A un anno esatto dalla presentazione ufficiale delle proposte della Commissione Europea sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) il negoziato sta entrando nel vivo, e con esso anche i lavori per la definizione del quadro finanziario per il periodo 2014-2020. Due negoziati strettamente connessi, visto che il budget per il finanziamento del I e II pilastro della Pac rappresenta lo snodo cruciale per il futuro dell'agricoltura europea fino al 2020.
In vista della volata finale, i cui tempi sono comunque ancora da capire, il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, sta intensificando gli incontri con i colleghi degli altri Paesi proprio per cercare le giuste alleanze necessarie per portare avanti le legittime richieste dell'Italia, che in più occasioni ha già fatto sentire la sua voce su alcuni punti chiave delle proposte dalla Commissione.
Uno dei dossier più controversi per l'Italia riguarda i criteri di ripartizione dei fondi tra gli Stati membri, contestando a esempio il riferimento unico alla superficie proposto dalla Commissione; c'è poi la pressante richiesta di una maggiore flessibilità nell'attuazione dell'importo unico (il cosiddetto flat rate) e nella scelta delle misure per il greening.
In questo contesto, si è svolto nei giorni scorsi a Roma, in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, un incontro tra il ministro Catania e i colleghi francese e spagnolo - i tre principali rappresentanti del "fronte mediterraneo" - al termine del quale è stato diramato un comunicato congiunto nel quale si esprime una posizione condivisa su molte delle questioni sollevate dalla delegazione italiana in questa prima fase di negoziato.
Mario Cariello
PianetaPSR numero 14 - ottobre 2012