali si concent

 

Sabrina Giuca
giuca@inea.it

PianetaPSR numero 11 - giugno 2012